domenica 27 maggio 2018

Casa dolce casa: Marcia dei Tori 2018

Quando si dice sentirsi a casa: luogo, ambiente e organizzazione dal calore inestimabile. Gente che ci mette passione. Ricordi di una persona che non c'è più. Gara fatta con questa e con un'altra che non è potuta venire (ma per lavoro..).
Stavolta parto di sera, in compagni di Roberto, Roberta, Mattia: purtroppo manca Stefania, che ieri si è presa una bella insolazione.. Una pizza a Vignola all'ottima Smorfia subendo i consigli del PT "Mattia er terribbille" e poi diretti a Capanno Tassoni. Che murata di parcheggio! Un saluto a chi al bar sta disturbando la quiete di chi dorme sopra, e via a letto.
Letto, il mio letto: sedile del passeggero della mia auto giù e due materassi sdraiati su esso, ecco il mio letto. Un letto immerso in un'oasi di pace e silenzio. Fatto salvo per altri che salgono col nostro stesso piano. Suona la sveglia, e dal mio finestrino vedo ben di meglio che palazzi: faggi. Mi sposto su una panchina col mio fornelletto, pentolino, latte, cereali, kiwi e tazza. Colazione spettacolare!
Bon dai, son le 7, mi sposto nella zona delle iscrizioni cominciando a salutare un po' di facce conosciute. Mi siedo in attesa delle 7e30 e noto lo striscione dedicato a Fabrizio. Il tempo si ferma, i ricordi tornano, il cuore ha un sussulto: poi la mente rende un saluto a quella gran persona che non c'è più.
D'accordo con organizzazione e Alessandra, mi attacco anche il pettorale del povero Jacopo, il toscanaccio bloccato per lavoro, lui che come un adolescente scopre in pubertà il sesso, è rimasto infoiatissmo col trail ma bloccato al lavoro.. "9" dritto e "23" al contrario.

Calzate le scarpe offerte in prova da Nuovi Orizzonti, mi cambio e scaldo: un minuto di stretching, in barba a chi si fa salite, discese e ripetute da mezzora. Sono una bestia che si allena da bestia.. Discorso dai contenuti tecnici del grande Pleo, e poi un minuto di silenzio per Fabrizio. E gli occhi diventano lucidi, col pugno che si serra ad apprezzare la vita.

Si parte. E che dire ora? La vista macina paesaggi, sguardi attenti al terreno dove posare i piedi. Il tatto cerca quando può gli alberi per darsi una mano. L'olfatto registra gli odori del bosco. L'udito ascolta il vento ma anche gli sbuffi del fiato. Il gusto..non è quello delle papille ma quello di questa attività che ti fa sentire libero e vivo..
In discesa non ce n'è, ma in salita riesco a dire la mia e recuperare un po' di gente. Al primo ristoro il fotografo mi dice "Calmo che c'è lo Spigolino!": ma la salita emblema di questa manifestazione mi sembra ogni anno più corta. A discapito delle altre però! E di queste leggere salite che non so se correre o camminare..
Quando si esce dal bosco, la magnificenza del nostro crinale appare in tutto il suo splendore. Magnificenza ma anche severità, spero solo non tiri troppo vento lassù perchè sono bagnato spolto di sudore.. Salita impeccabile alla vetta di oggi, con un campana che aspetta di essere suonata e che quando vedo vado d'istinto a picchiare con la testa, pensando solo dopo che potrebbe anche fare male. Che idiota. Che ebrezza da trail..

Discesone folle, ma non troppo perchè se cadi ti raccolgono col cucchiaino, e di cose nella vita ne avrei ancora tante da fare.. Vedo Andrea davanti a me, se voglio sperare di vincere il premio come primo arrivato del CAI di Carpi devo superarlo. Non ci riuscirò, arriverà qualche minuto prima di me, ma non avendo scritto sul modulo di iscrizione che fa parte del CAI di Carpi, il premio lo danno a me..

I volontari ai posti di controllo fanno il tifo per chi corre. Giocando in "casa" mi conoscono in tanti e magari a me regalano qualche parola in più. I trekker che si incontrano in giro ti incoraggiano. Tra corridori ci si incoraggia. Mattia è mutato in PT severo. Roberta e Roberto han scommesso se riesco o meno a fare meglio dell'anno scorso. Un po' di pressione, un po' di aspettative altrui da voler rispettare ci sono. Ci sarebbero, perchè poi quando arriva la fatica, il fiatone, e la bellezza della natura e della montagna..entro in uno stato di trans dal sottotitolo "goditela!".

Discesona tecnica, rientro nel bosco. E ora che non sono più esposto al vento e che manca poco, posso fare ciò che bramo dal quinto km: cavarmi la maglietta. Madonna che caldo, che maglietta pesante e appiccicaticcia di sudore. Che libertà essere a petto nudo.. Lo so che farò la figura dell'esibizionista (non è che abbia nulla da esibire poi), ma non è così e non me ne frega una fava. Voglio solo sentirmi comodo e ancora più libero.
Trotta trotta nel km finale: non ho nessuno da recuperare, voglio solo sciogliere le briglie e mollare gli ultimi cavalli rimasti. Cavalli o asini o muli che sia, sfogatevi! Traguardo, 20m in leggera salita per fregarti, poi quel "Ma qual'è il numero?!" e allora mi ricordo che sto correndo pure col pettorale di Jacopo, e lo copro con la mano.

Tempo peggiorato di qualche minuto rispetto all'anno scorso. Sì ma che me frega, ho ancora l'Amorotto Ultra Trail sulle gambe, mi sono allenato poco e male dopo l'Ultra Trail degli Dei Mi sono divertito? Sì. Questo è l'importante. Vado a godermi la birra? Sì, questo è fondamentale. Le torte delle zie del CAI di Carpi? Queste sono uno dei motivi per correre la Marcia dei Tori!
Mi svacco con Roberta e Roberto a far due chiacchiere con altri amici. Zero fame e zero sete (non è un buon segno, ma almeno così non faccio come tre anni fa quando son stato quasi male da tanto ho mangiato). Stefania come starà? Momento delle premiazioni, tra le quali "e in ricordo di Fabrizio abbiamo istituito il premi per il corridore più giovane", e così arriva il terzo momento toccante di oggi.

Qui altre foto.
Qui link alla manifestazione.

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