sabato 10 settembre 2016

Solitari nella folla: Seconda Torre del Sella - via Demetz-Delago

Ieri sera troppo cotti per mettersi a guardare cosa fare domani (oggi). Troppo freddo per fare colazione al fornellino, tanto vale andare all'ottimo e gentilissimo Bar Osvald, dove decidiamo anche cosa fare. Io personalmente, Ciavazes e Torri del Sella le evito a priori: untezza e folla. Ma va beh, oggi proviamo, sono fiducioso in Riccardo e nel suo "vedrai che oggi non ci troviamo nessuno". C'ha ragione. 

Nella speranza che l'esposizione sudovest ci regali brividi di caldo, alle 8e30 siamo in marcia per l'attacco, mentre altre cordate si preparano sono già partite: vivo nell'angoscia di ingorghi sulla via. Il mio amico che ha già salito tre delle quattro torri, mi guida verso l'attacco, che però facciamo un po' fatica a trovare con sicurezza: lo zoccolo basale è piuttosto uniforme, ma in alto si intuisce bene dove ci sia da andare. 

Riccardo parte, e infatti mi concatena L1 e L2. Eccomi fregato, così mi tocca il tiro chiave. Ma già il mio prossimo tiro sarà al cardiopalma. Ora, va bene che mi complico la vita, però.. 
Prendo la fessura di petto, prova e riprova, ho ancora un po' di male alle braccia da ieri e su questo strapiombo con niente le sento cantare. Alla fine riesco a passare, soccia ma sarà un VI questo! Riccardo invece passa a destra. Azz. 

Bramando il sole, Riccardo riparte, il percorso si fa logico e i punti di riferimento netti: oggi la via è un po' meno da cercare, anche se le orecchie dritte servono sempre. 
Il prossimo tiro che devo fare io mi lascia un po' titubante sulla direzione corretta da prendere: parete uniforme, ma lassù deve esserci una marcata cengia, e così è. Anche il sole inizia ad assisterci, ma..timido. Le nuvole incombono. 

Sul nostro L5, Riccardo deve traversare su roba facile ma in discesa ed esposta: "ehi, dopo mi recuperi lentamente, disgraziato!". Lo sento che ormai è già sopra di me: ieri il meteo era dato ben più stabile di oggi, giornata in cui dobbiamo invece non perdere tempo per poter arrivare all'auto asciutti. 

A S5 siamo sotto il tiro chiave, che tocca a me. 40m di diedro fessura di IV IV+ sostenuto: gran bel tiro! Verticale e strapiombante, come i migliori diedri sanno fare. Medito sulle maledette placche, che negli anni 30 non potevano certo esser superate con gli scarponi: queste formazioni rocciose invece si, scarponi e braccia! 

Arrivo in sosta bello contento, soddisfatto. E in più, manca poco all'uscita, che non guasta visto l'addensarsi di nuvole. Gente sulla prima torre scende allegramente, pascola, schiamazza: la solitudine sulla nostra via è interrotta da ciò. ma già salire una delle Torri del Sella senza altre cordate, è qualcosa di raro. 

Con un giro verso destra, il mio amico supera il tratto friabile che tanto lo intimoriva e sperava di lasciare a me: così impari a concatenare i primi due tiri. Meglio sbrigarci che sento le prime gocce, e calarsi da qui credo non sarebbe cosa facile. In più dai, manca davvero poco! 

Arrivo in sosta per il tiro finale che deposita sulla cengia quasi sommitale: rinuncio al voler salire in vetta, meglio non perdere tempo e dalla cengia scendere. Parto per un nuovo diedro, meno sostenuto ma dalle difficoltà simili. Solo che piove. Roccia bagnata su cui fare aderenza..anche no! 

Ci provo, sangue freddo, metto giù nulla per esser più rapido. Poi sento qualcosa che picchietta sul casco, insiste, "Ricky, ma chi cavolo è lassù che manda giù tutta questa ghiaia?!" "Pelle, è grandine". parolina magica per mettermi il turbo e dopo due tentativi col piede che sliccia, azzerare sul chiodo per esser rapido. Ma questa me la perdonate, con roccia bagnata in un diedro si può! 

Salgo troppo, vedo la cengia laggiu, arriva Riccardo che mi sono già messo la giacca: non piove ad acquazzone ma ci si bagna. Ormai tanto vale salire in cima e calarsi dall'altra parte, così facciamo, con altri due tiri perchè la corda tira troppo al mio amico. 

Alle 13e15 siamo in cima, non piove più ma poco ci manca. Osserviamo gente sulla Terza Torre, come vorrei non esser la! Mangiamo e beviamo alla svelta, tutto il possibile nello zaino in modo che non si bagni. La doppia che troviamo subito,la facciamo in moulinette per fare prima: a Riccardo il "fare prima" suona come un "ti faccio scendere ai 50 km/h", accidenti a te. 

Sbagliando la discesa, ci tocca risalire, poi la si trova. Discesa non banale, tratti di II e passi di III, ma almeno le due doppie che c'erano una volta non si trovano più: un tratto attrezzato e poi semplice camminata fino al Passo Sella. Osservando una Marmolada nuda. 

Oggi facciamo i nobili. Essendo anche presto, ci concediamo 3h al Dolaondes a massacrare i nostri polpastrelli in ammollo, e poi alla Gran festa da d Ista a mangiare e bere come veri montanari, e come veri alpinisti dormire in tenda sulla strada verso la meta di domani.

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