sabato 20 agosto 2016

Esplorazione a Rocca del Prete: Spigolo Nord e Indiana Giones

Finita l'Alta Via 2 delle Dolomiti con un giorno di anticipo, ho tutto il tempo per programmare il weekend per riprendere ad arrampicare. Peccato il meteo non aiuti: sopra il Po il meteo non è buono. Cogliamo così l'occasione per andare a esplorare una zona a noi lontana ma che ci ha sempre incuriosito: il regno di Lucio Calderone, la Rocca del Prete.
Con relativa calma, frutto anche dei tempi del percorso stradale, della colazione, dell'esser arrivati fino a Santo Stefano d'Aveto quando invece c'era da fermarsi prima (ma meglio così, ho soddisfatto un languorino), solo alle 9e30 ci incamminiamo nel bosco di faggeti, seguendo le indicazioni un po' a naso, finchè il paretone appare ai nostri occhi.
Di roccia ce ne è, ma mi pare anche di erba.. Al parcheggio due ragazzi ci hanno messo in guardia dal tipo di roccia, e noi per tutta risposta "non so se può essere peggio della Pietra di Bismantova". Cominciamo a risalire il Canale  Martincano, ma ben presto rileggendo capiamo che tocca tornare indietro un pochino per attaccare lo Spigolo Nord. Partiamo con questo, il classicone, anche per dosare il tipo di arrampicata.
Parto io, il tiro comincia abbastanza dritto, ma poi si abbassa fino a una comoda sosta.
Dalla sosta pare mica male il secondo tiro, ma Stefania sguscia verso destra su terreno più facile, anche se una bella spaccata obbliga a tenere i nervi saldi. L'arrampicata inizia a farsi più da vero spigolo.
L3 è la presa in giro per me, e la mi amica si diverte parecchio in questo sport: la presa in giro, non la presa di roccia. Insomma, questo è davvero camminabile, tantochè vorrei proseguire dopo la sosta ma..evito.
L4 è già un po' più aereo, ma comunque resta facile: insomma dai, questo grado ce l'abbiamo senza particolari problemi. Almeno il panorama si fa vasto essendo sempre più in alto e sullo spigolo.
Su L5 cerco più roccia possibile al fine di complicarmi la vista, con una parte iniziale in mezzo ai gendarmi.
Con L6 arriviamo quasi in cima, e in due ore siamo in cima, dove scorgo Emanuele, "figlio" di Lucio, che avevo giusto contattato ieri per avere qualche info, e col quale scambiamo due chiacchiere. Hanno salito Indiana Giones loro, andiamo anche noi finchè il meteo regge!
Alla ricerca del sentiero che poi ci fa scendere per il Canale Martincano, attrezzato con alcune catene e scivoloso. Tornati all'attacco, torniamo a ritroso fino a trovare dei segni gialli sugli alberi da seguire. Finchè con risalita scivoloso nell'erba, eccoci nella conca nella quale parte la nostra via.
L1 me lo tengo io, che dovrebbe essere quello col passaggio più duro della via. Ed è così, anche se così facendo la progressione, Stefania si becca i tiri più belli.. L'aggiramento del masso incastrato è tutto sommato un mix tra tecnica e forza, e io che di tecnica ne ho poca..vai di forza!
L2 gran tirone lungo dalle difficoltà blande ma costanti, che si infila in questo diedro camino strano per poi sbucare su un pianerottolo.
E ora dove si va? Alla faccia del traverso L3! Gradi facili ma tutto esposto e con pochissime protezioni, due delle quali le vedo solo una volta che le ho passate.. Ma anche questa è fatta.
Resta l'ultimo tiro alla mia amica, che mi urla "dopo ti voglio vedere mentre ti incastri!", mah, io filo liscio come l'olio.. 15e20 siamo di nuovo in vetta, scendiamo diretti verso la macchina evitando di ripassare sotto le pareti, tra chiacchiere sul passato e sul futuro. Intanto il futuro prossimo sarà rifocillarsi al Rifugio Lago Nero con Emanuele, poi doccia e Planet Funk innaffiati di birra doppio malto.

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