Ieri qui.
Io che fermo non so stare, mi sveglio prima per andare a correre sul sentiero delle anime: 5e30 suona, ma fuori vedo ancora buio. Dopo un po' idem. Alle 6 anche. Ma..le persiane saranno aperte? No, ecco perchè non vedevo l'albeggiare!
Io che fermo non so stare, mi sveglio prima per andare a correre sul sentiero delle anime: 5e30 suona, ma fuori vedo ancora buio. Dopo un po' idem. Alle 6 anche. Ma..le persiane saranno aperte? No, ecco perchè non vedevo l'albeggiare!
Messe le scarpe parto. La luce è
ancora poca, e gli inciampi sono numerosi, meglio procedere con
calma.. Il bombardamento di castagne poi continua, ma il bosco cambia
abitanti e ben presto mi trovo in mezzo a vari passaggi tra sassi,
ruscelletti, felci, funghi rossi da evitare, e ogni tanto un po' di
panorama sulle montagne che si illuminano di fuoco e la pianura che
resta nella nebbia.
Freschino ma molto meno di quello che
temevo, coperto come sono per questa tosse che non mi lascia. Giunto
al giro di boa, levo i tacchi per chiudere l'anello che non voglio
far aspettare i miei amici! Un cane che mi abbaia a pochi metri, un
asino, e poi giù in mezzo alle felci gialle.
Chissà se il sentiero è giusto, ma la
direzione di certo. Qualche scivolone sul fango e poi di nuovo in
mezzo al campo minato di ricci che mi punge i malleoli e mi entra
nelle scarpe, e una fame esagerata che mi guida vero una risalita.
Pane e marmellata a volontà mi aspettano.
Le vie di oggi sono le classiche, ci
rechiamo verso il Settore delle Placche Nere, carichi come delle
molle, ignari di ciò che stà per succedere. Mentre siamo intenti a
prepararci, Caio (il re di Traversella, quello che insieme a suo
fratello, gestore del rifugio, ha reso questo posto quello che è) si
cala in doppia e attrezza una fissa per fare dopo delle foto a una
ragazza ipovedente ma campionessa d'arrampicata. Chapeaux.
Io sulla Diretta Placche Nere con
Roberta, Stefania con Mattia su Placche Nere e Anna e Roberto su
Alias. Senza sapere cosa mi aspetta, intanto canto e canto Mannarino
a squarciagola con "Mary Lou".
Parto, su un 4b, grado che ieri mi mangiavo: oggi ci sudo come se
fosse un 6b, su Moonbears ho
fatto meno fatica.
Mamma se è duro, il tempo scorre senza
che me ne accorgo, in qualche punto una pausa a osservare Stefania
arrancare di fianco a me: ma che è sta roba?! Va bene esser scarsi,
ma qui c’è un problema coi gradi, troppo diversi da un settore
all’altro. A chi sta sotto urlo “Bastoni a colazione!”
La falesia si popola: un corso CAI, una
cordata con una campionessa ipovedente, tanti privati, un elicottero
che presta soccorso distante (ma non troppo) da noi. In sosta me la
godo al sole, ma con le bastonate sui denti che fanno ancora male,
mentre noto che nella cordata Stefania-Mattia c’è stato un cambio
al timone..
Ed è tutto da ridere il seguito.
Stefania da L1 si è calata lasciando il passo strapiombante a Mattia
che lo ha superato bene. Ora Stefania su L2 sale agilmente una placca
sulla quale poi Mattia arrancherà: gli opposti!
A me aspetta un tiro più piacevole
dove godo nel trovare delle belle orecchie di roccia, buoni appigli
coi quali l’aderenza viene aiutata notevolmente! Recupero Roberta
mentre i nostri quattro amici vanno verso il prossimo settore dove si
può salire un’altra via, foto di via e li raggiungiamo.
Dopo i bastoni sul 4b, il 5a dello
Spigolo Biletta lo lasciamo ad altre cordate, e mentre Stefania sale
una via non presente sulla guida, io sbruffoneggio e convinco Roberta
a provare a fare Pig, primo tiro di 4b: se è come la via di prima,
andiamo a casa!
E invece no: beh certo non è il 4b che
ho salito fino a ieri, ma ad esclusione di un passo in strapiombo sul
quale occorre passare sul versante opposto di una grotta, il resto si
sale senza troppi patemi (ricordo bene la sudata al primo tiro di
oggi!!!). La mia compagna di cordata mi raggiunge faticando, ma
arriva.
Intanto le foto spettacolo alle altre
cordate si sprecano: alla fine solo io non avrò belle foto, come al
solito. Ma almeno posso riprendere a cantare giulivo su questi tiri
più abbordabili.
Il secondo tiro di Pig è un bel
fessurone più o meno ammanigliato da salire nei modi più disparati:
placca, diedro, dulfer, spaccata, sostituzione, un bel tiro completo!
Questo me lo godo e risollevo un po’ il morale per il futuro della
giornata. In sosta mangiucchio qualcosa con Stefania e Mattia che poi
se ne vanno verso il Secondo Salto a esplorare.
Ecco Roberta riemergere da questo mare
di gneiss, pausetta e poi anche noi verso l’ultima parete da salire
di oggi. Parete bella intrisa del corso della Scuola della Valle
dell’Orco: ci si mette in coda e s’aspetta facendo un altro book
fotografico.. agli altri.
Tocca a noi. Una bella vena di quarzo
di spessore mezzo metro e più rappresenta il passetto più ostico
della salita, che procede ancora su difficoltà nei miei limiti.
Stefania invece si ritrova in difficoltà su un altro strapiombo.
Non posso concatenare, troppa gente
sopra, mi fermo e meno male. Mentre recupero Roberta, noto Stefania
in difficoltà, alchè scherzando “Ste, ti lancio una corda?” lei
mi guarda e “Sì!”, “Ma come sì?!”. E scatta la foto della
perculatio a vita.
La mia compagna di cordata inizia a
esser cottarella, vediamo come procede la via, se mai ci caliamo che
non c’è problema: invece la finiremo. Il secondo tiro scema
parecchio come difficoltà, solo il traffico inizia a essere
importante, tra cordate che convergono dai lati e altre che si calano
in doppia.
A S2 tocca aspettare parecchio.
Fischietto "Mary Lou" e la mia meraviglia è tanta quando uno
degli istruttori del corso segue a fischiettare la strofa successiva
“Ma allora la conosci anche tu!” “Sì ziocaro, me l’hai messa
in testa!”.
L3 la saliamo agevolmente, e come
Mattia, opto per raggiungere S4 concatenando, così poi scendiamo per
sentiero e buonanotte, che l’orario avanza, chiama la panza, e
ormai è finita la danza. Solo che gli ultimi 15m sono praticamente
in free, gli spit sono troppo scostati e la corda tirerebbe troppo.
Siamo in cima, recuperiamo le nostre
compagne mentre noto che.. mi sa che non c’è il sentiero a
scendere. Stefania arriva, da un’occhiata e conferma. Mattia e
Stefania si calano in moulinette, noi vediamo quando arriva Roberta.
Intanto il sole cala e le temperature si fanno frizzanti.
Dopo aver interrogato Stefania su come
ci si cala in moulinette, loro vanno, e il secondo di loro che si
cala scopre che si arriva fino alla piazzola sotto di noi, dalla
quale poi un sentiero c’è. Roberta attrezza la doppia ma..il suo
peso piuma e il pitone di corda mal si conciliano e fan troppo
attrito.
Roberta si cala con la corda di
Stefania e Mattia, io invece col mio peso birra scendo che è un
piacere, mentre quelli sotto si fanno mille selfie. Trovare Mattia
che fa su la corda sul collo di Stefania perché lei tutte quelle
spire non le riesce a tenere in mano.. è un po’ come il soccorso
di prima.
Si scende per tracce un po’ impervie,
pensare di risalirle domani mi lascia un po’ pensare. Poca luce e
tanti scivoloni, mille chiacchiere e una salamadra. Il cambio
dell’ora però consente di arrivare in rifugio con un buon margine
per bersi una meritata birra!
La cena scorre da Dio come ieri: si
mangia l’impossibile, si beve un vitigno intero, e tra risate e
rivelazioni, chiacchiere col vicino e filmati, il tempo scorre fino a
che i gestori ci dicono “noi andiamo a letto, dopo chiudete”.
Qui altre foto.
Qui la guida.
Bravi ragazzi sempre in giro e provare posti nuovi
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