Non devo
traumatizzare Stefania, non devo bruciarmi Stefania, o l'obiettivo non sarà
raggiunto. Ma ieri si è inflitta lei il cilicio addosso, lei ha scelto la via.
Oggi ci penso io, e sfodero un jolly che mi volevo tenere per il futuro. Ma è
giunto il momento di sfoderare l'arma vincente per far fare pace alla mia amica
con l'arrampicata. Una via davvero plaisir. E di 13 tiri.
Si riparte
da Daunei, la strada la sappiamo bene grazie alla salita di qualche giorno fa. Soliti
ma sempre affascinanti scorci sul Sassolungo, sui pratoni dello Juac, e il
nostro prossimo spigolo fa già sfoggia di se. Cavalchiamo verso l'attacco,
nella speranza di essere i primi (difficile essere i soli di sabato), e ci
riusciamo. La Torre Firenze è invece già gremita di cordate!
A metà
preparazione arrivano Federico e Joseph, due simpatici trentini che fanno 120
anni in due e che col loro "ma noi siamo lenti" ci staranno dietro
(meglio dire di fianco) per tutta la salita, godendo di grasse risate grazie
alla coppia "Sandra-Mondaini", "ma no, Raimondo Sandra!".
Hastang "non vi siete mai divertiti così tanto come da quando in via ci
sono Stefania e Andrea".
Divisione
dei tiri lasciata in mano alla mia amica, come un vero cavaliere sa fare:
speriamo solo che capiti a me la cresta finale, facile ma esposta.. Parto io,
che magari becco pure del bagnato e preferisco sorbirmi io le prime
palpitazioni di cuore. Uno spit indica chiaramente dove passare: eh sì, su
questa via ci sono gli spit: ciò non è malissimo per noi, più facile trovare la
strada, ed inoltre sono posizionati laddove altre protezioni veloci non
potrebbero andare..
Riparte la
Ste, mentre io parlotto con Federico: bella la montagna, non ci si conosce, ma
con questa passione in comune ci vogliono 2minuti 2 per iniziare a discutere
come se ci si conoscesse da sempre. Intanto lei va, guardinga sulla placchetta
spittata ma con roccia un pelo delicata, per poi arrivare su una bella sosta
panoramica.
Riparto io,
famelico, frettoloso. Non so, non mi sento certo un pro dell'arrampicata, anzi
dopo tutti questi anni di pratica mi sento pure uno sfigato a non avere almeno
un grado in più di quello che faccio. Però cavalco, corro quasi, fiducioso nei
miei movimenti e senza stare troppo a studiarli: anche perchè se è III-IV, vuol
dire che qualcosa c'è sempre.. Una bella craniata prima di arrivare in sosta,
ed è fatta.
Riparte la
mia amica per L4, mentre osservo varie cordate sulla Torre Firenze, tra le
quali c'è anche Davide, il mio direttore del corso da IA, altra persona
simpatica, alla mano, e che non se la tira. Ma non tutti sono così in questo
ambiente.. Raggiungo la Ste in sosta, ormai abbiamo fatto i conti che tra tre
tiri c'è quello chiave, ma tra due un altro con del IV, quindi..
Anche L5 se
la fa lei, filiamo le corde per scrupolo, e veloce parte sullo sfasciume e poi
sulla rampa che conduce alla sosta: un po' nascosta a dir la verità, infatti da
sotto le indico dove andare secondo me, ma il secondo me dovrebbe farsi di più
gli affari suoi. Facciamoci due risate con Federico, visto che finora la mia
amica mi ha sputtanato con loro, ora tocca a me, tie.
Passo io a
salire i tiri pari, e rapido e affamato macino roccia per arrivare alla sosta
dalla quale parte il tiro chiave. Anche questo presenta ultimi metri
divertenti, e come altri in precedenza presenta anche bei runout di corda: roba
alla quale ci stiamo abituando, siamo mica in falesia!
Sosta
piccina, che cerco di lasciare prima che la cordata dei 120 anni ci raggiunga.
Diedro chiave, con strapiombetto finale: non sembra nulla di che, ma quello
strapiombo in effetti non si sa dove mettere i piedi: qui sì che devo fermarmi
a cercare di capire come passare! Poi eccomi fuori a vagare per prati a cercare
la sosta. Un invitante canale e parete mi fanno continuare ad arrampicare, fino
a salirci sopra e vedere che..la sosta era sotto. Disarrampica, e vai in sosta.
Passetto di
IV su L8, che Stefania forse aggira sulla sinistra, mentre io salirò dritto per
dritto: non che debba fare il figo, ma finchè ci sono, almeno che mi impegno!
Orami il feeling e le risate coi nostri compagni di scalata hanno raggiunto
livelli da commedia. Credo che si ricorderanno di noi per anni, quei due che
"bisticciavano e si perculavano adorabilmente in via".
E con L9, si
inizia a spigolare: ho già detto che loi spigolo è l'arrampicata che prediligo?
Andrea loves spigoli. E Andrea ama anche cercare il difficile nel facile, e la
Ste da sotto che lo cazzia: gioie. Rido. Son felice. Faccio quello che mi
piace, in giornate ottime e con compagnia piacevolissima (ma non ditelo a lei
che se no se la tira).
Altro tiro
per la mia amica, ma lo spigolo ha lasciato posto a un tratto di parete, ancora
per poco però.. O meglio, lei che non ama tanto l'esposizione se ne è guardata
bene dallo starci in groppa salendo sulla dx. Io invece..
Su L8 la mia
amica aveva titubato, sarei partito io volentieri visto che mi ero fatto i
conti che chi faceva L8 faceva anche la cresta magnifica. E invece L11 è ancora
più bella. Ti guardi a sx e c'è il vuoto, la tua ombra proiettata sulla parete
distante 10m. Arrampicata non difficile, con prati a dx, vuoto a sx, e davanti
a te una scala verso il cielo. Una scala, una pertica inclinata. Spettacolo.
E la sosta.
Che dire della sosta. Su un piannacolo inclinato, un piccolo dente del gigante,
che non ti rendi conto su cosa stai finche non sei a metà del tiro successivo.
Stefania mi raggiunge in sosta, mi maledice per i passaggi in spigolo che sono
andato a cercare, mentre Federico sale a dx su roba molto meno esposta
("Federico ma non farle vedere che si saliva anche da li!"). Qui si
incrocia anche la
via Victoria.
Alla mia
amica è piaciuto talmente tanto lo spigolo, che mi lascia pure il prossimo
tiro, la cresta magnifica. Mi deridono indicandomi una crepa inclinata sul lato
sx dello spigolo, quello ripido che da nel vuoto "ma perchè non vai a
prendere quella crepa la?!". Ride bene chi ride ultimo: me li vado a
cercare tutti i passaggi dove posso mettere i piedi sulla parete dritta a picco
di sx, tiè!
Contentissima
la Ste di questi ultimi due tiri, ma la convinco che ora va lei e mi porta lei
in vetta! Pochi metri ci separano da lei e nonostante i "no ma che
paura" questi sono quasi di parete, lo spigolo è finito ahime.
Foto di
vetta, e poi scorriamo a spiaggiarci nei prati che poi buttano verso la
discesa, dove ritroviamo i due nostri compagni di scalata coi quali dividiamo
altre serate e ai quali offro pane e formaggio. Joseph "una volta mi
portavo la cotoletta in cima, panini al formaggio. Ora mia moglie mi da sempre
ste cagate di barrette. Basta, io torno a portarmi la cotoletta!". E come
scambio per il formaggio offerto, ci concede due caramelle gommose: baratti!
Loro
scendono, noi ce ne stiamo ancora un po' qui, non abbiamo fretta. Faccio due
conti, e l'obiettivo 50 non è lontano. Speriamo solo il meteo domani regga, se
no ciao.
Discesa. E
iniziano i problemi. La mancanza di esperienza di Stefania nelle salite
dolomitiche si fa sentire. La sua nulla preparazione escursionistica pure.
Scendere ghiaioni è quasi tecnica, occorre lasciarsi andare e giocare di
caviglie "devi accettare che tutto sotto i tuoi piedi si muove!". Ore
per scendere, ore di pazienza per me e di tremore per lei. Ma in fondo, ci
siamo passati tutti.
Non abbiamo
ancora litigato, anche io ci ho tenuto particolarmente a non volermi bruciare
la ragazza, ma con questa discesa, le sue paure, i suoi nervi a fior di pelle..
Qua la tensione inizia a tagliarsi col rasoio. Fingiti morto.
Finalmente
troviamo il sentiero, ora libera camminata dove riprendiamo a parlare da amici
e non da coppia che ha appena litigato. L'arrivo al Rifugio Juac è immortalato dalla faccia stanca
ma sorridente della mia amica, affamata e assetata pure.
Una bella
birrona, i problemi di chiusura del Corso A1 2017 del CAI di Carpi che arrivano da casa, e poi ci svacchiamo sul
prato davanti al rifugio a dormire. Dormire. vacca boia che voglia che ho di
dormire. Dai che manca poco. Ahimè, manca poco..
Qui altre
foto.
Qui report.
Qui la guida
di Bernardi.
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