Si può rifiutare l'invito di una tal donzella? “andiamo due
giorni ad Arco ad arrampicare, dormiamo anche in tenda, ma in campeggio”,
diceva Stefania a inizio settimana.
Quando poi giovedì i Berzoni, o Guerni che dir si voglia (Mattia e Roberta), saltano su con un “ma anche voi ad Arco? Prendiamo un
appartamento o B&B su airbandb”, aggiungendo il calo delle temperature, beh
ma allora stiamo a cavallo!
Si parte con auto separate, noi si arrampica, loro girano in
bici. Io ho solo un chiodo fisso: farmi Flavia, cioè, salire la via Flavia.
Però mica con un avvicinamento da escursionista, perchè non farsi prima una via
di quelle basse? Lascio scegliere alla mia amica, la pianificator de Arco, che
ripropone Argo dopo quella volta che ceandammo dall'attacco col culo gelato.
Poco dopo le 8e30 Stefania attacca il primo tiro: bello
vedere che la ragazza abbia voglia di rimettersi a posto con la testa, ora che
pian piano si sta rimettendo a posto con il ginocchio. La prima parte all'ombra
va liscia, poi al sole si deve pure stare meglio. Nonostante l'avvicinamento pi
corto della storia degli avvicinamenti corti, non c'è nessuno che scalpita con
noi.
Raggiungo la mia amica alla sosta, e lei “riparto io finch
siamo su questi gradi, te ti diverti poi dopo”, jawohl mein fuhrer! Riparte,
muovendosi bene e con relativa calma. La vedo che però mi pare salga troppo
presto.. ma i cordini son lì.. Boh. Quando tocca a me, entro nel bosco, la
trovo in sosta, ma mica sotto un diedro. Oh, ma dove siamo pianificator?!
Guarda la relazione, peccato ci manchi l'altro libro,
attacca la rete e cerca su web. Mamma mia, che alpinisti del terzo millennio:
Comici, Cassin, Bonatti, mica c'avevano il cellulare con google. Loro salivano
e basta! Ma loro c'avevano anche il grado, io no. Fatto sta che siamo alla base
del terzo tiro di Nuova Via, se il diedro di Argo quello appena a sinistra, io la non ci vado
che pieno di sporco e rami, e chissà
come sarà sporca la salita! Dai, ormai che siamo qui.. “ok, ma vai tu, tiè”.
Ok, vado! Vado, ci provo. Ostia che placca! Un metro salito
agevole, poi.. Fidati del piedino unto! Prova.. No. Prova.. No. Ma vaffa, mi
sposto più a sinistra che almeno non
unto, è solo da toglierci la terra dalle fessure! Dai che si va, bel
tirello continuo con un po' di placca, una bella pancia liscia e poi di nuovo
un po' di arrampicata di forza.
Arrivo in sosta, e noto sopra di me una linea di spit, che
deve essere il proseguo di Nuova Via. Un latra linea verso destra che sale che
deve essere Porci con le Ali. Noi dovremmo andare ancorapiù a destra per Argo,
ma mi sembra tanto sporco.. Boh. Arriva una cordata che sta salendo Porci con
le Ali, anche loro con tutti questi spit si perdono per un attimo.
Arriva anche Stefania, con la risata sul filo delle labbra
(una risata non positiva quando arriva). Studia la situazione e “vado io” “ok
ma dove?” “di là!” “ma a me pare tanto sporco, boh fai tu”. E niente, ha
ragione lei. Uno spit seminascosto, e poi altri cordini indicano che giusto.
La raggiungo, mi ha lasciato l'ultimo tiro. Divertente, con
una bella fessurina e poi un bel traverso. Si potrebbe uscire anche prima, ma
siccome vedo un cordino in lontananza e la verticalità della parete che indica
un passaggio frizzante, dai che ci vado! Quando poi ci arriva la mia amica le
dico che 'ho fatto apposta, e le maledizioni si sprecano.
Bene, siamo fuori, mangiamo e beviamo che oggi ho una fame
che non mi si contiene! Poi però.. a caccia di Flavia! E qui esce il “Tom Tom
de Arco”, “de” e non “di” perchè è romano: è romana! Scendiamo o saliamo..
Leggiamo.. Loro son partiti dall'alto mi sa.. Va beh, ci sarà un sentiero che
taglia e va verso le pareti sopra di noi! Saliamo e presto troviamo un
sentiero..
Il Tom Tom de Arco dice che
quello giusto, si sale di lì! Ma si va troppo a destra.. Va bene qui! E
in effetti dopo un po' arriviamo sotto alle pareti del Monte Colt. Pareti?
Sogni! Mamma cara che giallo, che striature, che strapiombi! Che roccia
compatta, massiccia.. E ovviamente impossibile, almeno per noi. Scorriamo vie
di 6b, 7a, ciaone.. Pare un miraggio che ci possa essere una via di solo
(solo..) VI qui in mezzo.
Eccoci all'attacco. “Parto io!”, jawohl mein fuhrer! Ma
stavolta un po' diversa.. Già la partenza
ci da da fare. Provo a farle vedere come si potrebbe salire, ecco così. “ma
visto che ci arrivo, ti metto il rinvio?” “certo” disse lei, e io stupidamente
sbigottito, come se non la conoscessi. Ma anche nel proseguo la solfa di questo
IV+ è ben diversa da quello di Argo. Si chiama alpinistico.
E infatti fa sosta su pianta a metà tiro. A metà tratto le
chiedo “ma perchè ti sei fermata?!” “adesso vedi, quel camino fa paura!” la
raggiungo, quasi, vacca boia che scomodità, afferro un ramo della pianta ma..è
secco. Si spezza. Volo giù un metro, giusto un po' di strizza poi riparto.
Vediamo questo camino. Di certo c'è poco da proteggersi.
Piedino li, piedino la, ti apri, mano in sostituzione, qualcosa da trazionare
ma anche no, dai in qualche modo si sale. Mica che sia facile però. Di certo
bello esposto, occorre evitare di chiudersi e solo all'ultimo passare in
spigolo. Raggiungo la sosta, e guardandomi sopra e a destra, sono estasiato
dalla verticalità di questa parete.
Arriva Stefania, le dico già che avrei idea di raggiungere
l'altra sosta e calarci. Tanto non ci stiamo divertendo, siamo troppo in
patema, e non ne vale la pena. Poi il VI che c'è sopra chissà se lo passo anche
io!
Vado di traverso: alla faccia del traverso. Zero protezioni,
nut da metter giù scomodi, e sopratutto roba che si muove. Roba che vorresti
tirare che si muove.. Uno spit di una via bello alto da esser contorsionisti
per infilarlo, e alleluja raggiungo la sosta, che è una pianta, manco grande e
con cordoni marci.
Arriva la mia amica, “ma sei sicuro? Ci caliamo?” “Sì sì
Ste, però andiamo a farne un'altra giù eh” “ok, puoi chiedermi quello che
vuoi”, yabadabadoo! Cordino arcobaleno da abbandono, maglia rapida, e giù di
doppia, prima lei che si ferma al pianoro, poi io che..ma proseguiamo fino a
giù se si arriva con solo una mezza. E ci si arriva, bene.
Di nuovo a scorrere sotto queste pareti magnifiche. Dei
sogni. Poi di corsa verso la strada: la mia idea è di salire Nuova Via, ma a
metà fare Argo, così possiamo dire di averle fatte entrambe! Alle 15e45,
possiamo attaccare Nuova Via con l'accordo “vediamo come va il primo tiro per
capire se ci stiamo coi tempi”.
Eh, come va il primo tiro, altro che Argo! Diedro
strapiombante inclinato liscio (ok, mano ce ne sono, ma mica sempre), traversi
esposti, con Stefania che poi mi dirà “meno male che avevi detto che non mi
avresti portata a fare traversi di V+ (si riferisce a una via che ho in mente).
Mi fai fare quelli di VI-!” Dopo un paio di tentativi, A0 che dati i tempi non
abbiamo tutta la giornata davanti..
Tiretto mica banale anche dopo, ma bello. Salto S1 per
concatenare (jawohl mein fuhrer!), cerco il diedro di Argo che magari è più a
sinistra di quello che pensiamo.. Ravanator con corda che tira, ma non vedo
nulla. Boh, torno verso la S3 di Nuova Via, senza poterla raggiungere per la
corda che finisce a pochi metri.
Mi sa che la parte centrale di Argo è morta, fine. Arriva la
mia amica che “no no, vai pure tu che facciamo prima. Accidenti a te e ai tuoi
traversi! E a me che ti assecondo”. Il tiro lo conosciamo bene, salito poche
ore fa. E infatti quel piedino di cui non mi fidavo, ora mi fido e passo al
primo tentativo sulla linea vera, poi proseguo spedito (beh, quel che si può)
verso la sosta. Chiamo la mia amica, che dopo essersi spiaggiata stanca sulla
pancia della placca, e avermi fatto assaporare già lontano la sua risata
temibile, mi raggiunge.
“Ste che voi fa? Sei stanca e usciamo per Argo?” “Vai e
portami su per Nuova Via, forza”, jawohl mein fuhrer! Ma che bel tiro! Una successione
di eleganti strapiombi, mettersi e muoversi bene, salire un po' a zig zag a
cercare la roccia migliore che in effetti roba che si muove ce ne è. Per poi
arrivare a questo incudine capovolto: uno strapiombo con di 90+45° per i piedi.
Merda, e adesso? Mi ricorda un po' Artemis. No eh, stavolta si passa, e senza staffe (che tra
l'altro non ho). Ci penso a come fare, come muovermi. Salgo sul pilastrino,
mani discrete a sinistra, ma son troppo sbilanciato coi piedi successivi. Piedi
troppo inclinati sotto lo strapiombo..
Bon, boulder time: su altissimo il piede destro, mani che
prendono quel che possono, oh issa, vai di martinetti di coscia destra, gira le
mani da trazione a sostituzione, sospirone, ohmmm, dai anche l'altro piedi, fatta.
Quanti cancheri mi tirerà la mia amica per tutti questi strapiombi, lei che li
odia.. Ancora qualche passo e son fuori.
Ma che bel tiro, ma che bel tiro! Stefania non la penserà
uguale.. Sale e sale, la vedo allo strapiombo clou, le sto per dire qualcosa ma
lei perentoria “Taci!”: e se una donna ti dice di tacere, tu..muto. Non serve
nemmeno l'aiutino e ne viene fuori con un “i traversi, gli strapiombi, oh ma
te.. Son stanca veh! Voglio doccia e birra!”.
Un'altra foto di via, e possiamo scendere di nuovo. Siamo
pure stati bravi come tempi, arriveremo alla macchina come avevo predetto. E
che bello arrivarci sapendo che adesso non abbiamo da macinarci i km per
tornare a casa, ma solo pochi per arrivare al B&B di stasera.
Doccia, usciamo a berci una birretta in quattro vista Coste
dell'Anglone, e poi via a cena a dare fondo a tutta la nostra fame e sete. Che
poi si trasforma in una piomba di quelle colossali, che quando saliamo in
macchina solo il guidatore regge fino al B&B, gli altri muti dopo dopo 1s
d'orologio.
Qui altre foto.
Relazioni su web e guide.
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