Non devo
traumatizzare Stefania, non devo bruciarmi Stefania, o l'obiettivo non sarà
raggiunto: però se anche lei non ci mettesse del suo masochismo.. "La via
la scelgo io! Andiamo a fare la Rossi Tomasi, così alle 16 siamo all'auto e
posso finalmente lavarmi i capelli!" e io muto, lasciamo che scelga lei.
Che poi non mi spiace, ho un mezzo conto in sospeso con questa via..
Il conto in sospeso risale a ben 5 anni fa, quando volevamo salire questa via, ma ci
sbagliammo prendendo quella a fianco, la Via delle Guide. Meno male Riccardo è
bravo e ci saltammo fuori.. Poi dai, la vedo bella costante di IV, ci sarà da
divertirsi. Fin troppo.
Parcheggiato
a Passo Sella, ci
spingiamo verso la parete. Come ieri, facciamo di testa nostra parcheggiando qui e non sotto la
parete, nel parcheggio lungo la strada: la discesa sarà più veloce, ma
l'avvicinamento no. Sopratutto perchè ci sbagliamo, e invece che tenere il
sentiero basso, saliamo praticamente fino all'attacco della normale alla Prima
Torre del Sella.
Bon, e ora tocca
scendere su terreno delicato, quello che si poteva tranquillamente evitare.
Partiamo bene! Stefania ama queste discese sgarrupate, e si vede. "Dai
sarà la dietro" continuo a dirle, ma chissà. Poi finalmente riconosco i
tettoni di Italia61, e non ci si può sbagliare, dentro quella gola sta la
nostra via.
Beh, nostra,
non solo nostra: c'è già traffico. Qualche cordata già alta, una appena partita
e una che aspetta: mettiamoci in fila, tanto di tempo dovremmo averne. Mii
però.. 1h tonda aspettiamo alla base, il primo davanti a noi ha parecchie
difficoltà nel risalire il canalino a metà tiro (che a dirla tutta
probabilmente è una variante).
Parte la mia
amica, a debita distanza dalla seconda che ci sta sopra e che ci ha già detto
che ci farà passare: meno male, se no la sentite poi voi la romana se non
riesce a fare quello che vuole stasera! La Ste aggira saggiamente la variante
dura, cosa che io invece non farò: vuoi un po' perchè le corde passano lì in
mezzo, vuoi perchè "c'è da fare del grado", daje. Che pirla.
In sosta la
trovo da sola, ma come? Parto io, e infatti i due davanti a noi han sostato più
avanti. Attendo un altra cordata che salga almeno la loro prima, e poi vado io.
Oh però, sto IV si fa dare del lei! Bella fessura e diedro, ma se questo è
così, non sarà certo una passeggiata oggi!
La mia amica
mi raggiunge, agile come un gatto, e riparte. Intanto arriva la tizia sotto di
noi, titubante se questo anello cementato possa reggere il recupero del suo
secondo o meno: strana gente al mondo. Stefania sale, in cima alla torre,
dovrebbe traversare ora, non la vedo più, ma..tituba. Sale, scende, impreca (si
sentono madonne volare), ma che succede?! Si è complicata la vita.
S2,5 sopra
la torre. Su tre chiodi. Mica tanto belli. Passo avanti, qualche passo
"Ste, sei salita troppo alta, qua è facile!" e arrivo a sostare
giusto. Giusto ma esposto, voi in alto state bbbboni. Un po' perchè il quinto
tiro è il chiave, e anche per non filare corde, riparte la amica, nervosetta e
con un piccato "Pelle quando imparerai che quando son così non mi devi
parlare?!". Quando discuti con una donna c'è solo una cosa da fare:
fingersi morto.
Oh bene,
veniamo a noi signor tiro chiave della via. Che in realtà non è così netto dove
andare, almeno non finchè non trovi chiodi. Ma vado fiducioso e spedito, forse
leggermente incosciente e spavaldo. Macino metri, ma poi c'è da fermarsi a
pensare a come muoversi. Questo tiro non ci molla, strapiomba, occorre muoversi
aperti e bene, ma le mani quando servono ci sono. Ultimo passo per uscire dal
budello e traversare a sx alla sosta, e uno sbuffo liberatorio udito anche
dalla mia amica.
Forza Ste,
che sei salita bene e pulita, tocca a te. Ma dopo pochi metri a cercare di
risolvere la fessura sopra la sosta e aver piazzato una protezione, la rivedo
titubare. Vari tentativi, e poi prova a disarrampicare, e io non ancora memore
della strinata di prima, tento di aiutarla invece che fingermi morto. Alla fine
vien giù, "no no, il mio sesto senso mi dice che non è da fare, vai
tu!".
Ok vado io.
Almeno dietro al culo non abbiamo più nessuno che ci insegue, e nemmeno davanti
gente che sale. Bernardi farebbe salire verso sinistra al diedro, i sassbaloss
su dritto per la fessura fino agli strapiombi: la mi amica ha messo una
protezione nella fessura, da giù vedevo uno che traversava sotto gli
strapiombi, lassu c'è un chiodo..oh, io seguo i sass.
Solo che
quel "fin sotto gli strapiombi" deve aver qualcosa che non va. A
parte che già la fessura non è proprio all'acqua di rose (ma non posso farlo
vedere alla Ste, devo dire che si sale bene), ma una volta giunto fin sotto gli
strapiombi (quelli più alti, non quello basso rimasto sulla destra), fischia
traversare non è banale, e uscire obbliga a un passo che non è certo IV-!
Va beh, sono
uscito, ma..dov'è la cengia verso sx?! Che porta alla comoda sosta?! Intanto
piazzo un bel friend blu del 3 che da soddisfazione. Mi guardo intorno, guardo
giù, bah c'è una cengia lì, cazzo ma la sosta è giù 4m! Potrei disarrampicare,
ma poi chi la sente la romana?! "Ste, mi sa che concateno, non vedo altra
soluzione!".
E così
unisco L6 e L7 senza passare per S6, e già penso a quanto tirerà la corda:
chiamatemi veggente. sali, traversa, sali, traversa, un'alternanza perfetta e
un percorso non troppo obbligato sul quando salire. E infatti mi sa che anche
qui un paio di volte mi complico la vita.. Ma ormai vedo la sosta, tirando la
corda con le mani, che però ora devono pinzare il poco o nulla per poter
traversare su piedini micro.. Eccola, oh leh! Impegnativo anche questo tirone!
"Puoi
partire!" speriamo se la cavi. E invece dopo poco, ferma. Azz. Sul
traverso mica posso parancare. Spunta un ragazzo, con le scarpe da
avvicinamento, oh my god, sale svelto verso di me, c'ho già le balle girate
perchè temo che il suo superarci abbia messo in difficoltà la mia amica.
Giovanni, guida della Pietra, mi spiegherà invece che è lei che gli ha detto di passare, dopo
aver addirittura tolto quel friend in alto che le ha consentito così di tornare
sul diedro dove "era più facile".
Chiacchiero
in sosta con Giovanni, una brava persona che porta rispetto in montagna (e non
sempre le guide sono così!). Spunta il suo secondo, il cardiologo, ma la Ste
ancora nulla. Impiccata, il cardiologo bello corpulento mi propone "dai
che la tiriamo su di peso!" "ok, aspetta che.." e non faccio in
tempo a dire che volevo almeno fare il paranco-aiutino che lui già la issa.
Poerella, era finita appesa fuori via.
"mi è
quasi venuto un infarto Pelle!" "tranquilla, il cardiologo
c'è!". Con calma, viene da me, e come alla sosta prima e quella volta in Apuane "che
bello vedere e abbracciare i tuoi piedi!". Bella cotta la Trovarelli! Ci
sta, doveva essere una via un po' più duretta delle scorse, non così duretta
(la relazione di IV grado chiama del V..). Intanto qualche sguardo alla
Marmolada mi rivela quanto stia finendo in ghiaccio.
Ok, capito,
finisco io la via, ultimo tiro. Giovanni e il cardiologo sono già su. La
partenza per il camino non è facile, con i piedi buoni unti: qualche metro
frizzante, e poi si esce per prati verso la cengia dei camosci. Vigliacc sta
via! E ora vaga a cercare la sosta: in realtà manco la cerco e punto alle rocce
sopra la cengia nella speranza di trovare qualcosa. Qualcosa lo arrabbatto alla
bene e meglio..
Ed eccola
che arriva Stefania, un po' stremata ma sorridente. Io me la rido adesso, prima
un po' meno, ma resto di buon umore. Possiamo bellamente spiaggiarci sui prati
della cengia, mangiare e bere, che tanto la spesa e la doccia stasera non ce la
toglie nessuno. Ammiriamo i panorami mozzafiato intorno a noi.
Dai mo,
tempo di scendere. Bella ed esposta cengia, scorrendo sotto i paretoni della
sezione alta del Ciavazes, poco percorsi ma che presentano vie di tutto
rispetto. Il passaggio nel buco e poi la vista della parete dove scorre la via
appena salita: da qui pare proprio dritta! E guarda quei cavolo di strapiombi
dove sono salito troppo..
Con un amore
sempre più crescente per queste discesa sgarrupate, la mia amica con calma
scende, fino a trovarci a fare una comoda doppia, ed essere già alla vista di
un'altra: la seconda con entrambe le corde ci deposita sul sentiero e
"Ste, pedala che il meteo volge male, qualche goccia l'abbiam presa, ci
penso io alle corde!"
Mamma cara
che nero che arriva.. Porodi e Sassolungo son già scuri, sopra di noi tuona,
vaiiiii! Non c'è niente di meglio di un temporale che minaccia per far correre la
mia amica. Forza forza, non voglio bagnarmi! E poi la scena da paperissima: lei
davanti a me, inciampa su una radice ma non cade subito, 3-4 passi a cercare un
equilibrio impossibile e poi la ranata nell'erba. Una caduta controllata per
delle risate incontrollate.
In macchina
in tempo per i goccioloni che iniziano a scendere, vento, fulmini e noi che ce
ne scappiamo verso Ortisei per far la spesa e per..mardolomiti. Oggi del relax ci sta, una
bella doccia, qualche vasca, sauna, bagno turco, e..domani che si fa?
Qui altre
foto.
Qui la guida di Bernardi.
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