sabato 2 giugno 2018

Bottino umido: Giardino Incantato e Una Placca per Achille

Il grande capo Nicola è riuscito a sdoganare le Piccole Dolomiti per un corso A1. Chi l'avrebbe mai detto. Dopo l'aggiornamento istruttori del maggio 2014 tutti noi seguaci di questo gruppo montuoso dalla fama più selvaggia e friabile delle Crolloniti ci eravamo rassegnati a non poterle mostrare alle nostre ragazze e ragazzi. E invece, siamo qui.
Siamo qui, e in tanti, ma potendoci sparpagliare (almeno oggi) su 4 vie possiamo diluirci bene: non benissimo domani, e manco oggi pomeriggio, ma vabbeh. Siamo qui, a scaglioni: al Passo di Campogrosso arriviamo frammentati  e quindi la composizione di alcune cordate deve aspettare la macchina giusta per potersi avviare. Ma meglio così, la diluizione è ancora maggiore. Speriamo non trovare altre cordate però..
Pronti via, con Alice e Tommaso (che non è allievo, ma aspirante istruttore) mi avvio per il Giardino Incantato, la nostra meta dell'uscita di oggi del corso A1 2018 del CAI di Carpi. Questa strada mi riporta a vecchi e brutti ricordi, quando il ponte AVIS non c'era e con Francesca fu tutto piuttosto "rocambolesco". Cacciamo via i brutti presagi e filiamo accaldati verso la Falesia Piccole Dolomiti.
Caldo, e foschia: gli avvertimenti di un probabile temporale ci sono tutti, speriamo solo ci faccia fare la nostra via in pace, per la seconda amen! E invece.. Primi all'attacco, bella storia, non perdiamo la Pole Position e vediamo di esser sgaggi: ovviamente senza lesinare sulla didattica e sull'espletazione generale di bisogni primari.
Si attacca. Abbastanza sereno sul grado della via, ma non della bontà della roccia: che invece è davvero buona, quasi ottima, e iper didattica per proteggersi. Non tanto sereno nemmeno per il cambio di roccia, più "scivolosa" di ciò che ho arrampicato finora. Tirone lungo, con un chiodo sopra uno strapiombo che potrebbe fregare, ma io passo a sinistra tiè! Un bel traverso esposto porta poi a salire verso una sosta..esposta.
Esposta.. molto bene, quando arriva Alice la faccio appendere proprio con la schiena nel vuoto: terapia d'urto, con lei si può. Al massimo mi alza (di nuovo) il dito medio. Rullo di tamburi...alzato! Riparto col sole che ci ha lasciato, le nuvole arrivate, la nebbia che ci accarezza e il vento che si spazza: ah le Piccole! Terminato il tratto inclinato, si prosegue quasi passeggiando fino a sostare alla bene e meglio su spuntoni. Recuperando i miei compagni, è divertente vedere come Alice arrampichi e Tommaso paia quasi passeggiare.
L'arrampicata è piacevole essendo in spigolo e su roccia lavoratissima. L'ambiente è reso tetro dalle condizioni meteo, siamo davvero in ambiente,e non in una falesia di pianura.. Di certo una bella esperienza per gli allievi. Un albero dai mille tronchi concede l'imbarazzo della scelta su quale usare per fare sosta.
Davide coi suoi e Roberto con la sua ci seguono, e ogni tanto riesco a vederli. Beh, la lepre Davide lo vedo anche in sosta.. Il quarto tiro sembra duretto, ma in realtà sulla sinistra presenta un punto debole da sfruttare. Non banale, anzi, ma ben fattibile. In pochi metri arrampicata abbastanza varia.
Il libro di via è qui, ma la via non è finita. Anche se sarebbe opportuno non continuarla fino a dove arriverò io: uno scotto da pagare nell'essere davanti, il fare la cavia. Infatti salgo l'ultima rampetta, facile e con roccia migliore di quello che sembra da lontano, ma finita quella..sono su un dosso pratoso senza uscita. M'aveva detto la Ste che c'era da disarrampicare un pezzettino, ah eccolo! Ma dove fare sosta? Lo spuntone! Si muove. Azz.
Scendo disarrampicando un paio di metri, un chiodo in loco e un friend mio fanno da sosta, però..scomodina. Arrivano i miei che non vedendomi subito restano un po' basiti, me l aspettavo, hihi. "Tommaso sta li, Alice ti metto in mezzo barcaiolo e disarrampichi in sicurezza. Non toccare questo frigorifero che rimbomba".
Prima una poi l'altro, infine io, siamo alla selletta. Rituale del Mars, ma anche dei due panini che ho una fame della madonna! Davide e Roberto arrivano anche loro, saggiamente evitando la seconda parte dell'ultimo tiro. Si scende! Nelle ortiche! Che gioia per i miei stinchi sotto le braghe corte!
Si ripassa sotto l'attacco e poi di nuovo sulla Strada del Re. Destinazione? Vediamo il meteo e la voglia, intanto andiamoci a vedere l'attacco delle Due Sorelle tanto è quasi di strada per il rientro. Davide e Roberto sono rimasti un po' indietro, risaliamo da soli verso la nostra prossima meta visto che il meteo è pure migliorato ma..Nicola, Luca e Ivan sono appena scesi: stupore.
5h per fare due tiri e una doppia "Bella via, ma i primi 7-8m sono bagnati, io mi sono tirato su sul primo spit" le parole di Nicola non sono ben auguranti. Ci prepariamo, ma una volta visto che faccia umida ha il camino.. ma anche no! Torniamo giù: Nicola col suo gruppo ha detto che andava a fare della didattica alla Sisilla, noi valutiamo se andare o vedere se Una Placca per Achille sia libera.
E invece mentre andiamo in la troviamo Federico e Silvia, e dopo 2 minuti di chiacchiere ci raggiunge il gruppone di Nicola. Tutti all'arrembaggio del ferro da stiro di Achille! Almeno ci si può calare da qualsiasi sosta.. Anche perchè il meteo è tornato un po' minaccioso.
Partiamo su tre linee differenti, io al centro, Nicola a sinistra e Luca a destra. Salgo svelto per non fare da tappo a nessuno: il ferro da stiro sta per esser preso letteralmente d'assalto da mezzo corso, e man mano che si sale la linea diventa obbligata. Andale! Sosto a quella ufficiale, che Luca mi ha già canzonato alla base sul fatto che "concateno" i tiri quando legge i miei report.. Ma la vendetta è un piatto che si gusta freddo..
Recupero i miei, Alice è un po' acciaccata ma si decide di continuare e vedere come va. D'altronde calarsi sulla testa di quelli sotto non sarebbe elegante.. E poi si lamenta tanto, ma sale lo stesso.. Luca ha sostato alla mia destra, Nicola a farfalle a sinistra torna verso di me dove di soste ce ne sono.
Riparto presto prima di trovarci in tre cordate sulla sosta e..ops, dopo averla superata vedo la sosta sotto. va beh amen, ormai che ci sono continuo, non sto a disarrampicare. Il terzo tiro presenta pure qualche tratto non banale, e con chili di corda sotto soggiogati dalla gravità e dagli attriti..si sente. E Luca? Che mi canzonava tanto sul "concatenare", salta la sosta anche lui, buahahahahah.
Il meteo si è tornato a chiudere, meglio sbrigarsi. Sotto di me la parete brulica di persone e cordate, puntini colorati su una lavagna grigia. Recupero un po' a forza Alice, che spenta la testa spegne anche un fisico che invece dovrebbe averne di resistenza. Via verso l'ultimo tiro, per cercare di snellire la situazione sotto e iniziare ad allestire le doppie prima che scoppi il temporale.
Recupero i miei dalla sosta finale mentre Luca già si cala. Sta per partire l'operazione "Abbandoniamo la nave!". Corde doppie attrezzate a ogni sosta, alcune su corda singola, altre su due, una allestita per le calate di gruppi numerosi su corde indipendenti.  Una bella avventura, ma si piglia l'acqua, che non è mai positivissimo. Il bottino della giornata è sostanzioso, ma il temporale tanto atteso è poi arrivato. Era meglio mai che tardi comunque..
Man mano che arrivano alla base, gruppetti si formano e partono verso il rifugio, io mi apro l'ombrellino e aspetto che scendan tutti. Fischia, le 18?! Rientriamo al rifugio giusto in tempo per un cambio veloce, una birra alla goccia e via a mangiare, ridere e scherzare a tavola! Ziobomba che fame! Ma bevi poco, che stanotte..

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