domenica 11 agosto 2013

Non male come riscaldamento: Barre des Ecrins e Dome de Neige

L'obiettivo delle vacanza montane 2013 è lui, il tetto d'Europa, ma non vogliamo salirci se le condizioni non sono ottimali: in più abbiamo in mente una traversata di tutto rispetto, perciò vogliamo giocarci bene le nostre carte. Tra lunedì e martedì è previsto tempo un po' un po', e quindi optiamo per un allenamento altrove. Alla faccia dell'allenamento.
Marco fa le notti, quindi prima di una certa ora non possiamo partire: alloggiato comodo e non in un loculo come l'anno scorso, dormirà tutto il viaggio. Ricordavamo un viaggio lungo e così sarà, ma siamo carichi, stavolta vogliamo farcela, non come luglio scorso. Arrivati al parcheggio la sorpresa di un mare di acqua che inonda ovunque, una parte bassa di parcheggio, la strada, insomma! Ci prepariamo con calma e andiamo, tanto stavolta alloggiamo al Refuge du Glacier Blanc, perciò solo 2 ore di salita: le altre 2 saranno abbuonate stanotte..
Per Marco è la prima volta, per me e Riccardo no, conosciamo già la zona ma saliamo comunque guardandoci intorno, la valle è davvero ammirevole. Arriviamo al rifugio, e in barba alla salute decidiamo di farci una birra: ci faremo una birra in ogni rifugio della vacanza. Memori di quanto disse Cristian, siamo fiduciosi sulla cena, ma ne verremo delusi. Pazienza, non siamo qui per mangiare.
Ore 2, la colazione è stata lasciata sul tavolo, solo noi e un'altra cordata partiamo a quest'ora. Temperatura buona per stare in maglietta e intimo, ma durerà poco, perché un vento fastidioso accompagnerà tutta la salita. E sappiamo pure che sarà lunga questa giornata!
Mettiamo piede sul ghiacciaio, io e Riccardo ci ricordiamo dei mostri che si incontrano già nel primo tratto, e partiamo concentrati. È la notte di San Lorenzo! Qualche stella cadente ci fa esprimere il desiderio di raggiungere la cima e tornare giù sani e salvi (e un altro desiderio che non si può dire). Una volta che il ghiacciaio si appiattisce, scorgiamo altre frontali davanti a noi, e arrivati sotto il Refuge des Ecrins troviamo molte cordate in fase di legatura: il carrozzone va..
Alla base del paretone la luce è ancora scarsa: solo Marco non sa cosa c'è sopra la nostra testa, saliamo e basta, la pendenza parte decisa, la neve non è buonissima, l'affollamento mediocre. Verso metà parete il sole inizia a illuminare le cime più alte, e scorgiamo allora il signor monte Bianco maestoso la in fondo, e poi il Monte Rosa. Che spettacolo. Ancor più che nelle valli fluttua uno strato di nubi basse.
La palla infuocata supera l'orizzonte, ed è un crescendo di colori, la neve che sta sopra di noi si tinge prima di rosa, poi di arancione, poi assume il suo colore candido. Il sole sorge proprio mentre stiamo per iniziare il traverso sotto la terminale, nessun posto poteva essere più azzeccato.
Una cordata prende di petto la parete nord della Barre des Ecrins: sarebbe stata anche mia idea, ma non abbiamo il materiale, e a vedere quanto spiccozzano, direi che la seconda picca serva eccome. Via verso la Breche Lory, sperando di non rimanere troppo in coda.
E invece tutto è abbastanza sciolto, l'aver superato qualche cordata in salita ci permette di salire il primo tratto, il più difficile tecnicamente, da soli. Lo supero abbastanza agilmente, mi sento bene. Ma la cresta sarà davvero lunga, con qualche passaggio non banale (saliamo coi ramponi sempre ai piedi, nonostante la neve copra si e no il 7% del percorso), e sopratutto, sempre aereo. Parete sud a picco nella roccia, parete nord a picco sul ghiaccio. Sti ca.
Ripenso all'anno scorso quando eravamo in una spedizione a tentare questa cima, chissà col bel tempo a che ora saremmo rientrati a casa.. E dopo 1e45min di cresta, chi l'avrebbe detto che fosse così lunga, sotto un costante vento, giungiamo sulla massima elevazione degli Ecrins, che bella montagna. È fatta! Ben contenti della salita, non festeggiamo perchè la discesa sarà ancora più insidiosa della salita, e i crepacci che ci aspettano a valle ci consigliano di festeggiare solo una volta rimesso piede al Refuge du Glacier Blanc. Ottima giornata dal punto di vista meteo, ecco un video.
Come pronosticato, la discesa è lunga, ci impieghiamo mezzora più della salita, concludendo con una calata in moulinette per rimettere piede sulla Breche Lory. E sono 9ore che giriamo.. Ma un altro 4mila ufficiale è qui a due passi, bisogna varcarne la vetta: detto fatto! Ora vorremmo mangiare, ma prima vogliamo metterci al riparo dal vento.
Ma non basta, perché poi vogliamo metterci in fuga dalle cattedrali sospese che stanno qua e la a osservarci, e quindi parto in tromba trascinando gli altri due verso valle. Una volta al sicuro alla base della parete possiamo svaccarci, inaugurando una nuova salle a manger. Non siamo gli ultimi ma quasi, la nostra poca sveltezza su misto e roccia si paga..
Ha ora inizio l'infinita calda discesa sul piatto Glacier Blanc, piatto ma bucato, poi inclinato alla fine ma sempre bucato. È stupefacente vedere quanta gente salga da valle pensando di doversi legare e ramponare solo il giorno dopo. In realtà la maggior parte dei pericoli di crepacci sono prima del Refuge des Ecrins. Due italiani si stupiscono nel vederci legati ancora, gli facciamo osservare sopra cosa sono, e decidono di legarsi anche loro.
E dopo 12h, ritorniamo al rifugio. Stendiamo tutta l'attrezzatura al sole, ci cambiamo e stendiamo anche i vestiti, facciamo come se fossimo a casa nostra. Ci guardano, a me non sembra di fare nulla di strano. Birra? Ma si dai.
Che bello poter scendere con calma senza la preoccupazione di dover rientrare a casa, o di dover rientrare a casa entro una certa ora! La solita marmotta des ecrins si lascia fotografare mentre giace all'ombra sotto un sasso.
Discesa calda e faticosa, al bivio col Glacier Noir incontro 4 tedeschi che mi chiedono se il sentiero sia giusto per il Refuge des Ecrins: sì, ma sapete che avete ancora 4 ore da salire? Annuiscono. Sono le 17, arrivano alle 21, pensano che gli daranno da mangiare?! Mah.
Bene, una delle gite della vacanza montana 2013 è fatta, adesso..resta lui. Ma per stasera un campeggio ad Ailefroide va da dio per doccia, mangiare, bere e riposare. Domani ci trasferiremo: vade retro tornare in Italia, percorriamo solo strade francofone! Non tanti km quindi, ma che paesaggi! Aggiriamo il gruppo degli Ecrins, vediamo bene Miage e poi laggiu la Barres des Ecrins, il mio mezzo solca il Colo du Galibier (2600m, perchè prendo il tunnel), e poi dopo circa 4 ore, appare lui.
Giusto il tempo di prendere un pollo allo spiedo e due baguette, trovare un'area di sosta con tavolino e acqua, e il pranzo è servito: sopra di noi la Traversee Royale, a presto sotto i nsotri piedi!

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