domenica 18 novembre 2018

Tessari dolce (ma non troppo) Tessari..Per Elisa e Pinamonti

Nonostante bistratto da molti, questo posto si conferma la scelta giusta per quei giorni corti, o incerti, o freddi. Insomma quando non so bene cosa fare, ma voglio fare, vengo qui: e Stefania mi segue volentieri, fiduciosa in avvicinamenti brevi e facili e vie non impegnative. Finchè..
Brighente e soci hanno aperto (o riscoperto) un sacco di vie, anche se su roccia meno buona delle classiche di Cipriani. Ma cerco di starmene ben lontano dalla polemica tra i due, che tra i due litiganti il terzo gode di più se se ne sta alla larga dal litigio. Andiamo a scoprirle, e andiamo nel settore più lontano, a vedere questa Per Elisa com'è, e se troppo dura ripiegare su quella a fianco.
L'accoglienza al parcheggio consiste in un bel vetro ghiacciato di un'auto. Mii che freddo, per fortuna la parete è esposta al sole e in via saremo sotto i suoi raggi. E invece mica tanto. Tanto è invece l'avvicinamento rispetto a quello che si pensava: una buona oretta di cui più della metà a vagare nel boschetto insidioso sotto le pareti.
Ed eccoci all'attacco: "sembra facile" dice lei, tanto sono io a partire. Il primo tiro di Per Elisa non è banale, sarà per il freddo a dita di mani e piedi, e quella clessidrina come la maglietta di Baglioni, fina. Il successivo scivolo merita ancora più attenzione per non far franare roba giù a Stefania.
Tiro chiave, e da vera galantdonna mi lascia andare a me. Non capisco bene dove sia la facile azzerabilità: i chiodi si raggiungono bene ma il passaggio non si può saltare. Dopo qualche pensamento riesco a passare e salire poi più agilmente verso una sosta che con mia sorpresa non è come mi aspettavo. Altro che belle clessidre, caccio giù dei friends come se piovesse.
"Ste vai tu? é IV", guarda la relazione e "No, è IV+, vai tu che quel + mi stizzisce". E in effetti non ha tutti i torti, bello ammanigliato ma verticale e con movimenti strani. E ancora all'ombra, maledetto. Un momento di smarrimento sul proseguo della via, e di nuovo con attenzione data la solidità del terreno, raggiungo un bel clessidrone.
Passa avanti lei ora, cuor di leone! E giù un friends appena sollevata da terra. Poi sparisce alla mia vista ma pedala per più di metà di corda, probabilmente concatenando. Ma va bene così, che con un altro tirello che presenta solo un paio di salti di roccia siamo fuori.
Un bellissimo spiazzo in mezzo al rado bosco e rigorosamente all'ombra. Ci si cambia veloci, si mangia e intanto io e solo io faccio su le corde: avrei la smania di fare un'altra via, devo esser rapido per non sentirmi dire "eh ma ormai sono le..". Trovato il sentiero si scende verso sud. L'idea era di andare alla parete rigata, ma visto il tempo meglio anticipare e stare sul classico trapezio.
Una cordata è sul Cappuccio del Fungo, allora vediamo di fare quella appena prima. La relazione parla di gradi abbordabili e allora saliamo su questa Pinamonti. La partenza mette già sull'attenti, non a caso una sfilarata di spit protegge. Un po' di piedi paiono saltati via di recente.. Superata la parte tosta, scheggio verso l'alto a cercare di far sosta più su possibile in modo da sbrigarci la via in pochi tiri e scappare verso la birra.
Cedo il passo a Stefania, tanto la relazione recita del II. I primi metri non paiono proprio II, però nemmeno V: è più su che la faccenda si fa ostica. Vedere la corda fermarsi, arretrare, risalire, e vedere questa sequenza più e più volte mi lascia intuire cosa stia accadendo. Paziento nel mio tugurio freddo, in sosta su un albero con una cordata che ci ha raggiunto e scalpita. Finalmente i segnali di corda mi fan capire che la sosta è stata raggiunta. E quando mi trovo a metà tiro..altro che II!
Io però credevo che saremmo finiti sulla parte sinistra del fungo, invece siamo metri e metri più a sinistra.. Va beh, andiamo su terreno sconosciuto (o che non ricordo io..) e vediamo com'è. Beh, anche qui c'è da guadagnarsi la pagnotta. Parecchi movimenti strani e combinazioni di diverse tecniche, poi una facile parte finale per uscire dalla via e sostare su quel classico masso con buco e clessidra.
Giornatina che ricorderemo frizzante, e con uno dei più selvaggi avicinamenti di Tessari, oltre che con le sorprese della Pinamonti. E adesso via, verso l'apreitivo godereccio.

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