Finita
l'Alta Via 2 delle Dolomiti con un giorno di anticipo, ho tutto il tempo per programmare il
weekend per riprendere ad arrampicare. Peccato il meteo non aiuti: sopra il Po
il meteo non è buono. Cogliamo così l'occasione per andare a esplorare una zona
a noi lontana ma che ci ha sempre incuriosito: il regno di Lucio Calderone, la Rocca
del Prete.
Con relativa
calma, frutto anche dei tempi del percorso stradale, della colazione,
dell'esser arrivati fino a Santo Stefano d'Aveto quando invece c'era da fermarsi prima (ma meglio così,
ho soddisfatto un languorino), solo alle 9e30 ci incamminiamo nel bosco di
faggeti, seguendo le indicazioni un po' a naso, finchè il paretone appare ai
nostri occhi.
Di roccia ce
ne è, ma mi pare anche di erba.. Al parcheggio due ragazzi ci hanno messo in
guardia dal tipo di roccia, e noi per tutta risposta "non so se può essere
peggio della Pietra di Bismantova". Cominciamo a risalire il Canale Martincano, ma ben presto rileggendo capiamo
che tocca tornare indietro un pochino per attaccare lo Spigolo Nord. Partiamo
con questo, il classicone, anche per dosare il tipo di arrampicata.
Dalla sosta
pare mica male il secondo tiro, ma Stefania sguscia verso destra su terreno più
facile, anche se una bella spaccata obbliga a tenere i nervi saldi.
L'arrampicata inizia a farsi più da vero spigolo.
L3 è la
presa in giro per me, e la mi amica si diverte parecchio in questo sport: la
presa in giro, non la presa di roccia. Insomma, questo è davvero camminabile,
tantochè vorrei proseguire dopo la sosta ma..evito.
L4 è già un
po' più aereo, ma comunque resta facile: insomma dai, questo grado ce l'abbiamo
senza particolari problemi. Almeno il panorama si fa vasto essendo sempre più
in alto e sullo spigolo.
Su L5 cerco
più roccia possibile al fine di complicarmi la vista, con una parte iniziale in
mezzo ai gendarmi.
Con L6
arriviamo quasi in cima, e in due ore siamo in cima, dove scorgo Emanuele,
"figlio" di Lucio, che avevo giusto contattato ieri per avere qualche
info, e col quale scambiamo due chiacchiere. Hanno salito Indiana Giones loro,
andiamo anche noi finchè il meteo regge!
Alla ricerca
del sentiero che poi ci fa scendere per il Canale Martincano, attrezzato con
alcune catene e scivoloso. Tornati all'attacco, torniamo a ritroso fino a
trovare dei segni gialli sugli alberi da seguire. Finchè con risalita scivoloso
nell'erba, eccoci nella conca nella quale parte la nostra via.
L1 me lo
tengo io, che dovrebbe essere quello col passaggio più duro della via. Ed è
così, anche se così facendo la progressione, Stefania si becca i tiri più
belli.. L'aggiramento del masso incastrato è tutto sommato un mix tra tecnica e
forza, e io che di tecnica ne ho poca..vai di forza!
L2 gran
tirone lungo dalle difficoltà blande ma costanti, che si infila in questo
diedro camino strano per poi sbucare su un pianerottolo.
E ora dove
si va? Alla faccia del traverso L3! Gradi facili ma tutto esposto e con
pochissime protezioni, due delle quali le vedo solo una volta che le ho
passate.. Ma anche questa è fatta.
Resta
l'ultimo tiro alla mia amica, che mi urla "dopo ti voglio vedere mentre ti
incastri!", mah, io filo liscio come l'olio.. 15e20 siamo di nuovo in
vetta, scendiamo diretti verso la macchina evitando di ripassare sotto le
pareti, tra chiacchiere sul passato e sul futuro. Intanto il futuro prossimo
sarà rifocillarsi al Rifugio Lago Nero con Emanuele, poi doccia e Planet Funk innaffiati di birra doppio malto.
Qui altre
foto.
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