Oggi cordata
inedita. La montagna, la passione per la montagna, ha il potere di unire le
persone, di creare dei feeling che potrebbero richiedere parecchi giorni in un contesto
"normale".
Flavio l'ho conosciuto la prima volta sulla
Tour Ronde, con quella
sosta orobica che non dimenticherò mai:
come nemmeno quella salita..un'epopea. L'ho rivisto ad
Arco, e ci si era promessi di fare qualcosa
insieme un giorno.
È arrivato
quel giorno, complici le ferie e il nostro vagabondare, ci si sente nei giorni
scorsi e..andiamo in Dolomiti che ci sono anche degli altri suoi amici in giro
che beccheremo domani. Noo, in dolomiti, non ero pronto a questo! Non ho guide
ne cartine.. Però un'idea su che via fare, fuori dalla folla, in ambiente
grandioso, selvaggia al punto giusto..ce l'ho.
Con Flavio
c'è
Fabio, altro bergamasco, e sono in minoranza. Non a caso passerò due giorni
a mezzo a sentirmi dire "mo la piadina con lo squaqquerone" "mo
va che bello" e tutte altre cantilene in romagnolo a deridere il mio
accento. Che poi, io non sono romagnolo. Flavio ha un pelino accentuato
l'accento. Un pelino..
Colazione e
si parte da Daunei, luogo che quest'anno mi ha visto gran frequentatore del suo
parcheggio e delle vie intorno:
Torre Juac,
Torre Firenze le più vicine,
Sass de Mesdi,
Gran Fermeda,
Odla daCisles. Oggi con la Piccola Fermeda spero "chiudere" il poker delle
salite delle Odle. Ma la via è lunga, e solo ora scopro che per Fabio si tratta
della prima via in Dolomiti. In Dolomiti, non della prima via in assoluto..
Solita foto
al lago dove si specchiano le quattro sorelle, "qui ci porti una ragazza e
va in brodo di giuggiole", sosta al
Rifugio Firenze per un caffè, e via per i prati verso
l'attacco. L'orario presto fa sì che i sentieri non siano ancora invasi dalla
gente..
Certo che da
sotto fa un po' paura la via. Lo Spigolo Sud Est della Piccola Fermeda parte
con dei netti gialloni, un nasone di strapiombo. Infatti la prima parte di
salita si svolge sulla sorella maggiore, la Gran Fermeda.
Cordata da
tre, meglio dividersi la salita in blocchi, e non alternarsi. Che poi Fabio ci
deve pensare se ha voglia di tirare, oggi come dice lui è "giornata di
apprendimento per me". Parto io allora, con l'idea di salire in conserva i
primi quattro tiri, fino alla sosta prima del tiro chiave. E di salire con le
scarpe, che sull'erba vanno meglio delle scarpette, e sul II grado sono
passabili.
Scarpe, povere
scarpe, il Brenta ha distrutto le mie Dolomite e mi tocca fare con le
NewBalance che usavo a fare i trail.. Vediamo come se la cavano. Su roccia non
mi ispirano molta fiducia, troppo morbide, e anche la discesa darà da prestare
attenzione scendendo sul III.
Partiamo
male, non trovo il chiodo cementato di sosta, ma il prossimo tiro non può che
esser quello. Recupero i miei due compagni: siamo all'ombra e fa fresco. Anche
oggi fa fresco, la costante di questa settimana di vacanza. Ma siamo carichi
come delle molle.
Riparto per
il tiro chiave della via: bello da vedersi, tutto questo giallo, questa netta
fessura inclinata che non si capisce bene se salirla a destra, a sinistra, in
mezzo, dentro, fuori.. Facciamo un po' di tutto va! E oltre all'accento, vengo
canzonato per il mio mantello rosso da Superman: ho steso la maglietta di
avvicinamento sopra lo zaino, e svulazza..
Bel tiro
dove c'è da pensarci un po', dove evitare il bagnato.. Sosta scomoda e non molto
rassicurante, traversino estetico finale dove fotografo bene i miei due amici.
Riparto per un altro comodo tiro di traverso, esposto e poco proteggibile, a
far sosta dentro il primo canale.
Segue un bel
diedro camino dove occorre muoversi bene, ma ben ammanigliato o appiedato. La
giornata scorre liscia, la salita si trova abbastanza bene per il momento,
anche se di spigolo..non se ne vede ancora. Sarà meglio che le vie chiamate
"spigolo" vengano attentamente vagliate per capire quanto spigolo c'è
davvero.
Il tiro di
trasferimento di I grado lo fanno Fabio e Flavio: ecco, manovra inedita per me,
ma sensata. Le corde loro sono sopra, il tiro è facile, col secchiello posso
gestirli separati. Vedi che ad arrampicare con gente "lontana" se ne
imparano di nuove?
Dubbiosi se
siamo nel posto giusto ora.. Almeno siamo al sole, a scaldarci. Due tironi
strani, salita, traverso, sotto strapiombi: davanti (a fianco) a noi una
placconata omogenea, indecifrabile. Parto dubbioso, non capendo se sarà facile
o difficle. Un tiro strano ma bello, esposto e dalla salita diagonale. Trovo un
chiodo cementato ben prima dei 50m: che faccio? Sono a 25m ma sosto lo stesso.
Fabio veggente dice "sta a vedere che hanno invertito le lunghezze di
questi due tiri".
Ha ragione!
Infatti parto il tiro successivo, di nuovo bello, ma strano, traversi a cercare
i pieid migliori su questa placconata che pare inaccessibile e invece cercando
bene ha dei punti deboli netti. Lo strapiombo sulla testa e la corda che
continua a scorrere.. Poche protezioni piazzabile.. La corda che scorre.. Ma
accidenti, dov'è la sosta?! Intravedo un cengetta a fine del traverso, e
infatti eccola. Fiuu..
Anche i miei
due compagni si godono il tiro, e Flavio decide che sia ora di passare in testa
lui: e si piglia tutto lo spigolo! Intanto osservo le montagne intorno con un
bel cappello di nuvole: niente da fare, troppa energia nell'aria, previsioni
che non riescono ad azzeccarci, ogni giorno si rischia la lavata.
Ben presto
scompare alla nostra vista, e rapido sale. Da ora fino alla forcella sotto
l'anticima non si troverà quasi più nemmeno un chiodo, ma il terreno facile e
lavorato offre un sacco di bei buchi e spuntoni dove piazzare le nostre chincaglierie.
Tiri
estetici sul filo dello spigolo i primi, qualche goccia ci mette il pepe al
culo. Verso Corvara si nota distintamente un muro d'acqua che se fosse da noi..
Madonna, son quasi rassegnato. Prego un pochetto. Flavio prosegue svelto che
anche lui ha capito l'andazzo.
Nella
seconda metà della sua salita, mannaggia, mi abbandona lo spigolo, se ne sta
più in parete. Io che invece amo gli spigoli, cerco di prenderlo di petto il
più possibile, ma le protezioni piazzate non sempre lo permettono.
Flavio va su
terreno libero in mezzo a torrioni e gugliette sulla sinistra dello spigolo, per
poi tornarci in seguito. Lo raggiungiamo alla sosta sotto l'anticima, urca se è
lontana ancor ala cima! E queste nuvole..invogliano velocità!
Molto
gentilmente, il bergamasco lascia a me il tratto finale per arrivare in cima.
Dai, provo a concatenare tutto così arriviamo prima in vetta. La roccia si fa
nettamente meno buona, occorre stare attenti e muoversi bene. Proteggersi poco
per poter esser tranquilli sullo scorrimento della corda: i miei amici mi
tireranno degli accidenti per questo..
Ma la corda
si incastra, loro son già partiti, ci vediamo, gli chiedo di disincastrarla.
Due volte succede tutto ciò, poi mi rompo le balle e dopo il traversino
delicato ed esposto, alla seconda forcella sosto sulla ferla e amen. Non ho
mica cagato in chiesa per dover fare questo tiro alla fune!
Belle foto
da ceramica ai due, e riparto come un gatto svelto verso la cima, eccola! A no,
è di fianco, dove giace il libro di via. Ed eccoci tutti quanti sulla Piccola
Fermeda ad ammirare il panorama e considerare che..oh ma sono 720m di sviluppo!
Vione! Piccola ma lunga!
Meglio non
sostare troppo in vetta, l'orario e il meteo ballerino propendono per scendere
alla svelta. La stretta di mano una volta che saremo sul sentiero, si fa su un
po' di roba, cambio scarpe, e via andare. Ma che panorama..
Ridendo e
scherzando come fatto in tutte le ore precedenti (sketch di Fantozzi e Pozzetto
che loro sanno a memoria!), la discesa si svolge senza perdersi come temevo:
quella dalla
Gran Fermeda la ricordo molto più labirintica, questa si segue abbastanza bene, e
con qualche breve calata si evitano i passi di disarrampicata più duri (III).
Da questo
lato la Piccola Fermeda ha un'impressionate versante nord, profili aguzzi che
non si notavano. Ultima doppia e siamo alla forcella dalla quale tutto dovrebbe
essere su sentiero ora.. E invece no! Saliamo a ignoranza sul crinalone, per
poi scendere sul lato nord. E per tornare sul sud c'è un breve tratto su
placche rocciose erbose.
Fabio resta
un po' indietro, stanco della salita, e ci sta benissimo. Lo aspettiamo,
corricchiamo verso valle affamati e assetati. Tracce meno nette obbligano a
tagli nei prati in direzione del sentiero di stamane, marmotte fischianti mi strappano
un sorriso ogni volta che le vedo goffe goffe correre verso le tane.
Eccoci sul
sentiero, stretta di mano, una pausetta, qualche foto, e la soddisfazione della
salita! Siamo d'accordo sul fermarci al
Rifugio Juac a mangiare qualcosa, a valle non faremo in
tempo ad arrivarci.. Io sono abbastanza sicuro che sia aperto e chi ci daranno
da cena, e invece quando arriviamo "Scusi si può mangiare qualcosa?"
"Ma la cucina ha chiuso mezz'ora fa" (sono le 19e30).
Tragedia. Usciamo
sconfortati, il gestore a sedere su una sedia ci chiede cosa abbiamo fatto
"lo spigolo alla piccola Fermeda" "No no, dopo una scalata si
deve mangiare, vado a sentire in cucina cosa possono farvi". Dio ti
benedica! Doppia razione di uova speck e patate (io senza speck, ovviamente) e
siamo in pace col mondo.
Si fa sera,
si fa notte. Che giornatone anche questo, e in piacevole compagnia!
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