Ci risiamo,
il Sassolungo ci ha stregato. Se l'anno scorso era l'annata del gruppo del
Catinaccio, quest'anno la playmate dell'estate è senz'altro lui. Oggi eravamo
indecisi tra questa e un'altra via, ma il meteo consiglia oggi questa, e
l'altra domani. Di nuovo verso il parcheggio della cabinovia, al quale
arriviamo talmente presto che il tizio che ci defrauda dei 5€ del parcheggio
non c'è. Ma mentre ci cambiamo arriva il parcheggiatore che ci invita ad andare
a pagare il conto. Arghh.
Di nuovo in
cabina, di nuovo lanciati, ma questa volta sono preparato, sò cosa mi aspetta. E
mentre saliamo notiamo che sotto di noi passa un volpacchiotto che pare pure
giovane, ma che mangia come un grande: in bocca avrà una marmotta anch'essa
giovane, ma delle dimensioni di tutto rispetto. Lei sì che mangia bene oggi (la
volpe). La nostra sfida odierna non è tanto quella di finire la via, quanto
quella di prendere la funivia anche al ritorno!
Usciti dalla
funivia (l'avevo notato anche l'altro giorno, ma il post era già corposo) dopo
pochi passi ci si imbatte in due cartelloni che pubblicizzano questa zona come
la "Sassolungo Climbing Arena". E si potrebbe aprire un dibattito
infinito, dove la verità sta nel mezzo. Lodevole il lavoro di chi ha sistemato,
attrezzato, relazionato le vie, però metterle in vetrina così, sembra una mercificazione
della montagna un po' troppo spinta e che fa dimenticare che serve
dell'esperienza e del sapere per fare certe cose (e a volte non basta nemmeno
quella).
Cerchiamo di
esser svelti anche nell'avvicinamento quindi, che oggi è minore dell'altra
volta (e avvicinando ce la riguardiamo bene la
Punta Rosmarie), così come la via che è poco più
di metà, ma sopratutto ha tutta la discesa in corda doppia, che Riccardo ha già
percorso. Sull'imbocco della Cengia dei Fassani si trova un sacchetto di
biscotti che boh.
Ma noi
andiamo dritti, non c'è tempo da perdere (inizio a fare due conti, 10 tiri 5h,
10 doppie 2h, 0.5+0.5 di cammino, 0.5 tempi morti, 8,5, +8:30=17, ma siamo a
pelo funivia!), si risale un disagevole piano inclianto di I/II e siamo
all'attacco pronti a vestirci.
Parte
Riccardo, che come al solito si beve il passaggio di V+ (un passaggio
strapiombante che mi impegnerà un po' fincheè non si trova la mano buona) e la
placca che gli ruota intorno, e deve invece pensare a dove andare a cercare la
sosta. Già perchè la via si chiama "Spigolo", ma per buona di spigolo
non se ne vede. Prima sosta su anello cementato (di calata) e siamo sereni.
Vado io, un
tiro che parte in traverso con pure della discesa (sempre un'emozione scendere
del III in traverso) e poi sale per rocce quasi verticali ma piuttosto
lavorate, non sempre affidabilissime, ma tanto il mio amico è ben lontano dalla
linea di caduta di pietre. Sullo
Spigolo del Pollice le solite formichine, e intorno a noi il
solito rumore di caduta sassi.
Terzo tiro,
potrebbe metterci in difficoltà su dove gira la via, ma oggi ci sono più chiodi
e ogni tanto in qualche clessidra si trova già il cordino, segno che si tratta
di una via più frequentata. E infatti districandosi in canali, diedri e pareti,
eccolo che arriva alla sosta ufficiale. Sarò io invece che..
Bene,
ritocca a me. Tiro facile, un tratto di IV- e basta. 40m. Nicchia gialla,
fessura, due clessidre. Dai, ce la posso fare. Invece, porca vacca, sembra
tutta uguale questa parete, dovrei salire circa dritto e cerco di farlo, spinto
da chissà quale forza mi cerco difficoltà che non dovevo trovare (che
divertimento però..), finchè non sento "metà!" e allora mi metto a
cercare in lungo e in largo la sosta che non dovrebbe essere distante.
Niente.
Saliamo un altro po', sempre verticale, spostati a dx a cercare ma nulla, a sx
niente, guarda la foto della relazione ma niente. Va beh salgo ancora. Oh,
niente, e nemmeno qualcosa di comodo per far sosta. "10m!" ok devo
cercare qualcosa per sostare. Lassu delle specie di spuntoni, andiamo, sono
vicini. Invece Riccardo poi mi confesserà di essere partito e aver fatto
qualche metro prima che io sostassi.
"Ehm
Ricky, io la sosta non l'ho trovata, però dai la via non deve essere lontana,
secondo me siamo qui", infatti secondo me sono a metà del suo tiro. E lui
è contentissimo, infatti gli tocca arrampicare della roba un po' schifosa,
facile, marcia, detritica (beh forse ha sbagliato il canale da risalire), ma
anche io mi sono tirato una mezza zappa sui piedi!
"Vai
Pelle, grazie che mi hai fatto fare dei canali di merda e adesso ti becchi il
diedro di IV e V", slurp! Ma non mi tiro indietro, son carico oggi! Una
clessidra là sotto (segno che la nostra quinta sosta è la sesta ufficiale)
permette di rinviare, ma tocca allungare a più non posso, se no chi sale dopo
con quell'attrito. E già la paretina non è male.
Ma eccolo il
diedrone in tutto il suo splendore, che parte con un pezzo di IV da farsi anche
bene fino ad arrivare su un terrazzino dove il friendone giallo viene posizionato
il più in alo possibile! And now..saliamo. Si parte con le pagine del libro ben
lavorate, ma poi per i piedi si liscia tutto, e il diedro è ben aperto.. Mani
solo a sinistra, allora mi sà che devo passare a placca, e hop sù! Un altro po'
di sudore freddo ed è finito sto diedro.
Traverso a
sinistra, più lungo ed esposto di quello che sembrava, ma la sosta la vedo, è
la.. Passi brevi, passi lunghi, dita solo per equilibrio, e suono il
campanaccio (l'anellone) come la campana della domenica!
Si riparte,
e anche il nostro settimo tiro è entusiasmante, Riccardo nel suo regno, parete
con bei buchi ma da cercare e con qualche passo atletico. E sopratutto la
roccia che migliora nettamente, ora è davvero ottima, ti permette di
concentrati sul gesto e non sul dove fare il gesto..
Una profonda
fessura taglia tuta la parete alla nostra sinistra, e una clessidra
invoglierebbe a salire di la, ma vedo già un pezzo che non rispecchia il limite
del V grado della via. No no, vade retro! Verso di lei, ma poi lontano da lei.
La linea è ben in piedi, ma non piegata al contrario almeno! Sono alla nostra
ottava sosta, alla mia sinistra qualcuno salito per la via Sonia.
Arriva
Ricky, fa andare in vetta solo me (lui c'è già stato), quindi traversino a
sinistra delicato e poi ci si può inventare dove meglio salire, sopratutto
perchè poi devi scendere disarrampicando! Padre e figlia sono su, scavallamento
di persone, firma sul libro e poi si scende, brivido il III+/IV in discesa.
Una
panoramica e una foto di via.
E ora vai di
doppie a più non posso! Che sono già le 15! Alcune di queste doppie sono da
cercare, mai più lunghe di 30m quindi scendiamo con una sola mezza, la rossa,
nuova, che deve addolcirsi. E invece si incastra ben due volte! Alla seconda
doppia e alla penultima! Meno male che sopra di noi l'altra cordata ce la
sbroglia. E fortuna per loro che ci siamo noi, perchè a un ancoraggio mi vedo
la loro corda scendere, senza nodini e..a 4m dalla sosta nel vuoto! Fortuna
riesco ad avvisarli.
Via via,
l'ultimo incastro non ci voleva, abbiamo dovuto pure aspettare che quelli sopra
scendessero che erano un paio di doppie indietro. "Ricky te vai, io faccio
su corda e cambio scarpe, almeno che te la prendi!" abbiamo solo mezzora
per risalire.
Correndo e
ansimando inizio la risalita, poi guardo l'orario, vedo persone intorno a me
che se la polleggiano, vedo quasi il tetto del rifugio, ma allora vado con
calma! Anche oggi niente birra al Demetz a vedere la bionda, ma almeno la
discesa è comoda! Chissà se rivedremo la volpe con zampe e panza all'aria
mentre si massaggia il pancino dopo l'abbuffata..
Indicazioni
serie a chi volesse ripetere la via:
- la funivia
fa lo sconto soci CAI
- quarta
sosta non trovata, sono salito troppo, probabilmente fino a metà del quinto tiro (occhio però,
tratto in conserva, non voluto), infatti abbiamo fatto un tiro in meno della
relazione
- se si
raggiunge la cima, tocca disarrampicarla per tornare all anello di calata
- la discesa è in doppia, e ho notato che nelle
guide di Bernardi l'NDA indica solo UNA corda da 50m, UNA non DUE. Questa, mi
perdoni l'autore che comunque ringrazio per il lavoro svolto, mi pare un
errore. Noi giriamo sempre con due da 60. Nelle doppie correttamente è
segnalata una doppia da 28m, che dovrebbe mettere bene in guardia che una sola
da 50 non è sufficiente. Ma sopra di noi avevamo padre e figlia dell'est che
han buttato SOLO una mezza da 50 e SENZA nodini di sicurezza giù: fortuna che
noi eravamo li e gli abbiamo urlato (con difficoltà linguistiche) di calarsi
con due mezze.
- come
indicato sulla guida, gli ancoraggi delle doppie sono un po' da cercare.
- a noi si è
incastrata la seconda e l'ultima doppia, ma probabilmente perchè la nostra
corda è posseduta dal demone dell'arricciarsi
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Vacanza Dolomitica 2015.
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