La carovana
di persone per questo sabato è cospicua: io, Cristian, Giorgio, Roberto, Stefania. Peccato
Simone all'ultimo momento ci lascia causa un mix tra salute e lavoro. La
carovana personale dei componenti il gruppo, anche lei è cospicua: c'è chi
brama Perla Azzurra da tempo, chi di tornare a pestare ghiaccio, chi di vedere
un posto bellissimo, chi di essere veloce per esplorare altri flussi, chi di
bere la birra alla fine.
Ma il muro è
bello dritto e il ghiaccio non è amico. I piedi di Roberto scappano, le braccia
di Cristian si ghisano. Partiamo male! Speriamo proseguire meglio.. Tocca
partire a noi, e capisco bene le difficoltà incontrate dagli altri due. Poi
giusto per gradire mi complico la vita incastrandomi su del misto sulla
sinistra, finendo su un tratto leggermente strapiombante. Accidenti a me.
La sosta su
roccia è coperta dalla neve, il ghiaccio permette ai due amici di farne una
alternativa. E il muro di Perla è li che guarda Giorgio. Io guardo l'attacco diTunnel, coperto da una cospicua massa nevosa al posto di quella debole candeletta che respinse Nicola a gennaio e di cui la sola vista mi fece
abbandonare perfino l'idea di provarla quando venni la volta scorsa.
Giorgio
parte per salire il muro chiave di Perla Azzurra. Stefania per il suo primo
tiro da prima su una cascata, che oggi pare più un vajo con un po' di ghiaccio
sparso, ma tant'è. Stefania progredisce faticando più per la neve che per il
piantare picche e ramponi, mentre Giorgio..ha la sua bella gatta da pelare.
Sale la
rampetta, si sposta a sinistra, mette giù viti, tentenna, sale, esita, torna
giù, mmmm come la vedo male! "Robbi oggi ci scatta la ferrata!",
sale, scende, risale, poi mi distraggo a guardare Stefania, riporto lo sguardo
verso Giorgio, e non lo vedo più! Solo i suoi ramponi appaiono con le punte
verso il cielo..qualcosa non va. Appuratici del fatto che sia caduto dolcemente
sulla neve fresca e non si sia fatto nulla tranne essersi coperto di bianco..scoppiamo
tutti a ridere! Anche lui..
Oggi non c'è
trippa per gatti. Stefania prosegue, con calma, mentre io e Cristian geliamo.
Giorgio inizia a valutare il da farsi dopo questi pochi metri stile
"lavorato", optando poi per un abalakov di ritirata e venire con noi
su Tunnel (mentre penso che l'ultimo tiro di Tunnel è un 4, questo doveva
essere un 3, mah, mi sa che non finiamo mica oggi).
Finalmente
tocca a noi salire, si va, bellissimo
ambiente anche se difficoltà irrisorie. Incassati tra le rocce, dentro il cuore
della montagna, con la sua vena di neve che oggi pulsa più che mai: beh,
pulsa.. meglio stia ferma questa neve! Raggiungo Stefania, una sosta buona, con
un terzo punto che..ci ricorderemo.
Riparte
Cristian, così a me resta l'ultimo tiro, e appena girato l'angolo lo si sente
esclamare "ma è una figata!": lo scopriremo dopo, è il tiro in cui si
passa sotto il caratteristico Tunnel di pietra, svariate tonnellate di roccia
gravano sulla testa di chi passa sotto, un arco di pietra a un altezza di 7-8m,
uno spettacolo che vale il viaggio.
La vista
dell'ultimo tiro mi carica a molla, un bel po' di ghiaccio lassu, ma vacca se è
dritto.. Arrivo alla base, scambio materiale, due cazzate parlottate, Giorgio e
Roberto che si sentono arrivare da dietro. Parto sulla prima lingua di ghiaccio
vicina a noi, salire ancora e vedere cosa c'è mi obbligherebbe poi in alto a
prendere quello che pare essere il punto di massima pendenza.
Le prime
spiccozzate fanno già diramare svariate rose.. Un rampone sulla roccia a
sinistra mi facilita un po la progressione a diedro, ma le picche non sono
salde come vorrebbero. La vista di una corda, o di uno spezzone di corda,
incastrato nel ghiaccio mi raggela un po' il sangue. Continuo a salire,
osservando ciò che mi aspetta, lanciando con forze le picche nella neve
inconsistente per uscire dal tratto verticale.
Già ero
partito che non mi sentivo in forma. Il primo tiro tutti ad arrancare. Giorgio
che scende da Perla. La possibile ora tarda. Il freestanding lassu, aggirabile
solo a destra su debole strato di ghiaccio che non si capisce se sia attaccato
alla roccia o scollato. Il terrazzino di neve probabilmente inconsistente in
uscita dal prossimo verticale. Tentenno a mia volta.
Valuto un
po' il da farsi. Scambio due battute per sdrammatizzare con chi sta sotto. Un
altro passo, altre occhiate, valuto meglio quello che potrebbe attendermi, una
vite e mi ci appendo. Mmmmm. "Cristian, che ore sono?"
"11e40" "Ragazzi, a me non piace, non sono convinto. Troppi
presagi." Inizio a preparare un abalakov e buonanotte. Il primo fallisce,
troppo poco angolate le due viti. Il secondo sono troppo lontane. Che qualità
poi questo ghiaccio! Torno sul primo riprendendo uno dei fori, stavolta va, ma
i due fori d'ingresso saranno distanti non piu di 15cm. Su una corda mi calo in
doppia, sull'altra resto assicurato mentre tolgo le viti.
Foto di
ritirata. Intanto Roberto e Giorgio attrezzano la doppia sotto la nostra sosta,
scende Giorgio, poi vado io con entrambe le nostre code passando davanti a Roberto,
che invece che per secondo, scenderà per ultimo! 60m di doppia, 35 di
disarrampicata con anche un tratto di ghiaccio non banale, e per il quale dico
a Cristian "Ehi, vedi se Stefania se la sente, aspettala li per valutare
un altro abalakov": dopo 5 minuti scarsi, me lo vedo a fianco..
Giorgio ha
scavato per trovare la sosta su roccia del primo tiro, ci caliamo su questa
anche se il chiodo che è fuori dalla neve non apre molto confortante.. Già ad
occhi chiusi uno alla volta, sul muro salito alla base, e fine dei giochi.
Ma alla
base, lo sconforto, la rabbia, l'euforia, la pazzia, mi fanno brandire le mie
picche alla rinfusa sul ghiaccio basale, che in realtà è un crostone di 5cm con
sotto 50cm di neve polverosa! Ciò di cui di peggio potresti aspettarti su una
cascata! Scavo una grotta, dentro la quale sia Stefania che Roberto faranno una
foto visto che Cristian gli intima che "è usanza", ingannandoli.
Con le
orecchie basse, ma con comunque il sorriso sulle labbra per la giornata
gioviale trascorsa, si scende per una Vallunga adesso torrida: maniche corte e
occhiali da sole, verso birra e salsiccia di fine giornata. Pochi metri per
finire la cascata, ma dopo certi episodi, do molta più voce al mio istinto
conservativo.
Qui altre
foto.
Qui report.
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