Dopo la
batosta di ieri, la voglia di riscatto è tanta. Certo che scegliere proprio una
salita su roccia, la prima della stagione, per ottenere ciò..è da masochisti.
Ma ormai la decisione era presa, anche per non svegliarsi mentre gli altri
tornano dalla discoteca.
Sopravissuti
solo io e Stefania a ieri, direzione Rocca
Pendice: ritrovo, viaggio, colazione (in un simpatico bar) come da manuale. Solo che il sole
latita, la nebbiolina domina, e noi avremmo voglia di fare le lucertole, non
gli orsi polari.
Ci avviamo,
con un "peso" dello zaino e materiale fuori dalle abitudini degli
ultimi mesi, e subito una sorpresa: parete est vietata all'arrampicata per
nidificazione del Falco Pellegrino. Ma porca vacca! E noi che si era diretti
lì! Fortuna avevamo il dubbio con un'altra via, visto che non ci penso nemmeno
a salire in una zona vietata, per quel motivo poi.
Arriviamo
fin sotto la dritta parete est, e guardando verso ovest appare lo Spigolone
finalmente al sole: ma è una parete nord est, bisogna anche muoversi per godere
dell'illuminazione su quell'esposizione. Ma da lontano sembra già mica tanto
easy quella via: una volta giunti sotto poi, con quell'arco strapiombante a
dominare la Parete del Diavolo..
Qualche
metro di roccia muschiata, e ci fermiamo all'anello di sosta per prepararci a
partire. Già pensato a come suddividerci i tiri, sono io prescelto per toccare
per primo la Trachite.
Beh, bella
partenza non c'è che dire. Pochi resinati e mi trovo già in difficoltà: va poi
detto che la salita è bella dritta, non sempre ben ammanigliata e su roccia che
prima di prenderci confidenza ci vuole un po', sembra sempre saponata. Mi
arrampico sugli specchi! Un azzero ci sta subito che non c'ho voglia di
rompermi le caviglie, qualche sbuffo e si sale.
Ammiro il
panorama, gli scorsi sulle colline venete, il proseguo della via, un mare di
blocchi più o meno rettangolari accatastati tra loro. La salita si fa più
facile, trovo una sosta che evito e salgo bene fino a dove immagino ci possa
esser l'altra, ed eccola. Bon, il primo tiro è fatto.
Recupero
Stefania, non la vedo immagino le sue imprecazioni. Sulla carta il tiro dopo
dovrebbe essere più facile, anche se da sotto osservo quello che mi pare il
passaggio chiave del tiro e..vedremo. Riparte, primi metri tranquilli, poi
subito un attimo di indecisione. Resting e azzeri si sprecano, accidenti a
questa come prima via della stagione!
Supera il
diedrino, si dirige verso lo strapiombo. Spaccate eleganti, se servissero a
qualcosa, e invece è dura anche lì! Prova dritto, vai a sinistra, prova lì,
vieni giù, prova e riprova, il tempo vola, lei no (almeno). I consigli anche da
basso si sprecano, le maledizioni dall'alto pure. Parla a voce alta senza
rendersene conto. Che ridere, dopo, una volta fuori dalla via.
"Basta,
ultimo tentativo", e non va, per fortuna ritenterà. Eccola, ce la fa, la
gamba sinistra resta giu nel vuoto tremolante, ma la mano vola, rinvia, azzera,
si issa, ecco, è fatta! Quasi, ma in sosta ci arriva con urletto di
soddisfazione. Tocca a me.
E fischia,
dritto è dritto il tiro, ma ciò che più non mi piace è il come suonano a vuoto
certi blocchi: "toc toc" e a momenti mi aprono la porta! Ed è pure
duro, altro che 4c, ok che siamo scarsi, ma mi pare sottogradata. Arrivo sotto
il traverso strapiombante e mi soffermo a pensarci anche io, che non è mica
banale. Molto fisico questo tiro, arrivo in sosta anche io che non vedo l'ora
di uscire. Anche perchè il tempo scorre, e non siamo certo delle lepri oggi.
Dai, ultimo
tiro dalle difficoltà simili, e poi è fatta. Ma già da basso non mi pare
proprio comodo.. Vado, fiducioso delle mie possibilità, presto devo ricredermi,
anche perchè anche queste grosse scaglie e blocchi si muovono, suonano. Anche
qui mi ritrovo poi in strapiombo, momah, fammi uscire. Su o a sinistra?
Proviamo anche del dulfer, ma salire è davvero dura, e la caduta sulla cengetta
non sarebbe carina..
Provo a
sinistra, più facile, ma non banale, ecco un chiodo, allora non è così
sbagliato, zigzago a cercare la sopravvivenza, e finalmente riesco a vedere la
sosta! E niente, questa via sembra infinita. Bella arrampicata, a saperla fare,
ma tutta sta roba che si muove.. No good.
Arriva
Stefania, riparte per un tiro che dovrebbe essere molto sotto le difficoltà
precedenti, in mezzo alla boscaglia ma con ancora qualche passo da prestare
attenzione, trova la sosta, mi recupera, e finalmente fine! O quasi..
Un debole
sentiero e una facile arrampicata ci conducono sulla "cima", e
sull'altro versante c'è la falesia che brulica di climber, un altro mondo
rispetto alla solitudine della parete che abbiamo lasciato. Un meritato mars,
non tanto per la disinvoltura della salita, quanto per esserne comunque usciti,
e via giù, sbagliando come al solito il sentiero. Ma la birra, quella non ci
scappa. E bevendola, report su internet della stessa via, ci confortano un po'..
Qui altre
foto.
Qui report.
Qui la
guida.
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