E ci siamo. Prima uscita del corso A1 2017 del CAI di Carpi. Prima uscita da direttore. No perchè, finchè
sono “solo” preparazione, burocrazia, iscrizioni, pianificazioni e lezioni teoriche, è una cosa: ma ora si fa
sul serio. La classica uscita in Pietra chiama, e purtroppo per gli allievi è
prevista pure una giornata di meteo stabile, a differenza di tutte le passate
dizioni che io ricordi. Ci sarà da sgobbare!
Partiamo seriamente mettendo in chiaro una cosa: ad arrampicare
saremo scarsi, ma quando si parla di bere e mangiare possiamo dire il fatto
nostro. Colazione in pasticceria, e solo dopo possiamo dirigerci verso un
piazzale Dante con già un buon numero di auto parcheggiate. Sì ma sono qui
dalla festa di ieri sera probabilmente (la ragazza stranita, nel baule
trasformato in camera da letto, all'interno dell'auto alla quale parcheggia di
fianco Gianluca, mi fa
pensare che sia anche stata uan serata difficile..).
Divisione in due gruppi per velocizzare le cose, evitare
tappi, separare le attività:
Gruppo A: parte immediatamente per la ferrata, poi si sposta al Sirotti, e in seguito alla Palestra dei Reggiani. Capitanato da Davide, con l'ausilio di Alfredo, Fabio, Federico, Dario, Stefania.
Allievi: Alessandro, David, Ester, Francesca, Gioele, MarcoB, MarcoR, Steve.
Gruppo B: parte immediatamente per la Palestra dei Reggiani, poi si sposta alla ferrata e in seguito al Sirotti. Capitanato da Andrea (io), con l'ausilio di Fiorella, Gianluca, Luca, Marco.
Smistamento corde e materiale, e ognuno va per la sua
strada.
La nostra, è quella di arrampicare al sasso appena sotto al
parcheggio. Ecco, sull'arrampicare non è che ci sia da spronarli molto i
ragazzi: ci vedono salire agili a portare su le corde e prendono coraggio, poi
quando tocca a loro..la musica un po' cambia ma è normale. Impegno se ne vede
nel provare a salire, un po' meno bravura si vede nel fare i nodi..ma glielo si
può perdonare. Alla prima uscita sì, alle prossime..niet.
Monopolizzato il sasso con 4 diverse linee di salita, i
criceti fanno girare la ruota dell'arenaria, più timorosi a scendere che a
salire (tutto nella norma), chi più bravo chi meno a salire, chi più impacciato
chi più disinvolta. Forza, su calcare sarà tutta un'altra cosa. Tiro su una
quinta linea ("no ma passa pure dietro il sasso che c'è il sentiero",
più che sentiero, sarà una salita di III), e posso gironzolare da una
postazione all'altra, ognuna delle quali è ben assediata dai miei fidati
colleghi.
Finalmente arriva Stefania, la "regina magia" (occhio all'accento, intendo
un re magio al femminile) che ci porta in dono set da ferrata e imbraghi alti.
Ovviamente al parcheggio la conta o le alzate di mano sono state errate, e così
manca un set: Gianluca sconsolatissimo e tristissimo deve così rinunciare alla
sua ennesima ripetizione della Ferrata degli Alpini.
Tutti in cammino verso la Foresteria, ma calma, è presto per
fermarsi. Il naso all'insù a guardare tutte quelle slackline sopra l'eremo, e
noi a chiacchierare mentre in modo largo ci dirigiamo verso l'attacco della
ferrata. Largo apposta per evitare quel primo tratto di cavo in semi discesa,
unto, umido, schifido. Meglio questa bella sudata al sole, questo raddoppio dei
tempi, questo test.
Arriviamo all'attacco della ferrata senza colpo ferire (va
beh dai, solo un pezzo di discesa faccia a valle ma culo a terra) pronti per
quella che credevo essere la cosa più "facile" di oggi. O meglio,
meno tecnica: prendi il cavo e tirati su! Smistate le corde, parte Fiorella,
seguita da tre allievi, poi Marco, seguito da tre, Luca seguito da tre, e
infine io a chiudere un gruppo che ben presto assomiglierà a un trenino.
Un gruppo ci segue, o meglio ci aspetta. La salita non sarà
molto "disinvolta", ma anche questo ci sta: non temete, è la prima e
ultima ferrata del corso, per molti probabilmente è pure l'ultima della vita!
L'ultimo vagone (io) si preoccupa di confortare a aiutare il penultimo: un
vagone piccino e preoccupato, poco confidente nelle proprie capacità, ma che
poi se la sbriga relativamente bene nel portare a termine la salita.
Col tempo che ci vuole, arriviamo al libro di via, che firma
solo Luca, meglio che non
ci fermiamo tutti e continuiamo a salire, che la giornata vorrebbe essere
ancora lunga. Daimo, che la scaletta finale si intravede, lo suggerisco a chi
mi sta davanti che esulta: non diciamogli che spesso questa tattica la uso
mentendo. Ma stavolta è davvero vicina!
Piano piano usciamo tutti, uno alla volta, vittime ignare di
foto più o meno a tradimento. Momento svacco prima di proseguire con la
didattica: tutti sdraiati sul prato all'uscita, a mangiare (in tanti a offrire
panini, ma tutti con salume, uehhhhh) e bere (la birra arriverà, non temete).
Ora di ripartire, un agguerrito e armato fino ai denti corso
che si divincola tra i cazzari che prendono il sole sulla sommità, chi ci
guarda con occhi sgranati e ammirevoli di "oh ma quelli arrampicano,
guarda quante corde!", e gli slackliner tranzolli che navigano sopra il
vuoto, osservano questi ultimi, o fanno acro yoga (ecco, con questi ultimi, e
ultime, mi fermerei volentieri..).
Torrione Sirotti, dove il buon Gianluca ha già attrezzato un
paio di discese (per poi dedicarsi alla sua attività preferita: l'ozio).
Spiegati longe, Machard, corda doppia, è ora di scendere ragazzi! Chi in modo
disinvolto, chi parecchio teso (tesa), chi "no ma io non ce la
faccio" e poi ce la fa benissimo, chi si cappotta per fortuna non troppo
rovinosamente.
Fatto un giro sulle doppie corte e "solo"
verticali, tocca fare quelle serie dal vero Torrione Sirotti. Ah, se torno a
pensare quando ero allievo quanto mi cacavo sotto su queste cose.. Ora esser
dall'altra parte ha un altro gusto. Ma non quello sadico di dire "ah ah,
ora tocca a voi!", piuttosto quello giocoso e fiducioso di dire
"tocca a voi, abbiate pur paura, che poi vi divertite!"
In quattro sulla doppia meno "esposta", in cinque
su quella davvero figa. L'allieva più tesa che prende un coraggio da leoni
(pardon, da leonessa) e scende per prima! Ah, v'avevo detto che vi sarebbe
piaciuto, no?! E invece ni, quando torna su mi dir "Andre, per me anche
basta per oggi eh!"
La gente scorre, scende, si cappotta, torna su sperando in
un altro giro. Io che speravo fare anche la risalita della corda, invece mi
comunicano che l'altro gruppo è già in Foresteria. Anche l'ora indica che
bisogna lasciar lì, quindi su le canne e si scende.
Al parcheggio il primo mini bilancio della giornata, con
quel "Ehi, meno male che avevi detto che tra tutte le uscite era quella
più teorica e meno pratica! Ci hai fregato", beh nella mia testa lo era, o
forse ragionavo molto dal
lato di istruttore: noi oggi non abbiamo fatto quasi nulla, sarà dalle prossime
che anche noi faremo un po' di pratica!
Foresteria,
Gruppo A che ha spazzato tavolo, piatti, boccali, ma noi del Gruppo B non
saremo da meno! Tra sonno, sete e fame, avrei voglia di fare tutte e tre le
cose insieme, ma non si può: gustiamocele una alla volta, mentre risate e
aneddoti si sprecano nella giovialità di un tavolo dove siam tutti allo stesso
livello (beh, mica che prima fossimo poi così diversi veh!).
Quialtre foto.
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