sabato 19 marzo 2016

Bastonati in Vallunga: Tunnel, quasi

La carovana di persone per questo sabato è cospicua: io, Cristian, Giorgio, Roberto, Stefania. Peccato Simone all'ultimo momento ci lascia causa un mix tra salute e lavoro. La carovana personale dei componenti il gruppo, anche lei è cospicua: c'è chi brama Perla Azzurra da tempo, chi di tornare a pestare ghiaccio, chi di vedere un posto bellissimo, chi di essere veloce per esplorare altri flussi, chi di bere la birra alla fine. 
Diciamo che ci confidava nella birra, di certo non è stato deluso! Gli altri..bah, dipende. La partenza alle 2 è già una bella prova di forza: forza che a Giorgio mancherà per svitare la brugola e cambiare le punte dei ramponi..in autogrill. Arriviamo al parcheggio che sta quasi albeggiando, la frontale sarà inutile dopo pochi metri, tardissimo! Le risate già si sprecano in fase di preparazione, la voglia di ghiaccio ci spinge a mettere il turbo per l'avvicinamento.
Giornata già limpida e spettacolare: il Sassolungo alle nostre spalle che si illumina pian piano, il Col Turont che cerca di nascondersi sotto la coperta, la fine della Vallunga che non si vede ancora. Non fa certo caldo, anzi, il pizzetto inizia già ad appesantirsi di stalattiti.
Addentrandosi nella valle, seguendo i cartelli del sentiero senza pestare la pista da sci da fondo, le magie di ghiaccio appaiono (Piovra, Jumbo Jet, Flauto Magico), la dolomia mostra il suo aspetto invernale, scuretto per il bagnato e biancuccio per le cenge coperte dalla dama bianca. Molte rughe solcano le muraglie rocciose, lasciando sognare cosa mai possa nascondersi la dietro.
E lentamente, senza prendere quota ma macinando chilometri, le piste da fondo finiscono, il sole illumina già i luoghi più alti, e insieme alle Palestrina 1 e Palestrina 2 (belle crepate!) si inizia a intravedere dove calzeremo i ramponi per aggredire il ghiaccio. Intanto montiamo le ciaspole: solo ora la neve lo richiede, ma lo richiede.
Giorgio fulmineo è già alla base (defeca o  mette i ramponi?), Stefania lo segue, noi altri tre arriviamo: siamo davvero affamati se ci abbiamo messo meno di due ore! Cambio abiti, armi in mano, proiettili all'imbraco, e corde stese.
Rispetto a quando venni a fare Perla Azzurra sembra in effetti esserci più neve e più freddo: ghiaccio secco e spaccoso, belle croste a destra e manca, neve inconsistente quando si esce dai salti verticali. Neve abbondante non trasformata sulle pendenze inferiori a 50°. Proprio belle condizioni!
Parte Roberto con Giorgio a fargli sicura, loro proseguiranno (vorrebbero) su Perla Azzurra, Cristian io e Stefania invece su Tunnel. Viste le condizioni, optiamo per salire il muro tutto a sinistra, anche per esser sicuri di arrivare alla prima sosta con un solo tiro di corda e senza fare della conserva.
Ma il muro è bello dritto e il ghiaccio non è amico. I piedi di Roberto scappano, le braccia di Cristian si ghisano. Partiamo male! Speriamo proseguire meglio.. Tocca partire a noi, e capisco bene le difficoltà incontrate dagli altri due. Poi giusto per gradire mi complico la vita incastrandomi su del misto sulla sinistra, finendo su un tratto leggermente strapiombante. Accidenti a me. 
La sosta su roccia è coperta dalla neve, il ghiaccio permette ai due amici di farne una alternativa. E il muro di Perla è li che guarda Giorgio. Io guardo l'attacco diTunnel, coperto da una cospicua massa nevosa al posto di quella debole candeletta che respinse Nicola a gennaio e di cui la sola vista mi fece abbandonare perfino l'idea di provarla quando venni la volta scorsa
Giorgio parte per salire il muro chiave di Perla Azzurra. Stefania per il suo primo tiro da prima su una cascata, che oggi pare più un vajo con un po' di ghiaccio sparso, ma tant'è. Stefania progredisce faticando più per la neve che per il piantare picche e ramponi, mentre Giorgio..ha la sua bella gatta da pelare. 
Sale la rampetta, si sposta a sinistra, mette giù viti, tentenna, sale, esita, torna giù, mmmm come la vedo male! "Robbi oggi ci scatta la ferrata!", sale, scende, risale, poi mi distraggo a guardare Stefania, riporto lo sguardo verso Giorgio, e non lo vedo più! Solo i suoi ramponi appaiono con le punte verso il cielo..qualcosa non va. Appuratici del fatto che sia caduto dolcemente sulla neve fresca e non si sia fatto nulla tranne essersi coperto di bianco..scoppiamo tutti a ridere! Anche lui.. 
Oggi non c'è trippa per gatti. Stefania prosegue, con calma, mentre io e Cristian geliamo. Giorgio inizia a valutare il da farsi dopo questi pochi metri stile "lavorato", optando poi per un abalakov di ritirata e venire con noi su Tunnel (mentre penso che l'ultimo tiro di Tunnel è un 4, questo doveva essere un 3, mah, mi sa che non finiamo mica oggi). 
Finalmente tocca a noi salire,  si va, bellissimo ambiente anche se difficoltà irrisorie. Incassati tra le rocce, dentro il cuore della montagna, con la sua vena di neve che oggi pulsa più che mai: beh, pulsa.. meglio stia ferma questa neve! Raggiungo Stefania, una sosta buona, con un terzo punto che..ci ricorderemo. 
Riparte Cristian, così a me resta l'ultimo tiro, e appena girato l'angolo lo si sente esclamare "ma è una figata!": lo scopriremo dopo, è il tiro in cui si passa sotto il caratteristico Tunnel di pietra, svariate tonnellate di roccia gravano sulla testa di chi passa sotto, un arco di pietra a un altezza di 7-8m, uno spettacolo che vale il viaggio. 
La vista dell'ultimo tiro mi carica a molla, un bel po' di ghiaccio lassu, ma vacca se è dritto.. Arrivo alla base, scambio materiale, due cazzate parlottate, Giorgio e Roberto che si sentono arrivare da dietro. Parto sulla prima lingua di ghiaccio vicina a noi, salire ancora e vedere cosa c'è mi obbligherebbe poi in alto a prendere quello che pare essere il punto di massima pendenza. 
Le prime spiccozzate fanno già diramare svariate rose.. Un rampone sulla roccia a sinistra mi facilita un po la progressione a diedro, ma le picche non sono salde come vorrebbero. La vista di una corda, o di uno spezzone di corda, incastrato nel ghiaccio mi raggela un po' il sangue. Continuo a salire, osservando ciò che mi aspetta, lanciando con forze le picche nella neve inconsistente per uscire dal tratto verticale. 
Già ero partito che non mi sentivo in forma. Il primo tiro tutti ad arrancare. Giorgio che scende da Perla. La possibile ora tarda. Il freestanding lassu, aggirabile solo a destra su debole strato di ghiaccio che non si capisce se sia attaccato alla roccia o scollato. Il terrazzino di neve probabilmente inconsistente in uscita dal prossimo verticale. Tentenno a mia volta. 
Valuto un po' il da farsi. Scambio due battute per sdrammatizzare con chi sta sotto. Un altro passo, altre occhiate, valuto meglio quello che potrebbe attendermi, una vite e mi ci appendo. Mmmmm. "Cristian, che ore sono?" "11e40" "Ragazzi, a me non piace, non sono convinto. Troppi presagi." Inizio a preparare un abalakov e buonanotte. Il primo fallisce, troppo poco angolate le due viti. Il secondo sono troppo lontane. Che qualità poi questo ghiaccio! Torno sul primo riprendendo uno dei fori, stavolta va, ma i due fori d'ingresso saranno distanti non piu di 15cm. Su una corda mi calo in doppia, sull'altra resto assicurato mentre tolgo le viti. 
Foto di ritirata. Intanto Roberto e Giorgio attrezzano la doppia sotto la nostra sosta, scende Giorgio, poi vado io con entrambe le nostre code passando davanti a Roberto, che invece che per secondo, scenderà per ultimo! 60m di doppia, 35 di disarrampicata con anche un tratto di ghiaccio non banale, e per il quale dico a Cristian "Ehi, vedi se Stefania se la sente, aspettala li per valutare un altro abalakov": dopo 5 minuti scarsi, me lo vedo a fianco.. 
Giorgio ha scavato per trovare la sosta su roccia del primo tiro, ci caliamo su questa anche se il chiodo che è fuori dalla neve non apre molto confortante.. Già ad occhi chiusi uno alla volta, sul muro salito alla base, e fine dei giochi. 
Ma alla base, lo sconforto, la rabbia, l'euforia, la pazzia, mi fanno brandire le mie picche alla rinfusa sul ghiaccio basale, che in realtà è un crostone di 5cm con sotto 50cm di neve polverosa! Ciò di cui di peggio potresti aspettarti su una cascata! Scavo una grotta, dentro la quale sia Stefania che Roberto faranno una foto visto che Cristian gli intima che "è usanza", ingannandoli. 
Con le orecchie basse, ma con comunque il sorriso sulle labbra per la giornata gioviale trascorsa, si scende per una Vallunga adesso torrida: maniche corte e occhiali da sole, verso birra e salsiccia di fine giornata. Pochi metri per finire la cascata, ma dopo certi episodi, do molta più voce al mio istinto conservativo.

Qui altre foto.
Qui report.

Nessun commento:

Posta un commento