I sogni di
gloria fan presto a rimanere segregati nel cassetto: negli ultimi giorni il
meteo è peggiorato, e ciò ci porta a ridimensionare i piani. In realtà sono io
che avanzo la proposta di rinunciare a linee esotiche e esoteriche per la paura
di ritrovarmi su vie alpinistiche bagnate. Giorgio sarebbe più coraggioso, ma poi al bar mi
compiace e si cambia.
Via meno
ingaggiosa, ma non meno dura, si opta per la Dea dell'amore: Aphrodite. In
realtà che fosse la Dea dell'amore non ne eravamo sicuri: passiamo parecchio
tempo a disquisire sui nomi degli Dei greci e romani, su Grill che ha fatto un sacco di vie dandogli il
loro nome. Un modo diverso per farsi poi una cultura! E dire che uno dei due mi
pare abbia fatto il liceo..
Sotto un
cielo nuvoloso, siamo all'attacco dopo averlo cercato un pochetto. Oh però, il
primo tiro non pare mica banale. E infatti Giorgio già ostia parecchio solo per
partire su questa placca. Traversone dove già io da secondo mi vedo pendolare
come un orologio del settecento visto che non ci sono protezioni. E nel diedro
unto e verticale e bello aperto dove ci pensa parecchio a come passare. Il
restante traverso è molto esposto ma più facile.
Bon tocca a
me. Che cazz, ma come si parte?! Gio tira poco che mi fai volare via. Prova di
qua, prova di la, guarda che potenziale pendolo.. Troppo dura, mi sposto,
risposto, "dammi corda". Niente, vado molto a sinistra, aumento il
pendolo ma mi semplifico la vita, spero. Anche se quelle due prese rovesce
sotto al diedro sarebbero da provare. Mamma cara che trauma questa partenza!
E non è
finita. Traversa delicato fin sotto al diedro, poi, il vuoto. Sembra che non
sappia più come si arrampica. Ma ho mai saputo come si arrampica? Chissà..
Fatto sta che sarà anche la stanchezza di ieri, non ho la più pallida idea di
come salire. Dopo qualche tentativo, vai di cordone, e anche così mica
semplice!
Diedro in
azzero, ma traversone pulito almeno.. Pulito e delicato, a cercare leggere
inclinazioni della roccia tali per cui i miei piedi possano avere un minimo di
vittoria sulla gravità, e la corda che deve tirare poco se no questa vittoria
vacilla presto.
Cambio
zaino, che liberazione, tocca a me. Eh si fa presto a dire tocca a me!
Placchettina delicata, escrescenze minuscole giusto per equilibrio, ma sono
troppo messo male. Oggi è partita proprio male, che batosta e che demoralizzata
il primo tiro: se chi ben comincia è a metà dell'opera, andiamo male.
Provvidenziale spit per vincere quel passo di fiducia che non ho.
Dopo le cose
migliorano, sempre in placca ma un po' più blanda, quel pizzico che basta per
poter salire con l'adrenalina non uccisa dalla paura. Salto la sosta, proseguo
e anche qui c'è da pensarci un attimo e mettersi bene per vincere questo
strapiombo che ti sbandiera. Ma gli strapiombi mi vengono molto meglio delle
placche. Maledette.
E vabbeh, al
mio amico tocca un tirello di cacca, ma tanto poi si rifarà alla fine.
Traversino su sentiero e risalita alla sosta, che vedo da star qua.
Due falene
tubano sul quarto tiro, meglio non importunarle, beate loro! Parto con la gioia
di vedere che mi aspetta un bello strapiombetto: placche maledette, tiè! Ma
ride bene chi ride ultimo, la prima parte va di piedi, poi posso alzare le
manine a cercare quella tasca che ti salva, e ohissà!
Ohissà una
fava, finito questo diminuiscono le mani. Ma non si annullano. L'arrampicata
diventa divertente ed entusiasmante, continua, a muoversi quasi danzando sulla
roccia per cercare la linea migliore. A volte la roccia migliore, che ti porta
di certo ad alzarti di difficoltà, ma almeno non ti resta in mano..
Riparte il
mio amico, al quale ho già intimato "niente variante": ok che ho
ripreso un po' di confidenza con la giornataccia di oggi, ma non risvegliamo
brutti passati (poche ore fa). Anche qui però lo vedo pensarci a come passare,
brutto auspicio. Ci penserò anche io, ma almeno riuscirò a passare: dovrei
avere un po' più temerarietà nel provarci a volte.
Segue la
linea di destra, una pinzatina sul nulla prima delle frecce direzionali, e lo
raggiungo in sosta dopo aver preso pure un timido sole. Timorosissimo della
pioggia io, e invece il meteo reggerà tutto il giorno: un po' di vento,
classico, nuvoloni su Altissimo e Stivo, ma su di noi nemmeno una nuvola.
Sesto tiro,
il mio ultimo. Ma dove si va? Lassù ondeggia un cordone, ma prima di esso? Sarà
da salire traversando, ma la roccia non pare bellissima. E infatti, la terza o
quarta pinzatina che do, mi resta in mano, o meglio, si sbriciola.. Piedin
piedino, e punta il diedro.
Diedro
storto, non sfruttabile, si sale in parete, ma dove? La roccia non pare
compatta, meglio infilarsi all'interno delle facce del libro. E ritrovarsi così
quasi incastrato e insalamato per infilare il rinvio sullo spit, e uscirne
senza tirarsi giù da soli.
Vacca bestia
che bel tiro che si becca Giorgio. Tutto o quasi di spigolo, verso la fine
della via, verso l'alto, in mezzo a strapiombi e roccioni. Prima parte facile,
poi per passare di la occorre un passo largo e lungo e forte. Un passaggio che
mi fare pensare anche a me.
Poi lo vedo
lassu che vaga in mezzo a gradoni rocciosi intervallati da verticalità
accentuate. un po' di qua, un po' di la, e alla paretone finale con l'ultimo
passaggio duro. Sosta al vento, e poi ci spiaggiamo beati e tranquilli in
"cima". Zero pioggia, un po' di vento, temperatura ottimale.
Pure zero
persone in via, bella strana come cosa. O no.. Un po' di persone sono passate
alla base della parete mentre salivo, ma hanno proseguito: perchè avevano altre
mire, o perchè mi hanno visto lento e arrancante? Chissà. maledette placche.
Qui altre
foto.
Qui report.
Relazioni su
web e su guide.
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