Ilaria è una ragazza con dei sogni. Beh oddio,
farne io il biografo lo vedo alquanto fuori luogo: la realtà è che la conosco
da giugno e solo tramite social. Su Facebook mi sono imbattuto nella sua pagina
del "Longest Triathlon", ed è stato inevitabile che mi si creasse
questa empatia, questo feeling tra la sua super impresona, e le mie impresine
piccine. Impresone, impresine, si tratta pur sempre di sogni.
E i sogni
sono quelli che ci tengono vivi, che ci fanno andare avanti. Che ci danno la
forza di andare a lavoro nelle giornate grigie, perchè questo ci permette di
avere i soldi (non raccontiamocela) per poter avere il materiale per
realizzarli. Che ci danno lo stimolo ad allenarci anche quando piove, anche
quando siamo stanchi, per avere la preparazione fisica per poterli portare a
termine.
I sogni,
come la risata, sono l'essenza della vita. O meglio, di una vita con una certa
felicità: sì certo, se non si riesce a realizzarli non è che si sia proprio
felici, ma già il solo concepirli è tanto. Un po' come un viaggio, già nel
pianificarlo si prova un immenso piacere. E poi, se un sogno va storto,
l'importante è averne subito pronto un altro!
In questo,
forse un po' presuntuosamente, mi sento vicino a lei. E altrettanto
presuntuosamente capisco (meglio dire immagino) quanto possa esser dura non
tanto fisicamente, quanto psicologicamente. Gli uomini di scienza ti verranno
sempre a dire che esistono dei limiti fisici, materiali, oltre i quali il corpo
umano non può andare: sarà la mente umana personale a sfatare tutto ciò.
Per questo,
nel mio piccolo, ho sempre riempito di like ogni suo post (e qualche commento,
per non sembrare troppo molesto..), un piccolo gesto che però la sera sul
cuscino, o la mattina davanti al caffè, può dare quel brio in più alla prossima
giornata di fatiche. Un altro piccolo contributo l'ho fatto nella speranza di
esse ancora di maggior supporto. Quando poi ho letto che era non troppo lontana
da dove ero io, letto che se qualcuno voleva farle compagnia negli ultimi
giorni era ben accetto.. colgo la palla al balzo per un supporto maggiore!
Salutati
Flavio e Fabio, fatta spesa, scendo verso Ponte Gardena inghiottito dal
traffico della valle e dei rientri. Pranzo al solito formaggio e insalata,
formaggio e pere, e poi in cammino verso Chiusa per andarle incontro. Sentiti
per messaggio, in un'ora arrivo dove Ilaria si trova con Checca e Checco al
ristorante, a rimpinzarsi di cibo e buon umore.
Siamo tutti
ragazze/i giovani, dal buon umore e dall'autoironia accentuata: ci vuol poco a
mettersi a fare due chiacchiere come se ci conoscesse da tempo. Al ristornate Orso Grigio di Chiusa, c'è poi un
simpaticissimo cameriere, che con l'umorismo che ha non può certo essere
altoatesino: infatti è albanese.
Bevuta la
grappa si riparte, 6km in compagnia, spensieratezza: usuale per me in questi
giorni che sono stato in compagni di Giorgio, Riccardo, Lorenzo, Erica, Manuel,
Claudia, Roberto, Flavio, Fabio, Cristina, Luca, Ermes. Inusuale quando ero da
solo, ma sono stati pochi giorni rispetto a quelli che ha passato lei: forza
psicologica, non fisica!
Arriviamo a
Ponte Gardena sotto l'acqua, io col mio fedele ombrello che non mi fa sudare
sette camicie come l'impermeabile: Ilaria e Christel continuano a piedi verso
l'albergo di Colma, noi prendiamo le auto e le raggiungiamo. Una birra in
compagnia, altre due chiacchiere: porgo a Ilaria due sacchetti di paste che ho
preso per la colazione, facendole scegliere quale dei due preferisce che uno me
lo tengo per la mia di colazione. Mannaggia, sceglie il mio preferito. E
vabbeh.
Riparto per
il mio di viaggio, spero che le poche ore passate insieme le abbiano fatto
piacere e le diano un po' di forza. Io quando faccio le mie
"minchiate" da solo, arrivo ad apprezzare qualche contatto umano.
Forza
Ilaria, w i sogni!
W le/i
sognatrici/ori!
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