Ebbene sì, c'è sempre voglia di
sgambare. E quindi per oggi mi metto d'accordo col mio compagno di cordata di ieri per
un giretto con la mia Kona: avrei preferito il lago, ma meglio così,
restiamo più soft e scopro un posto nuovo.
Ci
si trova a Sasso Marconi, e la giornata parte già bene: dopo un paio
di km in discesa su asfalto, Marco esordisce con un “azzo, devo
tornare indietro, devo aver lasciato il cellulare in macchina”.
Torniamo indietro, io resto distanziato per cercare una fontana, e
ripartiamo. Solo alla fine del giro Marco mi svelerà che arrivato
all'auto si accorse che il cellulare era nello zaino..
La
giornata potrebbe addirittura finire quando dopo poco più di
mezzora, dopo uno strappetto su fondo di ghiaia asfaltata, il mio
cambio posteriore muore inesorabilmente. “KTM-Kona 1-0” festeggia
Marco, maledetto: io mi farò tutto il resto del giro a due marce,
rapporto intermedio dietro fisso e davanti corona piccola e corona
media, una favola in salita.
Seguiamo
la Via degli Dei, che arrivato a casa inserisco subisco nella
cartella “Itinerari da realizzare”, per lo più sterrato largo,
pochi single track, ma ci si diverte. Marco tocca i 45km/h in discesa
su ghiaia (quella che arriva alla partenza del sentiero per il Monte
Adone) ed è già elettrizzato.
Bel
paesaggio, forse per l'orario, forse per il lungo ponte, si incontra
davvero poca gente, il che lascia un senso di pace in mezzo a tutto
questo verde. Il cielo è nuvoloso, e meno male, ci vuole un po' di
quasi fresco dopo la scottata di ieri!
Decidiamo
di salire sul Monte Adone, maledetti noi quando lo pensiamo. Tutta la
salita trascinando la bici o portandola a spalla, troppo pendente,
gradinato, impervio, boscoso. Arriviamo in croce, pardon, alla croce
che grosse ma ancora rade gocce di bagnano, il vento ci sculaccia già
da un po', perciò decidiamo di fare due foto, mangiare qualche
quadretto di cioccolato e telare subito! La in fondo, proprio dove
dobbiamo rientrare, si vede che diluvia..
Forza
Marco, molla i freni, lasciati andare! “Mamma mia, si muove tutto,
mi si smonta la bici!”. Molto educatamente quando incontriamo
qualcuno freno, vado piano, ma appena vedo che la gente è finita..
buaaa! A gigabomba! Anche Marco sta provando l'ebrezza della discesa,
e verso la fine del giro mi dirà di aver capito perché gli
sconsigliavo certe uscite col suo vecchio mezzo.
Scesi dal Monte Adone, una belva ci si para di fronte mostrando le sue terribili fauci vogliose di carne fresca.. Emette il suo caratterisco rauco verso di dominanza della vallata, di supremazia su tutte le specie viventi e non viventi. Tremiamo a questa vista, temiamo il peggio, davanti a noi passa in pochi secondi la nostra vita. Ma la scampiamo.
Scesi dal Monte Adone, una belva ci si para di fronte mostrando le sue terribili fauci vogliose di carne fresca.. Emette il suo caratterisco rauco verso di dominanza della vallata, di supremazia su tutte le specie viventi e non viventi. Tremiamo a questa vista, temiamo il peggio, davanti a noi passa in pochi secondi la nostra vita. Ma la scampiamo.
Sulla
via del rientro deviamo per salire su Monte Mario, come non farlo..
Ultimo tratto bici a mano, che proverò poi a scendere in sella, ma
smonterò data la scarsa aderenza sul fondo polveroso sabbioso. Poi
però via coi freni sullo sterrato, ultima discesa carina in single
track con tornanti sul 122, e la pacchia è finita..fino alla
prossima uscita!
Qui altre foto.
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