Quando si
dice sentirsi a casa: luogo, ambiente e organizzazione dal calore inestimabile.
Gente che ci mette passione. Ricordi di una persona che non c'è più. Gara fatta
con questa e con un'altra che non è potuta venire (ma per lavoro..).
Qui altre foto.
Stavolta
parto di sera, in compagni di Roberto, Roberta, Mattia: purtroppo manca
Stefania, che ieri si è
presa una bella insolazione.. Una pizza a Vignola all'ottima Smorfia subendo i consigli del
PT "Mattia er terribbille" e poi diretti a Capanno Tassoni. Che murata di
parcheggio! Un saluto a chi al bar sta disturbando la quiete di chi dorme
sopra, e via a letto.
Letto, il
mio letto: sedile del passeggero della mia auto giù e due materassi sdraiati su
esso, ecco il mio letto. Un letto immerso in un'oasi di pace e silenzio. Fatto
salvo per altri che salgono col nostro stesso piano. Suona la sveglia, e dal
mio finestrino vedo ben di meglio che palazzi: faggi. Mi sposto su una panchina
col mio fornelletto, pentolino, latte, cereali, kiwi e tazza. Colazione
spettacolare!
Bon dai, son
le 7, mi sposto nella zona delle iscrizioni cominciando a salutare un po' di
facce conosciute. Mi siedo in attesa delle 7e30 e noto lo striscione dedicato a
Fabrizio. Il tempo si ferma, i ricordi tornano, il cuore ha un sussulto: poi la
mente rende un saluto a quella gran persona che non c'è più.
D'accordo
con organizzazione e Alessandra, mi attacco anche il pettorale del povero
Jacopo, il toscanaccio bloccato per lavoro, lui che come un adolescente scopre
in pubertà il sesso, è rimasto infoiatissmo col trail ma bloccato al lavoro..
"9" dritto e "23" al contrario.
Calzate le
scarpe offerte in prova da Nuovi Orizzonti, mi cambio e scaldo: un minuto di
stretching, in barba a chi si fa salite, discese e ripetute da mezzora. Sono
una bestia che si allena da bestia.. Discorso dai contenuti tecnici del grande
Pleo, e poi un minuto di silenzio per Fabrizio. E gli occhi diventano lucidi,
col pugno che si serra ad apprezzare la vita.
Si parte. E
che dire ora? La vista macina paesaggi, sguardi attenti al terreno dove posare
i piedi. Il tatto cerca quando può gli alberi per darsi una mano. L'olfatto
registra gli odori del bosco. L'udito ascolta il vento ma anche gli sbuffi del
fiato. Il gusto..non è quello delle papille ma quello di questa attività che ti
fa sentire libero e vivo..
In discesa
non ce n'è, ma in salita riesco a dire la mia e recuperare un po' di gente. Al
primo ristoro il fotografo mi dice "Calmo che c'è lo Spigolino!": ma
la salita emblema di questa manifestazione mi sembra ogni anno più corta. A
discapito delle altre però! E di queste leggere salite che non so se correre o
camminare..
Quando si
esce dal bosco, la magnificenza del nostro crinale appare in tutto il suo
splendore. Magnificenza ma anche severità, spero solo non tiri troppo vento
lassù perchè sono bagnato spolto di sudore.. Salita impeccabile alla vetta di
oggi, con un campana che aspetta di essere suonata e che quando vedo vado
d'istinto a picchiare con la testa, pensando solo dopo che potrebbe anche fare
male. Che idiota. Che ebrezza da trail..
Discesone
folle, ma non troppo perchè se cadi ti raccolgono col cucchiaino, e di cose
nella vita ne avrei ancora tante da fare.. Vedo Andrea davanti a me, se voglio
sperare di vincere il premio come primo arrivato del CAI di Carpi devo
superarlo. Non ci riuscirò, arriverà qualche minuto prima di me, ma non avendo
scritto sul modulo di iscrizione che fa parte del CAI di Carpi, il premio lo
danno a me..
I volontari
ai posti di controllo fanno il tifo per chi corre. Giocando in "casa"
mi conoscono in tanti e magari a me regalano qualche parola in più. I trekker
che si incontrano in giro ti incoraggiano. Tra corridori ci si incoraggia.
Mattia è mutato in PT severo. Roberta e Roberto han scommesso se riesco o meno
a fare meglio dell'anno scorso. Un po' di pressione, un po' di aspettative
altrui da voler rispettare ci sono. Ci sarebbero, perchè poi quando arriva la
fatica, il fiatone, e la bellezza della natura e della montagna..entro in uno
stato di trans dal sottotitolo "goditela!".
Discesona
tecnica, rientro nel bosco. E ora che non sono più esposto al vento e che manca
poco, posso fare ciò che bramo dal quinto km: cavarmi la maglietta. Madonna che
caldo, che maglietta pesante e appiccicaticcia di sudore. Che libertà essere a
petto nudo.. Lo so che farò la figura dell'esibizionista (non è che abbia nulla
da esibire poi), ma non è così e non me ne frega una fava. Voglio solo sentirmi
comodo e ancora più libero.
Trotta
trotta nel km finale: non ho nessuno da recuperare, voglio solo sciogliere le
briglie e mollare gli ultimi cavalli rimasti. Cavalli o asini o muli che sia,
sfogatevi! Traguardo, 20m in leggera salita per fregarti, poi quel "Ma
qual'è il numero?!" e allora mi ricordo che sto correndo pure col
pettorale di Jacopo, e lo copro con la mano.
Tempo
peggiorato di qualche minuto rispetto all'anno scorso. Sì ma che me frega, ho
ancora l'Amorotto Ultra Trail sulle gambe,
mi sono allenato poco e male dopo l'Ultra Trail degli Dei Mi sono divertito? Sì. Questo è l'importante. Vado a godermi
la birra? Sì, questo è fondamentale. Le torte delle zie del CAI di Carpi? Queste sono uno dei motivi
per correre la Marcia dei Tori!
Mi svacco
con Roberta e Roberto a far due chiacchiere con altri amici. Zero fame e zero
sete (non è un buon segno, ma almeno così non faccio come tre anni fa quando
son stato quasi male da tanto ho mangiato). Stefania come starà? Momento delle
premiazioni, tra le quali "e in ricordo di Fabrizio abbiamo istituito il
premi per il corridore più giovane", e così arriva il terzo momento
toccante di oggi.
Qui link alla
manifestazione.