Dopo la Val d'Aosta, lasciamo Marco in
stazione a Domegliara per il ritorno a casa e la successiva partenza
per la vacanza con la morosa. Io e Riccardo alla volta delle
Dolomiti, Val di Fassa. Troviamo un campeggio libero, faremo base a
Pera di Fassa, ma il giorno dopo cazzeggeremo in giro per paesi per
ambientarci. Poi il lunedì partiamo alla grande per la nostra prima
via dolomitica!
E via verso il Passo Sella, per
iniziare a vivere queste montagne davvero a contatto. Arriviamo
presto, vogliamo evitare l'affollamento della via (come dice la
guida, “è una via in cui si fanno molte conoscenze”) e
l'avvicinamento rigorosamente a piedi! Ma non abbiamo considerato la
funivia..e così alla base della parete ci raggiungono le prime
cordate salite con mezzi meccanici.
Ci mettiamo un po' a trovare l'attacco,
non ci sono spit a vista, e bisogna leggere la montagna e le figure
della guida. Capiamo l'attacco troppo tardi, quando già arriva
gente, e così non partiremo per primi. Ci prepariamo, io calzo le
scarpe per scaldarle (la salita è stata calda, ma adesso qui fa
freschino) e alla mia domanda “chi parte?” quella carogna di
Riccardo “beh parti te, hai già le scarpe”.
Primo tiro divertente, qui è facile,
ma le protezioni a distanza di 6m una dall'altra infondono un timore
psicologico notevole. Poi la musica cambierà, perché oltre alle
poche protezioni, poi sullo spigolo vero e proprio saremo anche in
bella esposizione! Che figata.
La guida diceva anche che è una via
dove si becca del freddo anche quando fa caldo, per via dei venti che
salgono dal lato nord del Sassolungo, e infatti si sta bene. Cordate
davanti a noi avanzano, ma la via non è difficile da individuare, si
va sempre sullo spigolo, su dritti ed esposti. Ci alterniamo nei
tiri, in modo da essere veloci e da divertirci entrambi. Prima di
partire per il prossimo tiro, il capocordata davanti a noi esclama
“questo è il tiro più bello di tutte le dolomiti!”, ben venga.
Arrivo a un punto dove sono sicuro di
aver visto gente sostare, ma non vedo nulla, e temo avere poca corda
per arrivare alla prossima, in più ho rinviato corto e c'è da
tirarla al corda..faccio una brutta sosta su un abbozzo di spuntone.
Riccardo arriva e mi dice “ma perché non hai usato quei chiodi li
per fare sosta?”, che svista..
Si sale si sale, ci divertiamo un
sacco, sempre aerei, sempre esposti, alcuni passaggi mica facili,
qualche protezione qua e la e arrivo in cima (l'ultimo tiro tocca a
me). Adesso non bisogna sbagliare.
La discesa è quasi tutta a corde
doppie, ma qui Nicola nella sua ripetizione ha
avuto notevoli problemi a trovarle,
e la cosa ci spaventa. Riccardo tira fuori la guida e inizia a
ripassare. C'è da disarrampicare un po' per trovare il primo anello,
ma dove? Poi arriva Christoph Hainz,
Riccardo me lo dirà solo dopo che era lui, con due clienti, che alla
mia domanda dice che ci si può calare anche dalla sosta, senza
traversare.
E così facciamo, altra doppia
intermedia e giungiamo alla sella tra Pollice e Indice. Adesso
traversino unto e esposto, con poche protezioni, e chi va? Tocca a
me.. Via anche questa, e arrivo all'ancoraggio dell'altra doppia,
sulle placche del Palmo. Scruto dove sono le altre cordate per capire
dove sia il prossimo ancoraggio, e le vedo laggiù. Ci sarà da
camminare un pochino sul palmo.
Ecco l'altro ancoraggio, adesso ultima
serie di doppie e siamo a posto. Ma come ha fatto Nicola?! Forse
quando la fece lui erano meno evidenti, certo che non deve essere una
bella sensazione non trovare la via di discesa..
Ma all'ultima doppia, tragedia, il nodo
si incastra mentre tiriamo giù le corde. Tira e molla, dai qualche
frustata, ma sembra ben incastrato. Porca vacca. Per fortuna ci sono
altre cordate che si calano: urlo, sbraito, sbraccio a quello che si
sta calando per chiedere di sbloccare il nodo. Non capisce, mi
guarda, ci riprovo, poi finalmente sembra capire. Dopo un po la corda
scende, meno male!
Pollici alti per lo Spigolo del
Pollice, davvero bella via, da farsi. E noi portiamo a casa anche
questa esperienza. Scendiamo appena in tempo prima che si scateni
un'acquazzone, e poi rimaniamo imbottigliato nel traffico in ingresso
a Canazei.. E per cena, specialità della casa, canederli in brodo di
wurstel!
Qui altre foto.
Qui relazione.
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