2017-03-26
Esplorando a TessarI: Ali di Farfalla e Bella Gioia
E dopo ieri tra bastonate e ruggiti, vediamo se oggi ci divertiamo un po' con del plaisir,
dell'esplorazione, e un bel sole caldo con cui arrampicare in pantaloncini e
maglietta, e che ci conceda a fine giornata una dormita al sole a fare le
lucertole. Beh, (quasi) nulla di tutto ciò.
Dormito
poco, colazione carica per fare il pieno, e via diretti verso la Val d'Adige:
ma dall A2 ben presto notiamo come il cielo sereno sopra la nostra pianura, sia
piuttosto cupo sopra quella veneta. Ma..come? Le previsioni davano temporali al
pomeriggio, ma al mattino tempo discreto. L'auto non torna indietro, siamo
fiduciosi.
Si
parcheggia, dubbiosi. Cielo cupo, umido, ma non piove: anche se pare che presto
lo farà.. Da esplorare ci sarebbero due settori, la Roda del Canal e la Parete
Rigata, la prima mediamente più dura: dato il meteo incerto, optiamo per la
seconda, anche in vista di future uscite dei corsi. Armati fino ai denti non
essendo ben certi di cosa ci aspetta, ci si infila nel paese di Tessari, dentro
i vigneti, seguendo le indicazioni della guida, mischiate a quelle delle
relazioni, arricchite da quelle di una contadina.
Torna
indietro, ritorna su, troviamo il sentiero. Rognoso ghiaione da risalire, ma la
parete è lì bella in vista. Arriviamo giusto giusto davanti all'attacco di
"Bella Gioia", di cui non abbiamo però relazione: il nome però ci
ispira, noi fan di #maiunagioia, sopratutto quando Stefania usa il
#ognitantoqualchegioia prima della salita all'Allanihorn. Andiamo a sinistra verso Ali di
Farfalla va la..
Alla base,
si vedono già tanti chiodi: tra questi e i cordini, e la logicità del percorso
che evita il più possibile le zone verdi, non sarà difficile trovare la via.
Parto io, che Stefania è a digiuno da un bel po' e pure ancora in ripresa
dall'infortunio. Le difficoltà non sono mai elevate, si cerca di complicarsi la
vita, salto la sosta per concatenare il più possibile. Un pilastrino preso di
petto, e poi la seconda sosta che per noi diventa la prima. 55m filati, nella
speranza di perdere poco tempo e riuscire a fare altre vie dopo questa.
Arriva l
amia amica, e coraggiosamente mi dice "dai, vado io, provo". Parte
tranquilla, si allena a proteggere aumentando quelle già in loco, poi su quello
scudo lassù, il passo da traversare la obbliga a una spaccata che noto non le
garba molto. Qualche momento di pausa e riflessione, poi tac, riprende la
salita, per poi incontrare in seguito un secondo scudo ma più appoggiato. Io intanto osservo unalumachina che mi affronta uno strapiombo con salto: lei sì che si tiene!
Raggiungo
Stefania, grandi risate tra la divertita, la soddisfatta e l'isterica (insomma,
il solito),e risalgo qualche decina di metri per raggiungere il bosco: la prima
via di oggi è chiusa. Si era riflettuto se scendere in doppia per evitare
discesa e di nuovo l'avvicinamento..ma non è il caso. Andiamo per sentiero va
la, scorrendo sopra le uscite della Tessari Trapezio, e osservando quanto si
sia popolata di auto la zona.
Stesso
avvicinamento, stavolta a colpo sicuro, sogni di apertura di vie (ci sta
osservando la parete da lontano, e dopo averne salito una via trovandola con
roccia davvero buona) e rieccoci sotto "Bella Gioia", ma andiamo a
vedere anche a destra. "Lacrime di Madonna", vacca che partenza! E la
mia amica infatti mi boccia subito l'idea.
Parto quindi
per L1 di "Bella Gioia", senza relazione, senza schizzo, solo due
righe trovate al volo su web che sembrano dire che sul primo tiro c'è un passo
di V+ e basta. E invece.. Parto timoroso, qualche masso instabile, terra che
scende dalle crepe basali di certi massoni che tocco, ma non la vedo così dura
la partenza. Dai che magari ci siamo fatti dei viaggi per nulla.
Beh no, tra
massi e pilastrini instabili, via da cercare in alcuni passaggi, e difficoltà
costanti, la via non è mica banale! Un traverso strano e una risalita, mi
conduce alla prima sosta: concateno? Non mi pare il caso dai, avrei troppa
corda fuori, il che vuol dire che la mia amica se scivola sulle prime difficoltà
finisce a terra per colpa dell'elasticità della corda stessa. Dai che magari la
pioggia non la becchiamo.
Arriva
Stefania, più tranquilla di quello che pensassi. Un'occhiata la proseguo, quel
poco che se ne vede, una breve valutazione sul suo stato di allenamento e sul
ginocchio che un po' duole, il fatto che siamo ignari di cosa ci aspetta, e
quindi un saggio "Pelle, vai pure tu". E non mi fa mica schifo andare
avanti io!
Anche
perchè, dopo un traverso ascendente verso destra, la parete mantiene bene la
verticalità. Mani buone quasi sempre, ma piedi che spesso vanno in aderenza
(con le suole sporche di terra, nuoh!) e protezioni lontanucce. Certo che si
potrebbe integrare, ma fa più "dolomitico" così. Ah che voglia di
qualche bello spigolone nei monti pallidi.
Salto la
sosta e concateno, un bel tratto verticale che quando guardo giù..beh, mica
tanto appoggiata questa parete! Mi sto divertendo, oddio mi sarei divertito
comunque siccome "meglio una brutta via con una bella compagnia, che
viceversa", però ci stiamo mettendo anche del pepe. La mia amica mi
raggiunge "il secondo tiro potevo farlo anche io, ma il terzo magari no. E
son stancuccia, fa vedere un po' come va avanti.. O che cos'è quel muro con
strapiombo, vai vai Pelle"
Agli ordini
signorina! Solo che quel muretto che si vede non è nulla rispetto a dopo. Ci
metto un po' per sistemarmi bene coi piedi (e quando uno non ha tecnica, si
vede), poi tac si sale. Proseguo bene, arrivo alla zona dove dovrebbe esserci
un'altra sosta, che voglio saltare per uscire dalla via prima. Urca che placca
davanti a me.
Guardingo,
lento, spalmato, cercando le buone (buonine) prese lontane, sfruttando la mia
apertura alare al massimo, supero la placca che non mi aspettavo, e poi cavalco
questa ottima roccia verso l'uscita. Ottima adesso, per 3/4 di via c'è da stare
davvero attenti! Non piove, dai che forse ce la facciamo.
Arriva
Stefania, siamo affamati e assetati, soddisfatti per questa seconda via che si
è dimostrata bella continua e da un certo impegno. Facciamo su le corde
scherzando e ridendo su come alcune persone facciano delle palle piuttosto che
dei bei capelli lunghi, e di nuovo giù verso la macchina. Un dissetante e
sfamante Platano ci
aspetta.
Qui altre
foto.
Qui report.
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