Ce la
faccio. Convinco Stefania che questa via Calliope sarà meglio di quell'altra
(sportiva ma per noi dura e probabilmente affollata) e di quell'altra (stesso
grado ma friabile e più alpinistica): anche se di quest'ultima mi resta
l'acquolina in bocca..
Dopo ieri, si riparte alla
volta di Arco: l'anno scorso snobbavo il più possibile questa zona, e questa stagione
mi ci ritrovo di nuovo. Colazione come si deve, e via a dare da mangiare ai dipendenti
dell'A22: almeno la partenza presto (ma non troppo) ci consente di arrivare
all'attacco per primi, nonostante che la quantità di auto nei paraggi mi abbia
fatto temere il peggio.
E siamo
sotto al camino del primo tiro. Mo vacca che impressione! IV+, mica VII, ma ci
si sente schiacciati da questa verticalità, da questo buio nel cunicolo dove si
sosta e dalla luce prorompente dietro al masso incastrato sopra. Stefania non
parla più, non scherza più, mica si vede che è tesa. Io confido che il grado sia
corretto, se no son volatili per diabetici.
Uno scoiattolo alla base dice "usa la spaccata, vedrai è facile!" Parto io, tic tic tac, mani
in sostituzione, passi brevi, e si riesce a salire. Solo che mi sa che c'era da
partire dando le spalle al buio, e non viceversa: mi ritrovo a fare il gambero
e guardare all'indietro dove mettere mani e piedi, fino a zuccarmi contro il
masso e doverne uscire a mo' di limbo.. Un'unica protezione, e in alto, e son fuori.
Demordo
dall'idea di concatenare, nonostante siamo già inseguiti da una cordata: sarei
talmente in alto che se la mia amica scivolasse, per l'elasticità della corda
finirebbe rovinosamente a terra. E poi, ziobel che camino sbilenco sopra la mia
testa! Qui ci sarà da friggere. Arriva Stefania, un pelo già provata, e alla
vista del caminone vedo già la risata apparire sul suo volto.
Parto di
nuovo, e porca vacca che mazza di camino. A parte che si allarga man mano
costringendo alla scoiattolata estrema, poi le numerose ripetizioni non hanno
lasciato molta ruvidità sulla roccia. C'è da dire che è parecchio protetto, ma
anche che è parecchio faticoso anche per i piedi: le mani hanno poche speranze
di trazionare. Passo dopo passo, ma dopo parecchio tempo, progredisco, salgo.
Ma che
fatica! Se penso quando toccherà alla mia amica..daje Ste! Ma intanto pensa a
te che ne manca ancora. E manca il più duro tra l'altro, abbandonare il camino
per andare in placca: o no? O sì? O boh? Quell'orecchietta non è abbastanza
solida per mollare il piede destro, ma d'altronde sembra da fare così. Dopo un
po' di tentativi la ghisata è dietro l'angolo. E vabbeh, aiutino per saltare di
la, e poi si va di placca.
E faccio
meno fatica qui che nell'ultimo passo del camino, ma come in esso, ti guardi
sotto i piedi e c'è solo il vuoto. Totale esposizione, ficata: qualche foto
riesco a farla, sperando i piedi non ci mollino. Beh il tiro più duro è fatto,
il resto dovrebbe essere più facile. Non facile, ma più facile.
Ecco la mi
amica, che ha lasciato passare avanti Vittorio, giovane cortinese che si è
mangiato il camino ben più agilmente di me, ma uscendone come me (e il mio ego
si risolleva). Cerco di ripartire subito, che anche sulla prossima lunghezza un
po' di pepe c'è.
Infatti,
dopo un comodo traverso, una bella placca di per infilarsi dentro un bel diedro
(tutto bello insomma) dove l'amico dulfer aiuta..e poi? Beh ma continuare a
salire la vedo dura, non impossibile ma dura, fammi dare un'occhiata a
sinistra, ecco un anello! Occorre abbracciare la montagna come se fosse la tua
ragazza in un momento di affetto, fidandoti che con la mano sinistra tu riesca
a trovare una sua buona "mano" da afferrare e con la quale passare di
la. Fatta, abbraccio finito e via in sosta.
La mia amica
sta per partire ma..arriva l'elisoccorso. Ancora. Non sono bei momenti, e
purtroppo sono sempre più numerosi. Di certo dispiace per il poveretto che si è
fatto male, ma anche per noi non è facile psicologicamente continuare la salita
dopo che sirene di ambulanza a e pale di elicottero ci hanno assordato le
orecchie.
Stefania
arriva in sosta e mi dice che va lei: bene! Il tiro più facile è vero, ma c'è
sempre un certo grado: magari la tecnica c'è, ma il fisico è ancora in ripresa,
e la testa è parecchio in ripresa. Ma come un gatto (non il suo, la poire) ben
presto arriva in sosta e mi recupera.
Maguarda
che bel tettone che mi aspetta, l'arrampicata che ormai mi garba di più! Lo
scimmione invece che la farfalla.. Beh dai, i primi metri c'è da coordinarsi
bene: poi per fortuna su questa lavagna per i piedi, si trova anche delle belle
vasche per le mani, ci si abbassa a rana e si traversa, manona alta e via su!
Avambracci di pietra e prime gocce che cadone, pork!
La sosta è
troppo lontana, mi allungo ben bene per allontanarmi e poter vedere la mia amica salire.
Mannaggia la pioggia, sempre più forte, inizio a temere toccherà ritirarsi a
due tiri dalla fine. Guardo la mia amica arrampicare, con fatica (a lei gli
strapiombi di certo non piacciono, ricordo la sua esclamazione alle Torri della Vacchereccia,
e credo la ricordi anche la cordata che era sull'altra torre). Piccolo aiutino
a salire, ed eccola che arriva.
Ha smesso di
piovere, non ha neppure bagnato molto, per la maggior parte il proseguo sembra dritto..
"Pelle vai e se riesci a concatenare e uscire, vai!", tra la pioggia
e l'elisoccorso, e la fame, la voglia di finire è tanta. Parto, armato fino ai
denti ma conscio che proteggerò davvero poco: meno metto giù e prima salgo,
meno metto giù e meno tira la corda.
Arrampicata
divertente, un po' di forza e un po' di equilibrio. Uno scoiattolo che girovaga
sulla parete, senza spaccare, ma spalmandosi. Lui sì. Esce quasi il sole quando
arrivo alla sosta, che salto per proseguire: in fondo me l'ha detto lei di fare
così! Supero una sezione di placca ammanigliata, e ora? Veh che bel massone da
salire! Ma si salirà? Beh dai ci provo!
Ah ci provo
in maniera, fa parte della via ora che vedo lo spit e la freccina blu! Sembrava
poi tanto duro, ma invece è fattibilissimo. In "vetta", scomodamente
attrezzo sosta e inizio recupero. Non piove e non pioverà più, giusto una
nuvola di Fantozzi che ci ha fatto cacare in mano. Vedo il casco della mia
amica, le chiedo una foto e le dico "dai, visto che mi hai fatto la foto,
ti svelo che c'è il sentiero, puoi aggirare quest'ultimo salto"
"No,
adesso lo strapiombo lo faccio!" e che donna, tic tic tac ed è già su! Una
volta che arriva in sosta anche l'altra cordata, padre e figlio, il meno
giovane dei due non farà altro che complimentarsi con la mia amica. Lei che si
spiaggia sul sasso acuminato senza voler ripartire. E io, a sistemare tutto il
materiale, che vitaccia.
Concludere
la giornata, come? Spritz, strozzapreti e birra media! E poi discussione vivace
sul film visto ieri sera: se Grill fosse ancora al tavolo a fianco, probabilmente interverrebbe a
calmare gli animi. Ma ciò che non può il filiforme tedesco, può la bionda e schiumosa
tedesca.. Gelatino per Arco, e poi per negozi a cercare le superoffertone.
Manco fossi il suo ragazzo, mi tocca redarguirla spesso con un "ma ti
serve? se non ti serve non comprarlo". Manco fossi il suo ragazzo, mi
tocca pagargli un paio nuovo di pantaloni. Manco fosse la mia ragazza, le tocca cazziarmi per la mia mancanza di gusto nei vestiti.
Qui altre
foto.
Qui report.
Nessun commento:
Posta un commento