domenica 12 gennaio 2014

Sunshine: Fratta Grande + cresta Zevola Tre Croci

Ieri credo di aver speso la mia cartuccia sulla buona sorte della settimana, oggi meglio andare sul sicuro. Marco ha sete di vaio, deve provare le scarpe nuove, e lui i Fratta non li ha saliti. Io entrambi, ma non sono schizzinoso: temo il Piccola abbia il risalto di roccia scoperto (infatti), e quando poi Roberto (gran recupero, complimenti) mi conferma il buono stato del Fratta Grande, decido che è il nostro. 
Seconda notte con sveglia alle 3, ma stavolta la colazione la faccio a casa. Oggi il meteo è tutt'altro rispetto a ieri! Giunti al parcheggio della vasca dell’Obante il cielo è pieno di stelle e il freddo è palpabile, buon auspicio: se ra buono ieri, con la gelata di stanotte sarà ancora meglio! Chissà, magari potrebbe essere avverato il mio desiderio di percorrere la Cresta Zevola-Tre Croci una volta usciti dal vaio..
Con poca fatica raggiungiamo il Rifugio Battisti, anche se ci chiediamo quelle due vespe che salivano ognuna carica di due passeggeri, dove siano andate..e cosa trasportassero. L’orizzonte inizia a tingersi di arancione, e già da un po’ vediamo delle frontali impegnate nella risalita di qualche vaio limitrofo al nostro.
E dal sentiero iniziamo a scorrere i cari slavina menti in successione: sembra di essere al supermercato, passi davanti allo scaffale, prendo questo, no aspetta meglio questo, e questo qui? Arriviamo all'inconfondibile Fratta Piccola, primo salto roccioso scoperto, dietrofront al precedente, al Fratta Grande.
Dopo esserci armati al punto giusto, iniziamo la salita. Troviamo tracce di gente passata ieri, forse proprio i piedi di Roberto e Rita. Nel timore dell’effetto frigo generato dallo spazio che si restringe nelle pareti rocciose, ho messo la maglia polenta, ma ci caccerò una sudata che me la ricordo.
La pendenza non è sostenuta, ma la qualità della neve permette (o obbliga) una progressione in punta di piedi, e voglio salirla tutta così in modo da rallegrare i polpacci. Ben presto arriva la strettoia, passaggio caratteristico di questo vaio, da percorre alla svelta visto che fa effetto imbuto. Non che oggi scarichi particolarmente, ma perché sfidare la sorte?! Ohp ohp.
Oggi mi sento in forma, ma mi pare di vedere già l’uscita, sigh, così presto? Il vaio si riapre dopo la strettoia. Marco mi segue a ruota, sembra che le scarpe nuove vadano bene. Intanto il sole è sempre più possente, illumina il gruppo del Fumante e lassù anche un po’ di neve.
A destra parte il Vaio Largo, ma c’è troppo sole lassù. E anche più in alto sul Fratta Grande occorre decidere se uscire a sinistra o destra. A destra sembra pestato, ma è al sole. Meglio la sicurezza dell’ombra di sinistra, tanto la “difficoltà” sembra la stessa. Salgo salgo, e ormai ho quasi la faccia al sole. Che bella giornata. E che ottima neve. Quik quik.
Esco, oggi niente raffica di vento in faccia, ma tepore del sole. Sono bello sudato, indeciso se cambiarmi, aspetto che arrivi anche Marco, che è ancora impegnato nella salita. Io mi dedico alle foto. Guardo l’orologio.. 8e40?! Così presto? Meglio, 1h per salire il vaio, direi che abbiamo il tempo per la cresta..sperando non servano le ciaspole che abbiamo lasciato in auto.
Sunshine!
Arriva anche Marco, e anche lui come Nicola ieri, si prende un po’ di tempo per se. E adesso proviamo a partire per la cresta fino a Cima Tre Croci, che ci scappa ormai da qualche uscita (l’anno scorso usciti dal Vaio Stretto di SanPaolo ci provammo, ma un ravanamento inutile ci fece desistere al primo pendio serio da risalire).
Ma anche la neve al sole è ottima, e il percorso è già tracciato, anche se non so fino a dove. Qualche tratto un po’ ripido, ma la corda tutt’oggi resterà nello zaino. Linea estetica, ma meglio stare lontano dai bordi che le cornici sono in agguato. Scorgiamo alpinisti sotto la Guglia Zaltron, devono aver risalito lo Ruga Zalica variante Sorriso: poteva essere uno dei papabili di oggi, ma ho preferito andare sul sicuro e più facile. 
Inizialmente occorre risalire un pendio a fil di cresta, poi arrivati in alto si rivede il Carega e tocca piegare a sinistra verso lo Zevola Bassa. Si notano le particolari spinte della roccia verso il vuoto, dei triangoli che partono verso il cielo e poi crollano in basso. E si può ammirare il resto del percorso davanti a noi. Bello bello. Qualche traversino un po’ emozionante, ma si va bene. E ci siamo solo noi in giro, solo un solitario sta uscendo dal Vajo dell’Acqua ma è già lontano. 
Cima Zevola Bassa raggiunta, direi che le condizioni per terminare il percorso ci sono! E adesso dovremmo trovare anche qualche passaggio un po’ più tecnico, ma nulla in tutto, la neve buona permette una progressione sicura. E lo Zevola è li a due passi (ma chissà perché la croce l’hanno messa solo sulla versione small..).
 Le foto fatte sono tante, le creste quando sono panoramiche sono tra i percorsi più belli che si possano fare. Anche se le goulotte incassate hanno il loro fascino. Ok, di fronte a un piatto di spaghetti e uno di maccheroni, mangio entrambi!
Qualche metro un po’ affilato mi ricorda i Lyskamm. No beh, non esageriamo! Ben presto siamo anche su Cima Tre Croci. Non capisco se per arrivare al Passo Lora si possa continuare, ma scendendo e esplorando mi pare che, oltre a non vedere tracce di qualcuno che ci abbia provato, mi pare ci siano un paio di salti mica male. Bon, seguiamo la discesa “classica”, che poi vedrò sul libro di Bellò essere la scelta corretta.
Abbandoniamo quindi il tepore del sole per scendere ripidamente verso il Passo della Lora. Continuo a osservare la cresta “abbandonata” per capire se un modo di passare ci fosse. Mi pare di sì, ma a casa vedrò di no visto che da dove mi pareva ci fosse possibilità, c’è in realtà un bel salto dell’uscita del Vajo Nord (anche lui nella lista dei desideri). 
Inizialmente la discesa è ripida, poi spiana e ti ritrovi in mezzo a delle dune di neve che cerco di salire tutte per avere migliori punti di osservazione sul paesaggio circostante. Seguendo poi il filo di cresta prossimo al passo, mi sporgo su uno sperone e vedo il defecatore pazzo. Già da un po’ notiamo come i camosci prediligano come bagno il filo di cresta, e li sotto di me adesso ce ne sta uno appollaiato.
Appollaiato per poco però, facciamo qualche foto, si indispettisce e cautamente (si vede che la pendenza spaventa anche lui) scappa. L’orologio dice che non è così tardi, ma meglio scendere, non vorrei mai che le temperature e l’irraggiamento ci giochino brutte sorprese. La soddisfazione per ciò che abbiamo percorso è già alta.
Si scende puntando al Rifugio Battisti, dove vogliamo prendere due birre per due motivi: uno abbiamo sete, due è sempre gentile nel darci le condizioni degli itinerari. E mentre scendo un sasso mi passa mezzo metro a fianco, una pallottola sparata da chissà chi.. Osservo meglio il Vajo Nord, che ha scaricato una bella quantità di detriti! Osservo anche lo sperone MAG..
In fretta, assetato, accaldato, arrivo al rifugio, ma mi sposto alla chiesetta dove si può stare al sole, e mi spoglio che non ne posso più. Che giornata! Arriva anche Marco, che si perde davanti all’ingresso del rifugio senza vedermi, lo chiamo e non mi vede, deve proprio essere disidrato. Ma ci penso io, due belle Weiss! Una foto della bottiglia di birra vista Zevola su whats up per l’invidia degli amici..
Rinfrancati dalla bevuta e mangiata, scendiamo, con Marco che deve avere già l’alcool ben in circolo! Si ride e si scherza, in questa lunga e pallosa discesa su asfalto (nei primi due terzi innevato). Siccome ci stiamo portando giù le due bottiglie di birra, riflettiamo su cosa penserà la gente nel vederci tutti attrezzati, e birrati. Altro che Montura o North Face, perché la Paulaner non ci fa da sponsor?!
Gran bella giornata, oggi un relax su difficoltà lievi, tanto sole, fresco, e ottima birra. Ora c’è solo da restare svegli alla guida!

Qui altre foto.
Qui report.

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