mercoledì 22 agosto 2012

Alla scoperta del Latemar

“Che facciamo domani?” la domanda della sera prima. Non facciamo in tempo a organizzarci per trovare una via di arrampicata, la sera piove un po’, perciò meglio fare l’altro trekking che Riccardo vorrebbe solcare: alla scoperta del Latemar!
E così sia. Itinerario preso da gambeinspalla, che ci fornisce questi due dubbi/difficoltà: il rientro (su sentieri non segnati avventurandosi un po’ nel bosco) e la durata (9h30-10), vedremo! Il primo lo si risolve allungando un pochino (ino ino) il giro, il secondo non ha soluzione se non il bivacco nel bosco! Ma partiamo.
Arrivare al luogo designato per l’abbandono della macchina è già di per se una complicazione: ZTL a Moena, ma solo in certi orari (riusciamo a entrare, ma a che ora potremmo uscire?!), e districarsi per le vie del centro non è semplice. Ma ce la facciamo, e così ci mettiamo in marcia per un sentiero che parte davvero bene come pendenza! Quasi 800m in un’ora.. Ma da Forcella Peniola si gode un panorama e dei paesaggi appaganti e rilassanti.
Verde, tanto verde di prati, ma anche bianco, bianco di roccia: il verde del relax e il bianco dell’azione! Sappiamo che il dislivello non è ancora a metà, perciò meglio rimboccarsi le maniche, o i pantaloncini, e riaprtire. Così scopriamo un paesaggio abbastanza selvaggio, un sentiero poco marcato, nessuna vista di attività umana e di umani. Che bel posto. Poi altra piacevole scoperta, una roccia variegata.
Alla Forcella Piccola del Latemar troviamo ometti mulatti: già perché per metà sono di sassi bianchi e per metà di sassi scuri, credo roccia vulcanica. E ora via verso il divertente sentiero 18, sempre in quota, senza il verde dei prati, e con le mani da usare ogni tanto. Ci iniziamo a rendere conto che il giro è davvero lungo, alla nostra sinistra non si è ancora aperta bene la Valsorda, dalla quale dovremmo scendere (a meno di ritirate..). E su questo sentiero la roccia bianca è ogni tanto interrotta da colate marrone scuro, che visione insolita.
Ed ecco la croce dello Shenon, unica cima che dovremmo toccare oggi, perciò andiamo, è a due passi. Laggiù un elicottero rotea nell’etere, sembra impegnato in un’operazione di soccorso, brutta storia. Poi invece ci viene incontro, e nonostante ci passi davvero lontano, parte un vento pazzesco! Altra scoperta.
Scendere al Bivacco Rigatti è davvero tortuoso e brutto, ma ci tocca, i Campanili sono la che ci aspettano, e siamo curiosi di scoprirli. Ma a posteriori direi che quel tratto non è il più bello del giro. Il tratto ferrato è breve e discontinuo, nessuna parte aerea, nessun salto nel vuoto, insomma mi aspettavo di più! Ma abbiamo fretta e voglia di arrivare alla Forcella dei Campanili per il panino..
Dalla forcella, dobbiamo solcare un piccolo paesaggio lunare per la successiva ripida discesa in Valsorda. Una fortunosa fontana ci rifocilla l’arsura. E poi è un altro divertente districarsi tra piccoli canyon in mezzo a torrioni di roccia contornati da verde, canyon variopinti: ma quanti tipi di roccia diversa ci sono?! Bello bello.
E si torna al caldo.. Finché nel bosco non tira vento, l’afa è tanta, uff! Ed eccoci a Malga Valsorda, adesso c’è da trovare il sentierino disperso nel bosco, adesso viene il difficile, proprio verso la fine (beh, fine, dalla descrizione dell’itinerario, come tempi siamo a 3/4). Ma per fortuna notiamo due persone abbeverarsi alla fontana di fianco alla malga, gli chiediamo indicazioni e ce le danno abbastanza accurate. Poi metterle in pratica sarà un’altra cosa, ma riusciremo a farcela, per fortuna!
Il rientro sembra infinito, poi ecco scorgere il cartello del sentiero CAI ufficiale che deve riportarci all’auto! Ma, ci mancava solo questa, una scalinata bella lunga, e le nubi nere che si addensano. Ma alla macchina arriviamo in tempo per iniziare a sentire i tuoni, e vogliosi di torta e birra corriamo poi verso il centro di Moena!
Alla fine invece delle 9h30-10 che dava il sito, ce ne abbiamo messe 7h30..

Qui altre foto.
Qui report coi tempi.

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