sabato 25 maggio 2013

Marche bagnate, Marche bagnate: Balze della Penna

In questo maggio meteorologicamente pazzerello occorre davvero tirare fuori conigli dal cappello per concedersi uscite di svago. Meno male c’è chi è davvero mago in questo, Nicola. Partiamo quindi alla volta dell’entroterra marchigiano, mai così a sud per cercare un posto che dovrebbe essere asciutto, almeno fino alle 14, quando dopo danno pioggia debole. Via del Grande Traverso alle Balze della Penna. 
Ma al nostro arrivo un vento gelido soffia, vento che costringe il buon Paolo all’inseguimento della relazione che scappa sulla statale, mentre Nicola e Gianluca sono già sul sentiero verso l’attacco. Partiamo anche noi, ma abbondiamo il sentiero CAI troppo presto, e siamo costretti a salire in mezzo alla vegetazione, e oggi machete non ne abbiamo. Partiamo bene! Ma queste Balze della Penna sono davvero estetiche, belle forme, tanta voglia.
Ma alla partenza della via Paolo è già dubbioso. Le nuvole sulle colline a fianco già avanzano, il sole sta nascosto, il freddo ci morde. La va presenta dal terzo tiro al sesto tiro un traverso che non lascerebbe possibilità di fuga in corda doppia, e beccarsi un temporale o della roccia bagnata su un traverso di IV+ non è nella mia to do list. Insomma, sappiamo già come andrà a finire.
Gianluca parte con Nicola che gli fa sicura, ma quando sarebbe ora di traversare a sinistra, preferisce andare su dritto, finendo chissà dove. Si avventura sulla parete, finché non parte anche Roberto, che correttamente traversa e in seguito si mette alla ricerca della sosta con Gianluca in alto e lui in basso. Morale della favola: Gianluca disarrampica, scende un po’ e arriva in sosta con Roberto. E noi a tremare di freddo..
Finalmente Nicola e Paolo possono partire (Paolo dopo una pisciatina in sicura) e io a ruota, così mi scaldo un po’. Delicato supero le difficoltà del primo tiro, e arrivo quasi in sosta, non fosse che quella suocera di Nicola non vuole che arrivi li finché lui e Paolo non sono ripartiti. E aspetta i loro comodi, con Mirko giù che mi urla che ha freddo e vuole partire.. Finalmente i due bisbetici partono per il secondo tiro e io posso dare il nulla osta a Mirko.
Paolo e Nicola si eccitano su qualche passaggio del secondo tiro (ovviamente le cordate sono state scelte per separare i più forti, e il primo a partire di ogni cordata in modo che i tiri duri se li beccassero i più forti), mentre sempre più forte cresce la convinzione della calata strategica per preservare l’asciutto dei nostri abiti. Poi partono anche Roberto e Gianluca, che passeranno il tempo a districare i nodi creati dai loro primi con le corde, mentre a Mirko toccherà aspettare per poter proseguire.
Non faccio in tempo a partire per il secondo tiro, che Nicola e Gianluca mi passano a fianco calati in doppia. Giusto così, non ci va di metterci in trappola. E dopo poco anche io mi ritrovo alla base della parete dopo una calata da 55m e Nicola che implora “togli il freno togli il freno che mi bruci la corda nuova”. Che famo? Dai, qualche monotiro aspettando che inizi a piovere ci sta. 
Nicola e Gianluca partono all’improbabile esplorazione della ricerca di monotiri, dimenticando (volendo dimenticare) che ci siamo passati davanti prima. Parto io su “1 Rosso”, Paolo a fianco su qualcosa altro, che arrampica con le scarpe da avvicinamento (lui che è bravo), e poi arrivano anche Nicola e Gianluca dopo la fallita esplorazione.
E qui scatta la Nicolata. Se quella di prima era la Paolata (ritirata in seguito a gufata, ma ben condivisa da tutti), adesso facciamo di tutto per prendere il temporale, e ci riusciremo! Nicola parte su un monotiro, arriva in sosta e dice a Gianluca di salire anche lui, non di calarlo, e “prendi lo zaino”. Come su “1 Rosso” da cui sono appena sceso, si vede che proseguono verso l’alto questi tiri. E noi? Dico a Mirko che sta salendo a sua volta “1 Rosso” di proseguire che vediamo com’è. E Paolo dice a Roberto che adesso si lanceranno all’inseguimento molesto della cordata Nicola-Gianluca. Il dado è tratto.
Tutti saliamo in modo disordinato, senza sapere su cosa e verso dove, in ogni caso su terreno facile. Mi alterno a Mirko e salgo verso Nicola che è già alto (quarta sosta per lui? Mirko ha concatenato due tiri di “1 Rosso”) e che ha traversato vistosamente per giungere sopra di me. Paolo insegue Gianluca. Arrivo da Nicola in sosta e cosa vedo? Veh che bella grotta li sopra, solo 7m, io vado li a far sosta, c’è una catena e un albero!
Salgo li, mi siedo comodamente sull’ albero, sono al riparo dal vento, sto al caldo, e in seguito starò al riparo temporaneo dalla pioggia. Arriva anche Gianluca che però sui appende alla catena. Poi dal malumore e l’invidia di chi sta sotto di noi (ormai un po’ tutti) capisco che sta piovendo. Ritirata! D’altronde la via è finita, a meno che si voglia tentare di uscire da questa grotta in vistoso strapiombo sul liscio.
Ci facciamo calare in sosta dove c’è Nicola, che lancia le corde nella speranza che arrivino fino giù: 55m di calata, per un pelo. Pioggierella per il momento, ma cielo minaccioso e vento freddo. E l’impermeabile ce l’hanno solo Nicola, Paolo e Roberto, gli altri han lasciato giù tutto. Giù Nicola, giù Gianluca (la cui giacca giù alla base sta proteggendo la mia roba e quella di Mirko), giù Paolo, tocca a me, e giù acqua, ora piove serio.
Via svelti, raccogli gli zaini, sistema un po’, metti l’impermeabile, e ci si incammina verso la macchina. Un lampo, 5 secondi, tuono. Mmm, vicino. Camminiamo. Altro lampo, 2 secondi, tuono, meglio spicciarsi, aumenta il passo cercando di non scivolare. Altro lampo, 1 secondo, tuono, corri! E men che non si dica siamo alla macchina.
Butta tutto dentro, sali in macchina chi ancora con l’imbraco, vai a far metano  e dopo comodamente sotto la tettoia del distributore di benzina successivo a cambiarci e sistemarci. Sulla SS sembra di essere a guadare un torrente, ma non possiamo andare a casa senza birra, e partiamo alla volta di Fano alla ricerca di una pizzeria/piadineria bar.
Trovata! Ma non ha il bagno.. Finiamo, caffè, ma non qui, andiamo in un bar così andiamo in bagno. Ma nemmeno al bar hanno il bagno! Oh, a me scappa.. Facciamo un giretto in spiaggia.. Il tempo di arrivare sulla riva, tirare due sassi in acqua, e in fila aumentiamo il livello idrico e salino dell’acqua del Mar Adriatico.

Qui altre foto.
Qui report.
Qui relazione della via iniziale (molte altre sullo stesso sito).

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