Ci sono
quelle giornate in cui arrampicare non è il fine principale, ma nelle quali lo
scopo è divertirsi in compagnia. Cioè, aspetta, non che ad arrampicare non ci
si diverta. E insomma, non è che vado ad arrampicare con chiunque: meglio una
brutta cima con una bella compagnia che viceversa. Ridere, scherzare,
condividere, col proprio compagno di cordata è fondamentale per poter dire che
un'ascensione è riuscita.
Oggi con Flavio e Fabio, ci
raggiungono Ermes, Cristina e Luca, amici del bergamasco dalla folta chioma.
Cristina e Luca hanno questa punta verso la traversata delle cinque dita
passando per lo
Spigolo del Pollice, che ho già salito. Ma la ricordo una bella via, perciò la
torno a ripetere volentieri: anche perchè è stata in assoluto la mia prima via
in Dolomiti.
Il caffè di
Luca e Cristina ci da una mano a svegliarsi: per evitare il traffico su una
delle vie più ripetute della zona, si parte a "orario bergamasco".
Alle 5e30 in cammino. Fantastico, adoro queste cose, e adoro NON salire coi
mezzi meccanici quando è possibile. Solo che..questi oltre che esser simpatici
ne hanno di birra nelle gambe. Sarà che non è che sia rimasto sul divano i
giorni scorsi, però..che passo.
L'orario ci
permette di gustarci l'alba. Fa un freddo cane, di nuovo. Mai che abbia
arrampicato in maglietta tutto il giorno stando bene di temperatura! Va beh,
lamentiamoci del brodo grasso.. La
sorpresa del cursore uscito dalla cerniera, lasciandola chiusa, col suo tesoro
dentro: burrocacao (preziosissimo questi giorni) e coltellino (ecco, questo
speriamo non serva).
Arriviamo al
Rifugio Demetz, e
sbirciando dentro vedo le tavole imbandite per la colazione, ma nessuno che la
stia facendo: molto bene, dai che partiamo per primi, pochi patemi di gente
alle spalle. Mi dirigo verso l'attacco per cambiarmi e apparecchiarmi lì, i
ragazzi si sono fermati al rifugio ma vorrei sfruttare la maglietta asciutta a
pieno.
Di nuovo in
cordata con Flavio e Fabio, seguono Ermes con Cristina e Luca. Si parte, con la
nebbiolina che sale già da valle a far presagire che anche oggi il cielo
limpido e il tepore ce lo sogniamo. Parte Flavio per noi, e dopo pochi metri
già si "lamenta" delle mani fredde.. Annamo bene! Sia io che lui ci
siamo tenuti le scarpe visto che il tiro successivo cono 100m di trasferimento
verso li spigolo..
Inizio già a
intuire che la traversata non la facciamo oggi: tra le nuvole in cielo che
fanno capire che tanto tranquilli non saremo mai, le relazioni non
dettagliattissime, e il fatto che due cordate da tre che si aspettano e
parlottano non sono proprio il massimo della velocità.. Eh mi sà di no. Ma
vediamo.
Continua
Flavio: anche in questo tiro ci intrecciamo le corde tra noi sei (ma almeno non
c'è da passarci sotto sul verticale), e dopo poco dobbiamo seguirlo per una
conserva protetta. Gli ultimi metri si riprende ad arrampicare, col sole che
torna a farsi largo. Col Sassolungo che mostra tutto il suo labirinto di guglie e torri. Spettacolare..
Finalmente
si inizia a salire di spigolo. A differenza di altre vie di "spigolo"
che poi si svolgono su esso solo per un 10%, questa è davvero su questo
affilato ma facile ed esposto crinale verticale. Goduria. E non solo mia, tutti
quanti iniziano ad essere entusiasti dell'arrampicata, mentre la bidonvia ha
portato orde di arrampicatori alla base della parete del Pollice.
Flavio fa
strada, noi le seguiamo e subito dietro Ermes, al quale lasciamo giù le
protezioni per potersi assicurare più rapidamente: una delle orge di materiali
più grandi della storia, peggio anche che ai corsi. Alla fine della discesa
dovremmo occupare metri quadri di terreno per spartire correttamente ferraglia
e cordame.
Il nostro
capocordata fa sosta troppo presto, inizio a temere che qui ci sorpasseranno
altre cordate e sarà la fine. Invece, dopo averlo costretto a salire un diedro
più duro di quello che doveva essere il tiro, noi sei riusciamo a essere ancora
quelli davanti a tutti. Solo le nebbie ci raggiungono e superano.
Sesto e
ultimo tiro per Flavio, che come ieri..mi evita lo spigolo standosene un po' in
parete. Suggerisco allora a Fabio di partire prima di me e togliere entrambe le
corde dai rinvii, così posso andarmene a cavalcioni sul crinale inclinato!
Sguardo a sinistra, giù per centinaia di metri. Sguardo a destra, giù per
centinaia di metri. Sguardo in alto, sù verso i sogni.
Passo in
testa, famelico. Madonna che voglia di arrampicare che mi è venuta! Non che non
lo stessi già facendo, ma da primo è un'altra cosa.. Il (nostro) settimo tiro
presenta poi la possibilità di "passeggiare" su una passerella larga
30cm sospesa sul vuoto. Passeggiare o strisciare, o deviare in parete a destra,
a seconda dei gusti.
Sul prossimo
tiro, mi faccio tentare. Spigolo è, spigolo sia! Un chiodo nuovo di zecca
consente di andare dritto a superare quel naso, ma è pur vero che quel vecchio
chiodo a destra suggerisce si possa passare senza aumentare le difficoltà.. E
vabbeh, c'ho l'ormone alto, vado dritto! Speriamo non mi maledicano quelli
dietro..
Pregusto la
fine della via. Gusto, insomma, farei km così! Vado ancora qualche metro in
spigolo, poi il terreno spiana, o meglio, l'affilato spigolo si accascia ma
resta affilato. Si aggira un torrioncino, ed ecco dei cordini con maglia
rapida. Dopo aver fatto tutto, mi accorgo che qualche metro più avanti mi attende
un bell'anellone cementato: smonta e vai la!
Mi
raggiungono in vetta i miei compagni di cordata. Arrivano anche quelli
dell'altra cordata. Un bouquet di moschettoni avvolge l'anello, non c'è più
posto per nessuno. Avanzo timidamente un "ma..voi siete soddisfatti così?
O volete fare la traversata.. no perchè..". Il buon senso suggerisce che
meglio non impelagarsi su una via lunga, con tante doppie, sconosciuta: c'è a
chi resta un po' lì, chi per tutta la discesa la "menerà" con un
"però la traversata..", chi probabilmente tedierà suo marito per
qualche giorno.. Sempre la stessa persona eh.. Ma scendiamo.
Scendiamo
pure, che anche la discesa non la ricordo una passeggiata. Una prima calata per
andare a prendere una sosta molto spostata verso destra (faccia a monte),
sfruttando la guida che ho visto dirigersi là. Lascio tutto apparecchiato per
una doppia a rami indipendenti, ma nessuno ahime sfrutterà la cosa..
Confidando
sul fatto che la guida con una sola corda da qui si è calata e sta già salendo
l'anulare, molto tranquillo scendo. Ma passati i 20m mi sembra che non ci si
arrivi fino giù.. Chiedo lumi alla guida che cortesemente mi risponde "c'è
un ancoraggio più su ma ormai non ci arrivi. Quando arrivi alla fine delle
corde bisogna che fai un saltino sullo spuntone, ci arrivi per un pelo".
Mi mancava
la doppia con sbalzo finale. Anche agli altri mancava, infatti me ne sto lì
pronto ad arpionarli appena arrivano a tiro e trascinarli sullo spuntone.
"Cri, non stare qua, vai al riparo la sotto dai sassi che arrivano da
su" "ok", ma mi si ferma a metà strada. "Cri sei riparata
lì?" "Certo" "Prova a guardare verso l'alto, vedi il cielo
o della roccia?" "Il cielo!" "E allora vai sotto le rocce
porca miseria che quel tetto ti fa da riparo!", rotolo dal ridere.. Questa
me la devo segnare.
E ora che
sono tutti giù, e al riparo, ricordo bene che..c'è un traverso unto, esposto e
di III. "Flavio, fammi sicura che mi lego e attrezzo quel tratto", ma
non ce ne è bisogno, ci sono dei chiodi..cementati. Il ragazzo che in discesa
ci ha superato si ferma a metà e aspetta che tiro la corda.. Ecco l'anellone,
fisso la corda e i miei amici possono arrivare qui in relativa sicurezza.
Bon, due
doppie sul palmo, a fare il solletico a queste facili placche, ma facili in
salita: lisce come l'olio, da scendere non devono essere piacevoli, e se cadi
ti accendi come un cerino e fai la stella cometa a valle. Anche no grazie.
Camminatone
verso le ultime doppie, ed è fatta. Tanti e tanti ancoraggi a disposizione,
attrezziamo calate parallele su soste indipendenti. Solo che io alla mia ci
arrivo per un pelo. Ma che dico pelo, a momenti non ci arrivo proprio! corde
troppo tese, meglio che da qui non si cali nessuno.. "ragazzi, passate su
quella di Flavio va la!".
Riusciamo a
finire le doppie prima che l'orda di arrampicatori ci raggiunga. Anche perchè
in troppi fanno calate da 60m, non va bene. Anche l'orobico ci ha provato a
convincermi, ma in Dolomiti meglio evitare l calate lunghe quando si può! Qui
ci sono poi mille soste cementate..
Eccoci alla
base, a ridere e scherzare, e ad ammirare lo spigolone. A smistare l'orgia di
materiale compiuta durante l'ascesa (peccato, nessun friends ha figliato..), ma
sopratutto a bramare del cibo e del bere.. Giù di corsa verso l'auto, e poi
verso la Malga Sella che non delude mai..
"Oh,
però la traversata..", coraggio Luca.
Qui altre
foto.
Qui report.
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