sabato 13 ottobre 2018

Andrea, Uncajon e Marco (o Tricajon?!): via AUM

"Che trio improbabile" recitava ieri sera l'oracolo. Trio che (da solo) vanta molti anni addietro la roboante salita di Chi vuol esser lieto sia a suon di propulsioni posteriori, e forse anche di Moonbears. Oggi riesco a tornare ad arrampicare col Maestro (che piante dei paletti) grazie alla presenza dell'Eminenza, pardon, Eccellenza (che non vogliamo esser blasfemi). Ovviamente il maestro propone anche due vie con del VI, ma essendo in maggioranza riusciamo a farlo ragionare e scegliere la terza.
Primo paletto: "Partenza non prima delle 6".
Secondo paletto: "Colazione dove dico io". E così si allunga la strada per poter passare per Schio a rendere contento il fanciullo. Poi si può andare a Malga Cornetto dove scopro che han messo i parcheggi a pagamento. (Parentesi: da un escursionista deluso scopriremo al rientro dalla via che il famoso ponte AVIS è chiuso per manutenzione. Ma mica lo hanno scritto sul parcometro, così intanto la gente sgancia.)
Terzo paletto: "Alle 16 voglio esser all'auto per bere la birra con calma e rientrare per cena che se no la F mi fa un c*** così". E partiamo bene perdendo una buona mezzora a cercare il sentiero per l'attacco. D'altronde se questa dice "passare a destra del massone con la croce sopra" e invece i bolli rossi erano a sinistra.. Si parte ravanando in su e in giù, a destra a sinistra, e pure in diagonale.
Una bella scritta rossa all'attacco conferma siamo nel posto giusto. Ma è tutto ancora all'ombra, e calcolando in modo elementare come girerá il sole, resteremo all'ombra. Come mai eravamo convinti che era al sole? Sia io che il Maestro ci affidavamo l'uno all'altro: meno male almeno non fa troppo freddo per essere ottobre (!) e ce la caviamo.. Guardo la scritta e dico a Nicola "ma non potevi chiamarti Ugo? Cosi era perfetto! Andrea Ugo Marco, via AUM! E invece siamo A, M, e U che facciamo?"  "Uncajon" risponde lui. Facciamo tre.
Lascio i primi tiri a Nicola (il Maestro) così si becca i più duri sperando di non sentirlo lamentare in seguito "le altre due vie sarebbero state più belle". Non succederá, anche perchè la roccia di questa è ottima (escluso un temibile lastrone alto 1m e largo 5m sopra la seconda sosta che fa pensare a un cedimento imminente)
L'umiditá e la freschezza rendono i primi metri delicati, ma poi si sale bene. Seppur la relazione farebbe pensare a dover spostarsi verso sinistra, la sosta è invece proprio sopra l'attacco..se solo la talpa (il Maestro) la vedesse al primo colpo prima di ravanare e lanciare sassi alla ricerca della stessa.
Si prosegue più dritto di quel sembra, affondandosi a una sosta bruttina che non vedo l'ora di lasciare. E pure scomoda, si potrebbe stare a sedere ma non ci si sta su questo spuntone e nello stretto spazio per due. Dai Nicola, movet.
Marco si dimostra meno arrugginito di quello che credeva, e pure io me la cavo meglio di quello che credevo. Vediamo col tiro chiave però. Nicola è bravo e sale bene e svelto, superando agilmente ogni difficoltà: la lotta con l'alpe è vinta! E pure noi la vinciamo, anche perchè non vediamo l'ora di lasciare alle nostre spalle quel lastorne di roccia (l'ottimismo di Marco mi sta contagiando..).
Oh che onore, mi lasciano passare avanti a fare da capodordata. Si risale un canale terroso cercando più roccia possibile sulla sinistra. Ignoro la vera sosta e concateno per la gioia di Luca: un camino diedro da salire con passi atletici fino a giungere su terreno più facile ma chiuso da alberi sopra.. Boh, traverso a sinistra, scavalco un mugo ingombrante, sosto. Sarà corretto?
Mentre recupero i miei amici mi chiedo se sia corretta dopo sgusciare sulla destra e salire. Il traverso regala ai miei compagni una foto molto panoramica, non fosse che Marco ha appena rischiato la vita con un appiglio che gli è rimasto in mano. Poco più di una pinzatina,ma tremenda.
Vado a cercare se la via è corretta li dietro e pare lo sia: cordini lo indicano, e altra scelta non c'era visto che altrove la vegetazione sbarra la strada. Facile ma bella esposizione, sotto di me il vuoto.
Ora la strada da prendere pare degna di un giardiniere: divincolarsi in mezzo a mughi e terra alla ricerca di un po' di roccia, per poi uscire al sole (yuppi!) e camminare verso la sosta con la corda che tira da matti in mezzo ai rami e incastrata nelle rocce.
Firmiamo un libro di vetta sconsolati dall'orario: tre schegge! Che poi nemmeno troppo lenti, più che altro abbiamo attaccato tardi perchè ci siamo mezzi persi. L'idea era quella di continuare con la cavalcata del Kora, ma visto il terzo paletto pare improbabile. E pensare che chi ha messo il paletto è li che dice "Ma magari.. Potremmo..".
Nicola inizia a scendere, ma poi trova un salto e allora attrezziamo una doppia. Quando arriva bene sopra il salto vede che è tutto gradinato.. Quando arrivo giù io, il Maestro ha già attrezzato un'altra doppia, ma io vorrei almeno andarlo a vedere l'attacco della prossima guiglia. E così scopro che salendo c'è poi il sentiero che scende: la doppia non serve e tocca tornare indietro a prendere la corda. Chi mai ci andrà? Io.
Torno dai miei compari e li trovo col naso all'insu e Nicola che "Ma magari un tiro potremmo farlo e poi ci caliamo". Nicola, ma porca miseria, ma te ce l'hai nel DNA di metterti nei guai: il primo inconveniente che troviamo finisce che rientri in ritardo! Metti che la prima sosta fa cagare e non è idonea a fare doppie?!
Come due badanti che devono frenare un vecchio che si illude di avere le energie (il tempo dai..) di fare certe cose, placchiamo Nicola e lo obblighiamo a scendere. Voglia ce ne sarebbe, e lo si capisce da quante soste facciamo a guardare le pareti e possibili linee..ma non oggi suvvia.
Un buon terzo tempo a Malga Cornetto (NB: la birra media è da 0,3, un'onta) e con molta calma torniamo a casa. Molta. Troppa. Ma sta a vedere che Nicola nonostante siamo scesi con quasi 2h di anticipo riesce a fare la frittata. "Ragazzi facciamo questa strada per rientrare che è più bella!" e così si perde, sale troppo, vaghiamo. La frittata la vuole proprio fare..

Qui altre foto.
Qui relazione.
Qui report.

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