Quando si
dice "scegliere una via perchè ti incuriosisce": questa nasce
dall'osservazione sulla parte più meridionale del paretone ovest del Sass
Pordoi di un bucone, e della domanda "ma ci correrà mai una via laggiù? Di
sicuro!", e infatti la troviamo sulla guida che ci ha lasciato Giorgio: Sass de Moles, via Corbetta.
Parcheggiamo
quindi al Passo Pordoi: le altre vie classiche del paretone hanno un avvicinamento ben diverso,
ma questa zona in effetti sotto di lei ha dei ghiaioni che da lontano sembrano
verticali quanto la roccia, deve essere un'agonia risalirli, ma scopriremo
anche traversarli. Dal primo tornante iniziamo ad attraversare prati che più
tardi parranno un miraggio, mentre ora ammiriamo il panorama.
L'avvicinamento
è un po' disagevole. Le tracce sono più di una, tagliano il versante su un
pendio piuttosto ripido, che inizialmente è di erba, poi di rocce e mughi, e
quando siamo nella "conca" del mostro ovest diventa ghiaino infido,
scivoloso, marcio. Alcuni tratti da risalire faticosamente, traversi che se
scivoli..mamma mia! Ok non è la guerra, ma nemmeno la passeggiata della
domenica.
Arriviamo in
vista della parete, con l'inconfondibile nicchione giallo, avanti! Risaliamo il
canalone e ci portiamo alla base dell'attacco, cambiandoci con calma: la via
non ci preoccupa moltissimo, il primo tiro è il più duro, poi tutto il resto è
quasi facile. Magari trovare la via sarà più dura, ma possiamo inventarci
qualcosa dai. Un'occhiata alle nostre spalle allo spigolo della Torre Fosca,
un'altra via che era papabile e che ci salverà la giornata.
Riccardo
parte. Primi metri facili poi si porta sotto il camino che già da sotto pareva
umidiccio, con quel cuscinetto erboso caratteristico. Va, prova, gli piove in
testa. Rinvia ma..troppo bagnato. "No no, qui non vale la pena, c'è da
farsi male e chissà dopo com'è". "Va beh dai tranquillo, dietro
abbiamo un'altra via salibile, andiamo su quella!".
Detto fatto, disarrampica quel I / II° iniziale e
riè alla base con me. Facciam su le corde, lui si cambia le scarpe, io no
(accidenti a me) e scendiamo e aggiriamo lo zoccolo per andare a prendere
l'attacco della via sulla Torre Fosca.
Riparte
sempre Ricky, l'arrampicata di oggi sarà sempre plaisir, facile, però di ricerca
(un solo chiodo trovato in via). Talmente di ricerca che infatti il mio amico
"sbaglia" il canale da risalire, non piega sufficientemente a
sinistra, ma va bene, tanto poi c'è da seguire uno spigolo, non dovremmo
perderci.
Vado io, che
per tornare sulla via corretta mi districo su passaggi forse al di là delle
difficoltà della via, ma superando in questo tracciato la fessura del secondo
tiro che doveva essere il tratto più duro, ma ormai ci sono sopra, amen. La
nostra seconda sosta è probabilmente la terza ufficiale. Recupero Ricky.
La via si
dimostrerà dalla roccia mica tanto ottima, dal dover quasi sempre cercare
l'itinerario corretto (nonostante dovrebbe essere uno spigolo), e si dimostrerà
quindi psicologicamente estenuante, più di una di via spittata di 5c. Alla fine
non sappiamo se sia stato un bene o un male che l'attacco dell'altra ci abbia
respinto, perchè osservando anche l'altra parete..anche quella roccia la non
sembra delle migliori.
Altro tiro
dove capire un po' dove andare, canale da risalire, finiremo ben sullo spigolo
vero, così dopo c'è da puntare solo il cielo! I primi tiri invece si susseguono
senza troppo "pensare" o senza troppo "esser sicuri" di
essere nel posto giusto. Insomma sono alpinisitici.
Al nostro
quarto siamo circa raggiunti da un'altra cordata di ragazzi dell'est, che prima
molto gentilmente (troppo) avevano aspettato che liberassi la sosta prima di
venirci loro, ora invece passano più a destra per non disturbarci, che
galanteria.
Col quinto
la cosa inizi a farsi un po' più interessante, nonostante senta il mio amico
che sbuffa spazientito. Si inizia a vedere un vero spigolo, qualche diedro,
conformazioni rocciose diverse da anonime placche di III, piani inclinati
sfasciumosi che ti tengono all'erta su dove poggi il piede.
Vado con
quello che per noi è il sesto tiro, oh adesso sì che mi diverto! Esposto, al
sole, con la brezza che accarezza i panni stesi sullo zaino.. Stavolta la sosta
è chiara: primo chiodo ufficiale della via! Ma qualcosa non mi torna, parrebbe
anche la sesta sosta ufficiale, ma come detto prima ne abbiamo saltata una, in
seguito i metri dei tiri tornavano..mah!
Si continua
a salire verso il cielo, ma Riccardo interrompe il tiro successivo un po' prima
di quei fatidici 4m da scendere. E a ragione, non sono facili, e la corda
rischierebbe di tirare assai successivamente.
Così la
discesina tocca a me, e nonostante rinvii lungo il chiodo, la corda tirerà da
matti, e non che poi mi troverò su del III e basta. Questo tiro non è banale,
ma la roccia almeno è sana, e questo tranquillizza la testa e parecchio.
Nono tiro,
cresta di mini guglie in cui districarsi, con partenza niente male (mi sà che
non sono salito a far sosta dalla parte giusta..). Avevo già visto l'altra
cordata ormai in cima, e infatti ad occhio mi pare che con un tiro unico Ricky
possa arrivare a essa. Dopo poco me lo vedo che spunta sul paretino finale ma
si ferma a far sosta, troppi metri mancano.
Bene parto
io. E cosa vedo? I due di primi impegnati in un diedro verso un cima alla nostra
sinistra, quando invece a me pare di vedere la forcella di discesa. Stiamo per
prendere un granchio! Che è successo: qui i tiri di corda e le soste sono come
uno vuole. La lunghezza dei tiri non è sempre corretta. Abbiamo studiato poco
la via in quanto pianificato la Corbetta, e così facendo abbiamo fatto della
confusione tra le due. Poi abbiamo contato male i tiri, e sopratutto
"sperato" che finisse la via, non essendo preparati a questo
marciume. Mettici che sulla punta che raggiungiamo è evidente un crollo sul
versante verso il Passo Pordoi..allora forse la via è cambiata rispetto alla
relazione
Arrivo dal
mio amico, io sono convinto che la via finisca lassu, ma lui no. Ma quando mi
spiego se ne convince anche lui. Parto per l'ultimo tiro quindi, che ritrova
quella roccia discreta che tanto abbiamo odiato oggi. Cima, vetta, guglia,
quanto cacchio è affilata?! Quanto sono scomodo?! Un ancoraggio di calata con
un cordino che non mi piace troppo e un moschettone senza ghiera..aspetta che
rinforzo.
Arriva anche
Ricky, intanto quei due sono scesi avendo trovato il camino troppo friabile
(ciò mi pare confermare la mia teoria che quella la non sia il proseguo della
via), ammiriamo il panorama ma poco, voglia di scendere, così lo calo e così mi
calerà anche lui in moulinette (col suo peso intanto abbiamo testato la tenuta
di cordino e moschettone in loco): anche la "cima" non mi pare molto
stabile.
Siam giù, ci
cambiamo, recuperiamo la corda che matematicamente si incastra (ma risalire è
semplice) e ora dritti verso la forcella! La relazione parla di discesa comoda,
evviva, ci vuole dopo una salita "scomoda". E invece..
Alla
forcella vediamo i due di prima che tentano un'altra via di salita: allora è un
vizio, ce l'hanno nel sangue l'esplorazione. Ma anche noi non scherziamo,
canalone di sinistra brutto o di destra meno brutto? E il Passo mica lo
vediamo. Boh proviamo, sembra pestato.
E in vista
di altri salti di roccia troppo ripidi per essere scesi o anche solo
disarrampicati, zigzaghiamo alla ricerca della strada migliore, fino a che si
rende necessario disarrampicare tra questi enormi blocchi lisciati dall'acqua
primaverile. E cosa vedo? Un cordino di una doppia: non siamo i soli allora..
Come un
miraggio vediamo i "prati" su sui siamo passati stamattina, alleluja
brother, ce l'abbiamo fatta, e non era scontato! Discesa comoda, puah! Ma in
realtà siamo stati noi i polli a credere di avere finito.. Poco importa, la
birra è meritata! E oggi ci aspetta un'altra fatica..fare il bucato..
Indicazioni
serie a chi volesse ripetere la via:
- primo tiro
lo abbiamo cannato, saltando di fatto il secondo ufficiale. La nostra seconda
sosta è quindi la terza ufficiale. Ma si tratta di una via che permette di fare
tiri a piacimento. Inoltre mi pare che alcune lunghezze della relazione non
siano corrette (ma di decine di metri), soprattutto intorno alla metà della
via.
- i 4m da
scendere del settimo tiro non sono comodi. Meglio far sosta prima di quelli e
fare un tiro in piu, rinviando lungo il chiodo dopo la discesa!
- salita in
"compagnia" di un altra cordata che ci ha superato. L'abbiamo vista
tentare gli ultimi tre tiri (dopo il trasferimento), ma li abbiamo visti scendere
da metà del primo dei tre tiri finali immagino per terreno friabile (vedevamo e
sentivamo rumori di crolli): in seguito sono tornati indietro, risaliti a una
forcella "in mezzo" al trasferimento e tentato la salita sull'altro
versante, immaginiamo con successo. Immaginiamo perchè noi invece dopo la
calata in doppia dalla punta (anche qui mi pare crollo recente dal versante
opposto alla salita.. non sembra molto stabile questa punta..) siamo risaliti
alla forcella e scesi verso valle (credevamo aver finito la via, svista..):
preso il canale proprio sotto la forcella, poi scesi un po abbiamo traversato
verso sx faccia a valle nell'altro canale, seguendolo (a volte uscendo da esso
sui prati, spesso a sx) fino a quando possibile. Poi districatici tra i grossi
blocchi in disarrampicata (trovato cordino di una doppia, non siamo i soli a
scednere di qui allora?!) e infine giunti sul sentierino di avvicinamento
dell'andata sopra i mughi. Potrebbe essere una via di fuga.
Qui altre
foto.
Qui report.
Qui indice
Vacanza Dolomitica 2015.
Nessun commento:
Posta un commento