Solo ora mi
accorgo che sono passati 10 anni dalla
prima salita a questa cima. La salita che ha cambiato la mia vita facendomi crescere
e ardere la passione che ho per la montagna. Ci sono risalito come partenza per
la prima gita alpinistica da "capocordata" dopo il
corso A1 al
CAI di Carpi nel 2010. Che guarda caso, quest'anno ho fatto da
direttore.
Avevo
programmato che un giorno sarei voluto salire fin da basso, da Peio Paese, per
spararmi questa salitona da 2000 D+ che ti porta oltre i 3600m di quota. È
arrivato quel giorno. Sveglia presto, ma fa fresco, ritardo un pochetto la
partenza dal mio campo base itinerante. Salgo nella speranza di trovare un bar
aperto, ma nulla. Quando ormai tutte le speranze sono perse, eccolo.
Un bar in
centro al paese "vecchio", apro la porta e il primo odore che mi
investe è quello di grappa. Sono le 6e30 del mattino. Mi guardano un po' strano
questi vecchi, "sali al Vioz?" "ci provo" "beh le
gambe le hai", ho anche fame, e mi sfogo sulle paste. Risalgo in auto,
vado a parcheggiare, preparo lo zaino che non ho fatto la sera prima.
Il cartello
dice 6h al Rifugio Mantova, vediamo come va, quanto sono stanco dai giorni
passati: ci metterò 2h45min. Parto per la forestale verso Malga Saline. Due
scoiattoli si inseguono a elica sul tronco di un albero: chissà se stanno
giocando, se si stanno corteggiando, o se si stanno menando. Tira già la
pendenza, meglio non esagerare troppo.
Passo la
Malga, e un po' di panorama di apre. Continuo e sbuco in mezzo agli impianti da
sci, che si risalgono fin sopra il Doss dei Cembri. Un trail runner mi supera
ma chissene frega, io mi fermo a mangiare, bere, godermi un attimo il panorama.
Limpido, il Brenta pulito (maledetto), ma durerà poco: anche oggi l'instabilità
arriverà presto, troppo, ma farò in tempo a godermi qualcosa.
Riparto
riuscendo a esser davanti a tutta la gente che ha preso la funivia. Ripenso a
10 anni fa, e come sono ora. Fisicamente, mentalmente, a livello di conoscenze
ed esperienze alpinistiche. La mia vita, studiavo a quei tempi, ora lavoro.
Alle situazioni familiari e sentimentali passate in mezzo. Ma che eh, un
bilancio di vita?! Sudare e salire!
I paesaggi
si aprono, il sentiero non è certo di cresta, ma passa da un versante all'altro
con delle piccole forcelle. Inizio a pensare che forse potrei farcela sotto le
3h: ma guai a te a guardare l'orologio, lo fai poi in vetta! Incrocio gente che
scende, le gambe iniziano a sentirsi pesanti..
Salita
abbastanza costante, un tratto di leggera discesa, qualche falso piano, ma
tutto sommato, si sale. Da dietro sento un gran ansimare: un signore mi
raggiunge, mi supera, sembra che stia per morire da tanto respira affannosamente
e suda. Mi chiede se ho dell'acqua: ma porco cane, possibile che sali così e
senza acqua?! Io ne ho 3,5l con me!
Lascialo
andare, continua per la tua salita. Poi mi supera una ragazza. Dovrei sentirmi
inferiore perchè la gente mi supera? Fottesega! Io devo divertirmi e sfidare me
stesso, non gli altri: ci sarà sempre qualcuno migliore di me! Ma io ogni
giorno potrò migliorarmi.. La lascio passare: avere una carota bionda
davanti..può aiutare.
Eccolo il
Rifugio Mantova, vicino. Già da basso si
vede, la sua luce si vede dalla valle, il suo profilo fin dai 2500m. Manca poco
e lo tocco. Oggi come allora, le nubi da valle si sono sollevate, sotto di me
un tappeto. Non fitto come allora, ma c'è. Non c'è la banda, ma io dentro di me
canto lo stesso.. 2h45min, soddisfazioni fisiche e morali. E mentali.
Dritto in
cima finchè ci sono, ultimi metri, ultimi minuti. Anche perchè le nuvole da
valle si stanno velocemente sollevando. Il San Matteo, il ghiacciaio dei Forni,
il Cevedale. Tutto intorno a me. Il vento, il freddo, il sole quasi sparito. E
dai che anche oggi mi scaldo domani! Mangio qualcosa, due foto, e via giù, al
rifugio, al riparo.
Cambio
abito, due chiacchiere coi compagni di panchina, una birra (piccola eh) e
quella sacher che al bancone mi chiamava.. Faccio l'ingordo, mangio troppo. Una
lunga sosta prima di ripartire: resto come un fantasma che guarda la vita degli
altri passare, e pensa alla sua in dieci anni passati..
Scendo
corricchiando il più possibile, fa freddo porca miseria! Incontro Giulio, lui
che è partito da Cogolo e non sembra nemmeno affaticato: ci sarà sempre
qualcuno più forte di te. Continuo a scendere, correre sulle discese dalle
pendenze leggere, danzando di sasso in sasso è bellissimo, è pura libertà.
Ma stanca.
Minchia se stanca correre in discesa.. Quadricipiti in fiamme a frenare un
motore in folle: a frenare un motore folle. Supero gente che avevo incrociato
in salita, nei pressi del Doss dei
Cembri la quantità di chiacchiericcio ha troppi decibel per me. Scendo davvero
con un giro più largo, passando per il sentiero dei tedeschi.
Ma sulla
pista, all'imbocco del sentiero, un'altra pausa. Calma, relax, voglio
godermela. Non mi corre dietro nessuno, è pure presto. Lassù il meteo non è
proprio bello, ma quaggiù si sta bene.
Riparto, e
questo lungo traversone di sali scendi è bellissimo. Di nuovo sentiero stretto,
prima abbastanza sali e pure caldo, poi dopo il ponte si prosegue con leggere
pendenze in discesa, e il naufragar m'è dolce in questo single track. Tanto che
anche in piano o nelle piccole salite, lascio andare il motore folle.
Fine del
single track, scendo nella valle, inizio a temere che finisco davvero presto..
Beh, dormirò! Di nuovo a corricchiare nell'erba alta, inciampando ma non
rovinosamente. Di nuovo in mezzo alla civiltà nei pressi del Lago di Covel, io
che avevo scelto il sentiero dei tedeschi in preda alla misantropia.
Però..il
lago..faccio il bagno! E invece no, il lago non è l'ideale, vado a vedere la
cascata, ma mi tocca condividerla con altre persone. Pace, io mi metto a petto
nudo, mi bagno i piedi e mi sollazzo un po' al sole, tie!
Ora di
ripartire, anche perchè in mezzo a questa non solitudine la natura me la godo
poco. Forestale e ben presto sono al parcheggio del campo sportivo, da dove
parte il 105. Mi cambio, a pochi metri servono birra, mangio un po' di pane e
pesto e vado ad abbeverarmi. "una birra media" "ho solo questi
bicchieri" "e allora fanne due vai!". Bevo, mi svacco, dormo sul
prato.
Pace, relax,
libertà.
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