Sembra che
quest'anno non ci sia verso di andare a fare dell'alta quota, che palle.
Weekend con bel meteo, accordi presi da settimane, ma il mio compagno di
cordata è bloccato al lavoro. Quando tutto sembra perduto, arriva la chiamata
di Riccardo "io e Lollo volevamo andare a fare una roba plaisir, la via Cipriani al PilastroBianco".
Beh,
compagnie giuste, giornata bella, via con un conto in sospeso, ci sono! Ok scomodo
andare via in tre, ma ce la sbrigheremo. Scomoda anche la logistica,
considerando il fatto che domani torno su, allora stasera non torno giù ma fino
ad Affi per trovarmi con Emanuele. Weekend complicato, ma nemmeno troppo.
Colazione a
Canazei trovando Lorenzo, e su verso Passo Sella e a spendere i 5€
di parcheggi, maledetto turismo. In cammino, la strad ala conosciamo, ma porca
miseria che razza di freddo fa! Non eravamo preparati a questo.. Sapevamo di
temperature in picchiata, ma una settimana fa grondavo di caldo, e ora tremo
quasi di freddo?! Quattro chiacchiere, e ben presto appare la parete nordest
del Sassolungo.
Madonna che
paretone. Non ho mai visto la sud della Marmolada, ma per me questo è già un
gigante. Vicende alpinistiche scritte su questa parete, una via che vorrei
tanto far eun giorno, quel bivacco lassu dove passare la notte (impossibile per
me scendere in giornata). Guglie, torrioni, appena staccati dalla roccia madre,
un labirinto di cimette. Che spettacolo e che paura allo stesso tempo.
Vedendo
arrivare in lontananza altre persone, accelero il passo per arrivare
all'attacco per primo. Ci riesco, ci riusciamo per un soffio. Mentre iniziamo a
prepararci uno di loro chiede "la conoscete gia la via?" e io che non
voglio dire in parte sì "ma insomma" "beh allora andiamo avanti
noi che la conosciamo", mi giro verso Riccardo che a bassa voce mi dice
"sì sì, sciogli la corda che mi preparo e salgo".
Non sono
nemmeno le 9e30 quando Riccardo comincia a salire, veloce e rapido, d'altronde
lui è bravo, e questa via è di certo al di sotto del suo limite. Ma di molto. Poco
dopo parte uno degli altoatesini, ma che cazzo. Vabbeh, portiamo pazienza. I
suoi rinvii non ci stanno nel buco della piastrina dello spit artigianale:
rinvia nel nostro rinvio. L'altro capocordata lo vedo che inizia a salire sul
pialstro dove c'è la sosta di partenza, mi giro "tre cordate intrecciate
poi no eh", torna indietro.
Io invece
sono preoccupato per il mio di grado: il V di placca non è proprio il mio pane,
e quest'anno mi sento piuttosto scarso. Regredisco invece che progredire. Sarà
la consapevolezza dei rischi che si corrono, gli incidenti che si sentono in
giro, o semplicemente non sono buono. Non lo so, ma oggi lo vedo come un banco
di test: vediamo rispetto all'altra volta come la cavo.
L1 salita
quasi in scioltezza, bene dai. Riparte Ricky (in cordata da tre meglio non
alternarsi ma spezzare la via in tre), veloce. Ricordo questo tiro, l'avevo
salito io l'altra volta da primo: ci avevo sbuffato un bel po' sui metri di
partenza, quella placca con poco e in alto quei tratti un po' fisici un po'
tecnici. Tocca a me partire dopo Lorenzo: liscio come l'olio. Attacco pure
dritto sopra la sosta, dove c'è pure meno. Non sono contento, di più. Il tiro
me lo ricordavo bello, e lo è. Pure un pezzettino in dulfer. Sono gasato,
infreddolito ma gasato.
Ultimo tiro
per Riccardo. A S2, mentre siamo sempre tampinati dalle due cordate di
altoatesini, le tensioni si sciolgono, chiedo il perchè di quello strano
cordino, e poi ci viene chiesto di dove siamo "provincia di Modena"
"ben per essere dei forestieri andate bene, andate veloci, siete bravi.
Non come altra gente che si trova" e queste sono soddisfazioni. Si sono
risollevati dopo la brutta partenza.
E a S3 ci
scambiamo veloci, per non essere superati, ma ormai chi ci sta dietro ha capito
che può e deve starci dietro che non ci perde nulla. Parte Lorenzo, per l'unico
tiro che può presentare un attimino di sconforto sul dove andare: giunti a uno
strapiombetto sembra più facile a destra, ma lo spit è li sopra a sinistra.
Meno male
c'è il sole, ancora per un po'. Le mani son freddine, il vento spazza già un
po'. Situazioni che peggioreranno drasticamente salendo. L5, ultimo tiro
conosciuto da me e Ricky: conosciuto, meglio dire salito, perchè io non mi
ricordo cos'ho mangiato ieri sera, figurati se mi ricordo un tiro di due anni
fa. S5 è la sosta da cui partii quella volta, qualche metro, poi quel tuono
impressionante: uno sguardo al mio compagno (era sempre Riccardo) bastò a entrambi
per intenderci, giù in doppia in mezzo al temporale.
Ed eccoci a
L6, tocca a me i due tiri finali, non certo i più difficili, ma quelli nuovi.
Che poi, a breve mi aspetta un passaggio non banale: uno strapiombo
inizialmente ben ammanigliato, ma dal quale, come spesso accadde, occorre
uscire in equilibrio. Stringi addominali, stringi le chiappe, ed eccomi fuori:
dopo è una passeggiata ala ricerca della sosta e di poche protezioni. Runout,
l'immancabile amico dolomitico.
Arrivano i
miei amici, ultimo tiro per giungere in..beh non certo in cima. A cercare il
passaggio in mezzo a queste esplosioni di roccia, paiono tumori iper cresciuti,
le placche sono un lontano ricordo ma la roccia è sempre ottima. Ed eccola la
sosta, la credevo più bellina.
I miei amici
ci mettono poco a raggiungermi e a spiaggiarsi sulla sommità del pilastro. Foto
di vetta, cambio scarpe, il tutto con calma per aspettare che tutti e quattro
gli altoatesini escano dalla via e non si lanci in testa le corde delle doppie:
siamo signori noi. Da dire che tra quelli che ci seguono c'è un 75n che
arrampica con le scarpe di Mariacher..
Il sole se
ne è andato, il vento tira, fa un freddo bestia! Nuvoloni sparsi, ci manca solo
il temporale. Ma i panorami sono sempre superlativi. Uno sguardo all'insu:
quanti metri ci sarebbero ancora da arrampicare per superare la completezza di
questa parete. Chissà, un giorno. Speriamo.
Tutti usciti
dalla via, possiamo andare giù. Ci sono in realtà altre due cordate, ma ben più
sotto. 7 tiri, 7 doppie, 7 litigi con le corde per Riccardo che sarà sempre lui
a lanciarle, e a scendere per primo a sbrogliarle e recuperarle: il vento le
porta a Passo Sella!
Sprazzi di
sole scaldano l'anima, sol che siamo giù e la solfa cambia.. Tutti ben lieti
all'ultima doppia, superato chi
arrampicava senza dargli fastidio, e l'attesa degli intervalli di vento calmo
per far scendere le corde. Di nuovo alla base, è andata! Conti pareggiati col
Pilastro Bianco.
E ora? Beh,
non resta che scendere verso l'auto chiacchierando, sognando altre mete,
scalate, cime: l'appetito vien mangiando. E a proposito..che fame e che sete!
Dai che dopo aver messo la roba in macchina andiamo a rifocillarci!
Qui altre
foto.
Qui report.
Qui la guida
di Bernardi.
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