domenica 30 ottobre 2016

Bastoni a colazione, birra e vino la sera: Traversella Climbing Days, 2/3

Ieri qui.

Io che fermo non so stare, mi sveglio prima per andare a correre sul sentiero delle anime: 5e30 suona, ma fuori vedo ancora buio. Dopo un po' idem. Alle 6 anche. Ma..le persiane saranno aperte? No, ecco perchè non vedevo l'albeggiare!
Messe le scarpe parto. La luce è ancora poca, e gli inciampi sono numerosi, meglio procedere con calma.. Il bombardamento di castagne poi continua, ma il bosco cambia abitanti e ben presto mi trovo in mezzo a vari passaggi tra sassi, ruscelletti, felci, funghi rossi da evitare, e ogni tanto un po' di panorama sulle montagne che si illuminano di fuoco e la pianura che resta nella nebbia.
Freschino ma molto meno di quello che temevo, coperto come sono per questa tosse che non mi lascia. Giunto al giro di boa, levo i tacchi per chiudere l'anello che non voglio far aspettare i miei amici! Un cane che mi abbaia a pochi metri, un asino, e poi giù in mezzo alle felci gialle.
Chissà se il sentiero è giusto, ma la direzione di certo. Qualche scivolone sul fango e poi di nuovo in mezzo al campo minato di ricci che mi punge i malleoli e mi entra nelle scarpe, e una fame esagerata che mi guida vero una risalita. Pane e marmellata a volontà mi aspettano.
Le vie di oggi sono le classiche, ci rechiamo verso il Settore delle Placche Nere, carichi come delle molle, ignari di ciò che stà per succedere. Mentre siamo intenti a prepararci, Caio (il re di Traversella, quello che insieme a suo fratello, gestore del rifugio, ha reso questo posto quello che è) si cala in doppia e attrezza una fissa per fare dopo delle foto a una ragazza ipovedente ma campionessa d'arrampicata. Chapeaux.
Io sulla Diretta Placche Nere con Roberta, Stefania con Mattia su Placche Nere e Anna e Roberto su Alias. Senza sapere cosa mi aspetta, intanto canto e canto Mannarino a squarciagola con "Mary Lou". Parto, su un 4b, grado che ieri mi mangiavo: oggi ci sudo come se fosse un 6b, su Moonbears  ho fatto meno fatica.
Mamma se è duro, il tempo scorre senza che me ne accorgo, in qualche punto una pausa a osservare Stefania arrancare di fianco a me: ma che è sta roba?! Va bene esser scarsi, ma qui c’è un problema coi gradi, troppo diversi da un settore all’altro. A chi sta sotto urlo “Bastoni a colazione!”
La falesia si popola: un corso CAI, una cordata con una campionessa ipovedente, tanti privati, un elicottero che presta soccorso distante (ma non troppo) da noi. In sosta me la godo al sole, ma con le bastonate sui denti che fanno ancora male, mentre noto che nella cordata Stefania-Mattia c’è stato un cambio al timone..
Ed è tutto da ridere il seguito. Stefania da L1 si è calata lasciando il passo strapiombante a Mattia che lo ha superato bene. Ora Stefania su L2 sale agilmente una placca sulla quale poi Mattia arrancherà: gli opposti!
A me aspetta un tiro più piacevole dove godo nel trovare delle belle orecchie di roccia, buoni appigli coi quali l’aderenza viene aiutata notevolmente! Recupero Roberta mentre i nostri quattro amici vanno verso il prossimo settore dove si può salire un’altra via, foto di via e li raggiungiamo.
Dopo i bastoni sul 4b, il 5a dello Spigolo Biletta lo lasciamo ad altre cordate, e mentre Stefania sale una via non presente sulla guida, io sbruffoneggio e convinco Roberta a provare a fare Pig, primo tiro di 4b: se è come la via di prima, andiamo a casa!
E invece no: beh certo non è il 4b che ho salito fino a ieri, ma ad esclusione di un passo in strapiombo sul quale occorre passare sul versante opposto di una grotta, il resto si sale senza troppi patemi (ricordo bene la sudata al primo tiro di oggi!!!). La mia compagna di cordata mi raggiunge faticando, ma arriva.
Intanto le foto spettacolo alle altre cordate si sprecano: alla fine solo io non avrò belle foto, come al solito. Ma almeno posso riprendere a cantare giulivo su questi tiri più abbordabili.
Il secondo tiro di Pig è un bel fessurone più o meno ammanigliato da salire nei modi più disparati: placca, diedro, dulfer, spaccata, sostituzione, un bel tiro completo! Questo me lo godo e risollevo un po’ il morale per il futuro della giornata. In sosta mangiucchio qualcosa con Stefania e Mattia che poi se ne vanno verso il Secondo Salto a esplorare.
Ecco Roberta riemergere da questo mare di gneiss, pausetta e poi anche noi verso l’ultima parete da salire di oggi. Parete bella intrisa del corso della Scuola della Valle dell’Orco: ci si mette in coda e s’aspetta facendo un altro book fotografico.. agli altri.
Tocca a noi. Una bella vena di quarzo di spessore mezzo metro e più rappresenta il passetto più ostico della salita, che procede ancora su difficoltà nei miei limiti. Stefania invece si ritrova in difficoltà su un altro strapiombo.
Non posso concatenare, troppa gente sopra, mi fermo e meno male. Mentre recupero Roberta, noto Stefania in difficoltà, alchè scherzando “Ste, ti lancio una corda?” lei mi guarda e “Sì!”, “Ma come sì?!”. E scatta la foto della perculatio a vita.
La mia compagna di cordata inizia a esser cottarella, vediamo come procede la via, se mai ci caliamo che non c’è problema: invece la finiremo. Il secondo tiro scema parecchio come difficoltà, solo il traffico inizia a essere importante, tra cordate che convergono dai lati e altre che si calano in doppia.
A S2 tocca aspettare parecchio. Fischietto "Mary Lou" e la mia meraviglia è tanta quando uno degli istruttori del corso segue a fischiettare la strofa successiva “Ma allora la conosci anche tu!” “Sì ziocaro, me l’hai messa in testa!”.
L3 la saliamo agevolmente, e come Mattia, opto per raggiungere S4 concatenando, così poi scendiamo per sentiero e buonanotte, che l’orario avanza, chiama la panza, e ormai è finita la danza. Solo che gli ultimi 15m sono praticamente in free, gli spit sono troppo scostati e la corda tirerebbe troppo.
Siamo in cima, recuperiamo le nostre compagne mentre noto che.. mi sa che non c’è il sentiero a scendere. Stefania arriva, da un’occhiata e conferma. Mattia e Stefania si calano in moulinette, noi vediamo quando arriva Roberta. Intanto il sole cala e le temperature si fanno frizzanti.
Dopo aver interrogato Stefania su come ci si cala in moulinette, loro vanno, e il secondo di loro che si cala scopre che si arriva fino alla piazzola sotto di noi, dalla quale poi un sentiero c’è. Roberta attrezza la doppia ma..il suo peso piuma e il pitone di corda mal si conciliano e fan troppo attrito.
Roberta si cala con la corda di Stefania e Mattia, io invece col mio peso birra scendo che è un piacere, mentre quelli sotto si fanno mille selfie. Trovare Mattia che fa su la corda sul collo di Stefania perché lei tutte quelle spire non le riesce a tenere in mano.. è un po’ come il soccorso di prima.
Si scende per tracce un po’ impervie, pensare di risalirle domani mi lascia un po’ pensare. Poca luce e tanti scivoloni, mille chiacchiere e una salamadra. Il cambio dell’ora però consente di arrivare in rifugio con un buon margine per bersi una meritata birra!
La cena scorre da Dio come ieri: si mangia l’impossibile, si beve un vitigno intero, e tra risate e rivelazioni, chiacchiere col vicino e filmati, il tempo scorre fino a che i gestori ci dicono “noi andiamo a letto, dopo chiudete”.

Qui domani.

Qui altre foto.
Qui la guida.

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