venerdì 7 luglio 2017

VD day3: E quasi ce riciava: Rossi Tomasi al Ciavazes

Non devo traumatizzare Stefania, non devo bruciarmi Stefania, o l'obiettivo non sarà raggiunto: però se anche lei non ci mettesse del suo masochismo.. "La via la scelgo io! Andiamo a fare la Rossi Tomasi, così alle 16 siamo all'auto e posso finalmente lavarmi i capelli!" e io muto, lasciamo che scelga lei. Che poi non mi spiace, ho un mezzo conto in sospeso con questa via.. 

Il conto in sospeso risale a ben 5 anni fa, quando volevamo salire questa via, ma ci sbagliammo prendendo quella a fianco, la Via delle Guide. Meno male Riccardo è bravo e ci saltammo fuori.. Poi dai, la vedo bella costante di IV, ci sarà da divertirsi. Fin troppo. 

Parcheggiato a Passo Sella, ci spingiamo verso la parete. Come ieri, facciamo di testa nostra parcheggiando qui e non sotto la parete, nel parcheggio lungo la strada: la discesa sarà più veloce, ma l'avvicinamento no. Sopratutto perchè ci sbagliamo, e invece che tenere il sentiero basso, saliamo praticamente fino all'attacco della normale alla Prima Torre del Sella. 

Bon, e ora tocca scendere su terreno delicato, quello che si poteva tranquillamente evitare. Partiamo bene! Stefania ama queste discese sgarrupate, e si vede. "Dai sarà la dietro" continuo a dirle, ma chissà. Poi finalmente riconosco i tettoni di Italia61, e non ci si può sbagliare, dentro quella gola sta la nostra via. 

Beh, nostra, non solo nostra: c'è già traffico. Qualche cordata già alta, una appena partita e una che aspetta: mettiamoci in fila, tanto di tempo dovremmo averne. Mii però.. 1h tonda aspettiamo alla base, il primo davanti a noi ha parecchie difficoltà nel risalire il canalino a metà tiro (che a dirla tutta probabilmente è una variante). 

Parte la mia amica, a debita distanza dalla seconda che ci sta sopra e che ci ha già detto che ci farà passare: meno male, se no la sentite poi voi la romana se non riesce a fare quello che vuole stasera! La Ste aggira saggiamente la variante dura, cosa che io invece non farò: vuoi un po' perchè le corde passano lì in mezzo, vuoi perchè "c'è da fare del grado", daje. Che pirla. 

In sosta la trovo da sola, ma come? Parto io, e infatti i due davanti a noi han sostato più avanti. Attendo un altra cordata che salga almeno la loro prima, e poi vado io. Oh però, sto IV si fa dare del lei! Bella fessura e diedro, ma se questo è così, non sarà certo una passeggiata oggi! 

La mia amica mi raggiunge, agile come un gatto, e riparte. Intanto arriva la tizia sotto di noi, titubante se questo anello cementato possa reggere il recupero del suo secondo o meno: strana gente al mondo. Stefania sale, in cima alla torre, dovrebbe traversare ora, non la vedo più, ma..tituba. Sale, scende, impreca (si sentono madonne volare), ma che succede?! Si è complicata la vita. 

S2,5 sopra la torre. Su tre chiodi. Mica tanto belli. Passo avanti, qualche passo "Ste, sei salita troppo alta, qua è facile!" e arrivo a sostare giusto. Giusto ma esposto, voi in alto state bbbboni. Un po' perchè il quinto tiro è il chiave, e anche per non filare corde, riparte la amica, nervosetta e con un piccato "Pelle quando imparerai che quando son così non mi devi parlare?!". Quando discuti con una donna c'è solo una cosa da fare: fingersi morto. 

Oh bene, veniamo a noi signor tiro chiave della via. Che in realtà non è così netto dove andare, almeno non finchè non trovi chiodi. Ma vado fiducioso e spedito, forse leggermente incosciente e spavaldo. Macino metri, ma poi c'è da fermarsi a pensare a come muoversi. Questo tiro non ci molla, strapiomba, occorre muoversi aperti e bene, ma le mani quando servono ci sono. Ultimo passo per uscire dal budello e traversare a sx alla sosta, e uno sbuffo liberatorio udito anche dalla mia amica. 

Forza Ste, che sei salita bene e pulita, tocca a te. Ma dopo pochi metri a cercare di risolvere la fessura sopra la sosta e aver piazzato una protezione, la rivedo titubare. Vari tentativi, e poi prova a disarrampicare, e io non ancora memore della strinata di prima, tento di aiutarla invece che fingermi morto. Alla fine vien giù, "no no, il mio sesto senso mi dice che non è da fare, vai tu!".

Ok vado io. Almeno dietro al culo non abbiamo più nessuno che ci insegue, e nemmeno davanti gente che sale. Bernardi farebbe salire verso sinistra al diedro, i sassbaloss su dritto per la fessura fino agli strapiombi: la mi amica ha messo una protezione nella fessura, da giù vedevo uno che traversava sotto gli strapiombi, lassu c'è un chiodo..oh, io seguo i sass. 

Solo che quel "fin sotto gli strapiombi" deve aver qualcosa che non va. A parte che già la fessura non è proprio all'acqua di rose (ma non posso farlo vedere alla Ste, devo dire che si sale bene), ma una volta giunto fin sotto gli strapiombi (quelli più alti, non quello basso rimasto sulla destra), fischia traversare non è banale, e uscire obbliga a un passo che non è certo IV-!

Va beh, sono uscito, ma..dov'è la cengia verso sx?! Che porta alla comoda sosta?! Intanto piazzo un bel friend blu del 3 che da soddisfazione. Mi guardo intorno, guardo giù, bah c'è una cengia lì, cazzo ma la sosta è giù 4m! Potrei disarrampicare, ma poi chi la sente la romana?! "Ste, mi sa che concateno, non vedo altra soluzione!". 

E così unisco L6 e L7 senza passare per S6, e già penso a quanto tirerà la corda: chiamatemi veggente. sali, traversa, sali, traversa, un'alternanza perfetta e un percorso non troppo obbligato sul quando salire. E infatti mi sa che anche qui un paio di volte mi complico la vita.. Ma ormai vedo la sosta, tirando la corda con le mani, che però ora devono pinzare il poco o nulla per poter traversare su piedini micro.. Eccola, oh leh! Impegnativo anche questo tirone! 

"Puoi partire!" speriamo se la cavi. E invece dopo poco, ferma. Azz. Sul traverso mica posso parancare. Spunta un ragazzo, con le scarpe da avvicinamento, oh my god, sale svelto verso di me, c'ho già le balle girate perchè temo che il suo superarci abbia messo in difficoltà la mia amica. Giovanni, guida della Pietra, mi spiegherà invece che è lei che gli ha detto di passare, dopo aver addirittura tolto quel friend in alto che le ha consentito così di tornare sul diedro dove "era più facile". 

Chiacchiero in sosta con Giovanni, una brava persona che porta rispetto in montagna (e non sempre le guide sono così!). Spunta il suo secondo, il cardiologo, ma la Ste ancora nulla. Impiccata, il cardiologo bello corpulento mi propone "dai che la tiriamo su di peso!" "ok, aspetta che.." e non faccio in tempo a dire che volevo almeno fare il paranco-aiutino che lui già la issa. Poerella, era finita appesa fuori via. 

"mi è quasi venuto un infarto Pelle!" "tranquilla, il cardiologo c'è!". Con calma, viene da me, e come alla sosta prima e quella volta in Apuane "che bello vedere e abbracciare i tuoi piedi!". Bella cotta la Trovarelli! Ci sta, doveva essere una via un po' più duretta delle scorse, non così duretta (la relazione di IV grado chiama del V..). Intanto qualche sguardo alla Marmolada mi rivela quanto stia finendo in ghiaccio. 

Ok, capito, finisco io la via, ultimo tiro. Giovanni e il cardiologo sono già su. La partenza per il camino non è facile, con i piedi buoni unti: qualche metro frizzante, e poi si esce per prati verso la cengia dei camosci. Vigliacc sta via! E ora vaga a cercare la sosta: in realtà manco la cerco e punto alle rocce sopra la cengia nella speranza di trovare qualcosa. Qualcosa lo arrabbatto alla bene e meglio.. 

Ed eccola che arriva Stefania, un po' stremata ma sorridente. Io me la rido adesso, prima un po' meno, ma resto di buon umore. Possiamo bellamente spiaggiarci sui prati della cengia, mangiare e bere, che tanto la spesa e la doccia stasera non ce la toglie nessuno. Ammiriamo i panorami mozzafiato intorno a noi. 

Dai mo, tempo di scendere. Bella ed esposta cengia, scorrendo sotto i paretoni della sezione alta del Ciavazes, poco percorsi ma che presentano vie di tutto rispetto. Il passaggio nel buco e poi la vista della parete dove scorre la via appena salita: da qui pare proprio dritta! E guarda quei cavolo di strapiombi dove sono salito troppo.. 

Con un amore sempre più crescente per queste discesa sgarrupate, la mia amica con calma scende, fino a trovarci a fare una comoda doppia, ed essere già alla vista di un'altra: la seconda con entrambe le corde ci deposita sul sentiero e "Ste, pedala che il meteo volge male, qualche goccia l'abbiam presa, ci penso io alle corde!" 

Mamma cara che nero che arriva.. Porodi e Sassolungo son già scuri, sopra di noi tuona, vaiiiii! Non c'è niente di meglio di un temporale che minaccia per far correre la mia amica. Forza forza, non voglio bagnarmi! E poi la scena da paperissima: lei davanti a me, inciampa su una radice ma non cade subito, 3-4 passi a cercare un equilibrio impossibile e poi la ranata nell'erba. Una caduta controllata per delle risate incontrollate. 

In macchina in tempo per i goccioloni che iniziano a scendere, vento, fulmini e noi che ce ne scappiamo verso Ortisei per far la spesa e per..mardolomiti. Oggi del relax ci sta, una bella doccia, qualche vasca, sauna, bagno turco, e..domani che si fa?

Qui altre foto.
Qui e qui report.
Qui la guida di Bernardi.

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