Si vive una
volta sola. Quindi, nonostante la faticata di ieri, la sveglia la punto lo stesso: 3h di
dormita, e destinazione Appennino invernale! Ma la stanchezza la fa da padrone,
durante il viaggio mi fermerò a dormire un paio di volte per riprendere forze:
mi sono svegliato anche troppo tardi per quello che vorrei fare, ma più di
così, oggi non si può fare.
Dal
parcheggio degli impianti mi incammino che fa già luce, la frontale resta in
macchina. La luna è ancora alta in cielo, ma rasenta il crinale del gigante, e
presto andrà a nascondersi dietro essa. Il sentiero è martoriato da pedate e
segni di sci, a tratti si gallegia, a tratti si sfonda, ma si sale senza quei
dannati attrezzi, le ciaspole. Intanto noto come anche dal bosco si possa
ammirare la schiena del gignate: di solito salgo a buio, e non la vedevo.
In 1h sono
fuori dal bosco, il sole l'ho già visto in mezzo ai faggi, ora devo decidere
che fare: o meglio, decidere se confermare quello che volevo fare oppure andare
altrove. Ma la vista della parete nord ovest del Vallestrina è troppo
invitante, vado verso di lei.
Oggi non c'è Chucky a farmi compagnia come la scorsa volta, ma
nemmeno a rovinarmi i piani, potrei quindi davvero tentare qualche via sulla
parete, ma son pur sempre da solo. Va beh, intanto andiamo a mettere il naso,
che qualcosa da fare lo trovo di sicuro!
Giunto in
fronte a lei, il vento torna a farsi sentire. Non vedo tracce di chi invece
dovrebbe essere passato ieri. Vedo cornici invece, già illuminate dal sole.
Vedo anche un'uscita che non pare comodissima. Beh, ieri ho preso le mie
soddisfazioni, oggi posso stare più tranquillo: rasento la base della parete e
mi dirigo verso il Canalino Sinistro.
I ramponi
sono ai piedi già da un po', le picche ancora valuto non servano, avanzo con
solo i bastoncini, ma la pendenza in realtà potrebbe necessitare altro.
Proseguo, osservo un alberello solitario sulla cresta alla mia sinistra: come
me! Osservo anche tutto il paesaggio circostante, le cornicette sulle creste,
la parete, il sole, il cielo limpido, i pendii, le scariche. Spettacolo.
Ben presto
sono sulla cresta nord, sferzato dal vento, la risalgo osservando la parete
alla mia destra e l'uscita delle possibili vie: in alto un bel cumulo di neve
da riporto che pare compatto, ma anche ripido. C'è ben più neve dell'altra
volta, ma non a sufficienza per coprire per intero le rocce verso l'antecima.
Si sbuca sulla cresta est e si gode il panorama verso sud.
In cammino
verso la vera cima dell'Alpe di Vallestrina, in faccia al sole, sulla
Vallestrinagrat. Contemplazione e respiro ad ampi polmoni, e ad ampi occhi. Ma
non c'è tempo di fermarsi, nel caso lo farò dopo, ho ancora fame di
"roba" un po' tecnica: e in fronte a me sta quello che cerco..
Torno sull'antecima,
un'occhiata a tracce che pare escano dalla nord ovest, e tante che sono scese,
verso il basso anche io e poi sulla Passonegrat verso quei tubolari metallici
bucati a formare una croce che oggi fischia bene!
Si punta
verso sud, ma non verso l'anfiteatro della Valle dei Porci dove vorrei
esplorare come l'altra volta parecchi canali, no oggi no che sono da solo e ho già visto troppe cornici al
sole in giro! Si punta verso quella cresta che d'estate percorro spesso e che mi ero
ripromesso di voler affrontare una volta in invernale: la Cipollagrat.
Si vede che
ci sono già saliti, meglio, così eventuali passaggi ostici so già come
affrontarli. Alla sua base osservo questa "scala verso il cielo",
sognando anche di salirci passando per la parete ovest, ma non oggi. Stavolta
però la picca la tiro fuori, che non voglio rischiare, spero solo il sole non
abbia già cotto tragicamente la neve.
La prima
parte è blanda, si sale bene, verso la fine le tracce si dividono tra chi l'ha
affrontata di petto, e chi invece sul lato ovest: vado di petto, passettini
delicati su rocce intrise di ghiaccio, neve sputata dal vento con violenza in
stile scottish. Ma il cielo è in stile riviera.
Ed eccoci
sulla cima del Cipolla, ad osservare da un altra angolazione il Vallone dei
Porci: che voglia quel canale laggiù! Mi ero ripromesso di valutare la prossima
salita solo se già tracciata, visto che sulla guida si parla di possibili
tratti su roccia. Ma vedo che di orme ce ne sono..quindi verso la Pradograt!
Già d'estate
questa offre tratti di arrampicata (ricordo quanto sia stato
"agevole" issare i 30 kg di cane l'altra volta), adesso offre anche
tratti di cresta affilata. Pochi metri, ma la diceria "ma dai è solo un
passo" con me non attacca. Per un passo che non si supera, si torna
indietro.
Ancora una
volta si parte blandi, poi man mano ci si assottiglia, la neve è ancra buona,
ma arrivo a un passaggio con placca per i piedi con neve inconsistente. Azz. Mi
allungo con le mani a cercare una lama, l'altra mano ad "afferrare"
la neve, un bel respiro e con due passi sono sù, su un esile crestina. Che
bello!
La est del
Prado è una gigante meringa verticale, ghiacciolini sospesi al sole, bella è
bella, ma pensare di scalarla.. Già da più giù vedevo come il vento avesse
creato "cornici" verticali in mezzo alla parete. Ma che spettacolo, e
non siamo nemmeno a 2000m.
Ancora
qualche decina di metri in forte esposizione, e poi si arriva al panettone
sommitale e in breve alla cima vera e propria, con un bel panorama sulle
Apuane, ma con un mare di nuvole a coprire tutto il mare. Pausetta al sole, ma
troppo vento mi evita di starmene qui a lungo quanto vorrei.
Discesa
rapida per i canaloni nord ovest, scorrendo poi sotto la ovest del Cipolla,
sotto la nordovest e di nuovo al Passo di Lama Lite: quante salite ci sarebbero
da fare! Ma meglio essere rapidi a passare sotto questi versanti che in alto
sono già accaldati dal sole.
Di nuovo a
cavalcare la Battistigrat verso il Passone, incrocio una coppia di toscani al
telefono con lui che riferisce al suo interlocutore "siamo in mezzo alla
tempesta": mah, c'è il sole, e il solito vento appenninico. Quale
tempesta?
Mi
attraversava l'idea di salire anche la Cusnagrat, metà, e scendere dalle piste,
ma non voglio esagerare e sopratutto vorrei essere giù presto per un buon pasto
da Dona e dormirmene un po' in macchina dopo. Quindi giunto al Passone, giù diretto dal
versante nord. E di corsa, visto che alla mia sinistra osservo una valanga di
fondo che stamani non c'era..
Pausetta al
sole prima di rimettermi dentro al bosco, con le vesciche di ieri che iniziano
a pulsare, e una fame che non ci vedo. Tagliatella al cinghiale, arrivo! Per
alcuni (non per me) l'Appennino "nudo" non dice nulla, ma quando
mette il manto bianco, è da sposare!
Qui altre
foto.
Qui report.
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