La vacanza è
ormai agli sgoccioli, le soddisfazioni ci sono state. Ieri c'è stato anche il temporale in
parete, e oggi le previsioni meteo sarebbero pure peggiori, perciò meglio
cercare qualcosa di breve, "facile" e poco alpinistico. Una foto
sfogliando la guida mi aveva affascinato, quella dello spigolo levigato bianco di questa via,
perciò andiamo a provare, oggi meglio di così non si può fare.
E salendo al
Passo Sella, e sostandoci ad ammirare per l'ultima volta il paesaggio (magari
al ritorno sarà tutto tra le nuvole), il Sassolungo è già pieno di nuvole, e
anche sulla Marmolada la situazione è già cupa. Va beh, noi ci proviamo, al
massimo ci si cala, e se oggi bagniamo tutto amen, domani non ci servono (il
meteo previsto ancora peggiore, pioggia dal mattino).
La nostra
via corre suggestiva di fianco a una cascata, ben visibile già dalla strada
(esiguo parcheggio), c'è anche una falesia a fianco ma con gradi disumani per
me. Di certo non si partirebbe da casa apposta per farla, perciò oggi ci casca
a fagiulo questa vietta plaisir.
Parte Riccardo,
primi passi tranquilli, ma poi lo vedo che si ferma a pensare. Si vede che ieri
ha piovuto, la via è un po' sporca e non mancano i piedi sulla terra o sulle
zolle erbose, ahimè. La placca diventa perciò infida, e me ne accorgerò bene
visto che una volta sul passaggio ci penserò due o tre volte prima di salire e
di riuscire a salire.
E anche io
sul secondo tiro da primo avrò il mio bel da pensare su come superare certi
passaggi resi più delicati dalla condizioni di appigli, appoggi, e fanghiglia
sulle scarpette. Meno male ci sono gli spit (seppur distanti) tranquillizzare la mente. E anche le
clessidre hanno già il loro cordino dentro. E dalla seconda sosta si vede il
caratteristico spigolo del terzo tiro.
Questa bella
via corre a fianco di una cascata, prima sulla destra orografica, poi dalla
seconda sosta si passa sull'altra "sponda". La roccia, tranne alcuni
pezzi in alto, sono ben lisciati e levigati dall'acqua, color bianco.
Costantemente si sente il piccolo scroscio d'acqua che scorre, si vedono le
pocce di acqua chiara che invogliano il bagnetto. Si sogna l'inverno con picca
e ramponi.
Ricky parte,
attraversa la cascata con un piccolo salto, coi piedi vicini all'acqua rinvia,
e poi? Salgo di qua, passo di la, torno indietro, che faccio? Incute timore
questo pilastro appoggiato ma assolutamente liscio, un V pieno e davvero
splamoso. Il mio amico però qui si trova nel suo regno, e sale meglio che sul
primo tiro. Io invece che odio la placca, fatico da bestia, e volenteroso di
non prendere l'acqua anche oggi, dopo un paio di tentativi vado di trazione sul
rinvio e amen (che poi non si azzera così tanto, ma almeno un po').
Chiaramente
io nella mia mente malata arrampico meglio da primo che da secondo, e infatti
sul quarto tiro nonostante presenti del V-, passo agile: la strizza della
pioggia e la voglia di finire la via sono un buon incentivo a esser sgaggi e
risoluti. Lo spigolo poi continua in placca, ma ancora più appoggiata, perciò
davvero quasi corricchiabile.
Dai che ce
la facciamo, ora le difficoltà calano, la via diventa ancora più plaisir e
anche più alpinistica, gli spit son più rari anche se le clessidre sono già
provviste di cordino (in buono stato pure). Osserviamo la cordata di fianco a
noi salire su vie ben più dure, mi sa che qui intorno ce ne sono parecchie.
Dalla quinta
sosta si potrebbe anche scappare via verso la discesa, ma no dai, che ce la
facciamo a chiuderla. Il Sassolungo dopo che si era ben coperta si è pure
scoperto. Nonostante le previsioni, la giornata di oggi sembra migliore di
quella di ieri: beh ieri è stato poi un temporale (vari..) a funestare la
mattinata.
Parto io a farmi il mio sesto e ultimo tiro, cercando anche di
complicarmi la vita, perchè finché sò che è difficile, mi cago a dosso, quando
sò che è (più) facile vado a cercare il difficile.
Riccardo si
lancia sull'ultimo tiro, svelto ma cercando un po' la strada, indicata comunque
da varie clessidre. La cascata scorre inesorabile alla mia sinistra, è un
invito alla calma e alla rilassatezza, ma anche all'esser pronti a scatenarsi.
Come diceva mia mamma "il fuoco lo spegni, ma l'acqua non la fermi".
Incredibilmente
siamo fuori addirittura in meno tempo di quello che dava la guida, mentre
invece finora la media era di metterci il 50% in più: si vede che quando la via
non è da cercare, tutto cambia. Qualche foto, cambio scarpe e poi scendiamo che
ok che finora il cielo pare aggiustarsi (alla partenza ero dubbioso del grigio
sulle nostre teste), ma non sputiamo sulla buona sorte.
La prima
serie di doppie che doveva essere di 19 e 20 m si risolve con una calata unica
su una sola mezza. Si attraversa il pratino (fortuna abbiam visto l'altra
cordata dove si è infilata, così sappiam già dove cercare) e anche li ci è
sufficiente una sola calata su una sola corda. La discesa continua piuttosto
comoda sul sentiero d'accesso ai settori della falesia.
E il brutto
momento arrivò, dopo 10 giorni che di questa pratica facciamo a meno visto che
si arrampica sempre insieme, e sempre si arrampica: spartizione, divisione,
riconsegna del materiale. Ahimè la vacanza è finita. Abbiamo ancora formaggio e
wurster di ieri da gustarci su una panchina vista Sassolungo.
Poi verrà
l'ultima birra post arrampicata a Passo Sella, con le mucche che sfondata una recinzione
fuggiranno dal versante bolzanino a quello trentino, facendosi beffa delle auto
in strada. Ci resta una cena a base della famosa pizza di Riccardo della Briciola, che devo
ammettere è davvero grossa, con Giorgio e Chiara che erano un paio di giorni in
Val Gardena, e con un tavolo prenotato a nome di..tradizioni.
Indicazioni
serie a chi volesse ripetere la via:
- la discesa
indica 2 doppie, prato e altre due doppie. Le lunghezze delle doppie mi paiono
eccessive, noi con una sola mezza da 60m (e credo pure scarsi visto che è piu corta
di un altra corda che ho) le abbiamo unite, facendo quindi 1 doppia, prato, 1
doppia.
Qui altre
foto.
Qui report.
Qui indice
Vacanza Dolomitica 2015.
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