giovedì 31 luglio 2014

Guglia del Rifugio: partiamo Maestri e finiamo Artisti

Cercando di rendere fruttuosa la giornata di ferie imposta, ecco Giorgio a farmi compagnia nella sua ultima giornata di ferie pre nuovo lavoro. Carichi a molla, il meteo ci smorza, in viaggio non sappiamo ancora dove andare: Catinaccio o Passo Sella? Scartiamo quest’ultimo appena entriamo nella valle e vediamo che se ne sta in mezzo alle nubi. 
Spigolo delle Bregostane? Mmm, temiamo troppo tempo e Nicola se ne avrebbe a male, ma dal parcheggio è li che ci tenta. Giorgio aveva adocchiato Hendrina, ma un sms di Nicola ci fa titubare “Davide ci aveva sudato”, Davide, uno dei migliori che conosca.. Prendiamo il bus e saliamo al Gardeccia, poi vedremo. 
Entrare nel cuore del Catinaccio è sempre un’emozione. L’ultima volta fu con gli sci. Il cielo non è proprio invitante, ma siamo qui, cerchiamo di portare a casa qualcosa: saliamo verso il Campanile Gardeccia! Già riconoscere questi torrioni che si staccano nel caotico mondo dei dirupi di Larsech non è facile, quando venimmo due scorsi ottobre faticammo a trovare la Guglia del Rifugio.
Saliamo il ghiaione, e man ano che ci avviciniamo la verticalità della parete ci spaventa. Arriviamo sotto, mea culpa solo ora leggo bene la relazione, grado continuo, pochi chiodi, SMS di Nicola: lascia stare, non ce la sentiamo di salire questa via! Ma ricordo una via sulla Guglia del Rifugio con la quale abbiamo un conto in sospeso, andiamo da lei che era più facile e ricordo che Paolo e Mirko dissero che era bella.
Eccoci all’attacco, peccato che Giorgio abbia dimenticato la corda alla base di Hendrina.. Ricordando quanto sudammo il primo tiro della Via dell Artista io e Nicola, decido che sia meglio partire sullo Spigolo Maestro, e finire sulla Via dell’Artista (il VI col cavolo che lo salgo). E il primo tiro parte decisamente tosto, ma la roccia è buona. Accidenti la fessura bagnata..ma passo anche qui. 
Giorgio mi raggiunge, e parte deciso per un tiro non banale ma che risolve con successo. Scruto il Campanile Gardeccia, mannaggia sta via Hendrina! Ma meglio così dai.
Il terzo tiro presenta il tratto più esposto, ma io adoro l’esposizione e mi gaso nel salire lo spigolo. Penso anche il mio amico. Ormai è fatta penso io, ma aspetta.
Giorgio, quarto tiro. Percorso almeno due volte si può dire. Parte dritto con rinvio su un chiodo spezzato, poi verso destra incanalato. Ma non trova come uscire: cerca cerca, disarrampica e torna giù. Prova a sinistra (io credo la via sia di li e poi risalga il canale), ma non c’è nulla, torna giù. Riprova per la strada di prima, sale e poi lo sento esultare per aver superato un passaggio che non gli pareva possibile.
Finalmente dopo un’ora e mezza di peripezie sento finalmente quelle magiche parole “molla tutto!”! In effetti non era chiarissimo dove andare, e tutt’ora non sono sicuro di dove siamo andati! Di certo negli ultimi metri mi complico la vita risalendo una placca invece che aggirarla. Uno sguardo all’ardita guglia (credo sia la punta sud) che si innalza, forse la vera “cima”, ma il cielo è troppo minaccioso e dobbiamo ancora trovare le doppie.
Foto di rito, foto panoramiche in mezzo a tutta questa dolomia, e poi breve disarrampicata verso quell’invitante guglia a cercare gli spit della doppia, che sono dietro quelle lame giganti. Eccoli! Ci si prepara a scendere, privilegiando doppie a una corda sola per evitare incastri e caduta detriti. E ci si infila così in mezzo alle guglie del Larsech, labirintiche. Chissà i primi arrampicatori che viaggi si sono fatti. E verso i Mugoni osservo un bel canale da fare in invernale..se si riesce.
Finite le doppie, un po’ di canale e poi un passettino di disarrampicata con le scarpe da passeggio per finire la giornata. Una marmotta prende il sole beata su un masso, sole rado oggi che lei sfrutta al meglio. Ben presto siamo di nuovo al parcheggio dove prendere il pulmino, sognando la est del Catinaccio.

Qui altre foto.
Qui report.

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