Grandi idee,
meteo distruttivo. Lorenzo deve ripartire per lavoro, torniamo a essere cordata
a tre, io Riccardo e Giorgio che ci ha raggiunto ieri sera, e col quale dopo parecchio
cercare abbiamo trovato una via per oggi. Siamo al Passo Sella, affollatisimo
centro arrampicatorio dolomitico, e che per questo motivo evito. Ma oggi
andiamo in una zona ben distante dallo specchio del Ciavazes sud o dalla ressa
delle Torri del Sella.
L'avvicinamento
ci fa comunque sognare le salite al gruppo del Sassolungo e alle torri (io ho salito solo la prima).
Ci fa anche sorridere con un gruppo di ermellini che corrono vorticosi in mezzo
alle gallerie sotto le rocce al fianco delle quali passiamo. Un po' di
ferratisti ci fanno temere trovare una via con della gente in parete, invece
saremo solo noi (fila invece su Doctor Scintilla).
Seguendo la
guida di Giorgio giungiamo all'attacco errato: le prime stampe della guida di
Bernardi infatti recano per la Via della Ferrata la stessa immagine della via
Doctor Scintilla. alla cui base c'è quella corretta per chi invece voglia salire la Via della
Ferrata. Sulle ristampe successive, l'immagine è giusta. Scendiamo e ricerchiamo
l'attacco giusto.
Anche oggi
Ricky esordisce con un "parto io, che se no voi vi perdete", e parti
tu. Che poi un pochino il brillante si perde, cerca, ravana, sale, scende,
inizia a chiedere indicazioni, tantochè Giorgio si sposta per andarlo a vedere
meglio. Alla fine giunge in sosta.
Anche sul
secondo tiro cerca la strada l'amico Riccardo, e così anche oggi si è fatto i
tiri forse un po' più anonimi della via: tempo di rifarsi ne ha comunque, e
forse ci ha davvero salvato dal perderci noi, chissà. E intanto il Sassolungo
mette un cappello più vistoso..
Adesso la
via si fa più tosta, e tocca a Giorgio, un bel mezzo diedro paretone fessurato
che si vede che impegna il ragazzo. Ma di tempo dovremmo averne dai. La fila su
Doctor Scintilla è impressionante, come anche le cazziate che Claudio da a
Claudia.
Si sbuca su
un balconcino dal quale alzando gli occhi si resta a bocca aperta davanti al
tettone che ci sovrasta. Ma niente paura, Giorgio deve prima traversare facile
verso sinistra e poi risalire fino a prendere un canale. Solo che i primi 20m
sono difficilmente proteggibili, e proteggerli potrebbe portare a un bel po' di
attrito della corda.
E venne così
il tiro chiave, che spetta ancora a Giorgio e che prova a salire. Resting sul
chiodo, mette giù il friendone giallone, resting anche su quello, un A0 e poi
su! Non abbiamo troppo tempo da perdere visto come si sta caricando il cielo.
Parto io prima di Ricky, visto che poi il resto della via mi spetta, parto
anche già deciso ad azzerare se butta male, ma con un po' di impegno (fisico)
supero il passaggio chiave e salgo verso Giorgio a pescare il materiale
rimasto.
Il cielo si
è fatto pesante, occorre sbrigarsi. Il tiro è piuttosto chiaro, diedrone che
piega verso sinistra: parto svelto, l'ottima roccia favorisce la velocità, ma
meglio metter giù qualcosa, anche perchè non siamo su del III, e qualche
protezione fa comodo anche ai miei amici. E poi, che bel tiro (come anche i
prossimi!).
Settimo
tiro, ripreso un po' di fiato, ma qualche goccia fa tremare, e il Catinaccio è
bello coperto: siamo ancora in un'isola apparentemente felice, ma non
rischiamo. Salgo deciso, devo solo capire quando traversare verso sinistra, e
infatti salgo forse un pelino troppo. Non ho ancora messo giù nulla, e prima di
mettere le zampe dall'altra parte su quella grossa clessidra, voglio
proteggermi (e Giorgio mi maledirà nel recuperare questo materiale). Passo
esposto e sono dall'altra parte traversando verso una sosta che si fa
desiderare.
L'ultimo
tiro è un traversone (che però sale molto di più di quello che lo schizzo
mostra) esposto ed estetico anche se facile, merita pure lui, e quante
clessidre si incontrano! E che nero che sta venendo sulle Odle.. Recupero i
miei amici senza tirare troppo o li tiro di sotto, anche se non è chiaro quanto
sia la resistenza del loro peso o quella del giro di corda a pesare.
Scendiamo
per la Ferrata delle Mesules,
per sentiero, mangiamo, beviamo qualcosa, un fulmine e tuono ci spingono a
spicciarci, carichiamo il materiale nello zaino al volo, metto il coprizaino,
sulle Odle l'apocalisse, optiamo per la ferrata sperando riuscire a scenderla
velocemente! La scenderemo in 1h, senza nemmeno correre troppo visto quanto è
dannatamente unta!
Giù veloci,
ci assicuriamo poco, faccio più fatica qui che sulla via, d'altronde scendere
una ferrata invece che salirla non è comodo. Con temporale alle calcagna e i
tuoni che ci fanno compagnia, speriamo solo non finire arrostiti, e finalmente
raggiungiamo la base sani e salvi e ancora asciutti.
Qualche foto
e via di corsa, letteralmente, vedo anche Riccardo correre, miracolo.
Pisciatina perchè non ce la si fa più e via come delle saette (oddio no) verso
la macchina! Arrivati alla quale inizia qualche goccia anche da noi (le pareti
tutt'intorno sono già nere da un po'), ma a noi che ce frega, ora vogliamo solo
la birra!
Indicazioni
serie a chi volesse ripetere la via:
- le prima
stampe della guida recano un'immagine errata, è la stessa della via successiva
(Doctor Scintilla) alla cui base c'è l'immagine corretta per chi invece voglia salire la Via della
Ferrata. Sulle ristampe successive, l'immagine è corretta.
- In
corrispondenza della quarta sosta c'è un grosso spuntone che andrebbe
disgaggiato. Davvero instabile e ghiotto per mani e piedi, induce in tentazione.
Qui altre
foto.
Qui report.
Qui indice
Vacanza Dolomitica 2015.
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