domenica 25 agosto 2019

Weekend Plaisir a Passo Falzarego

l weekend che non ti aspetti: eccolo qui. Tende quasi all'improbabile vista la location (non sono proprio le zone dolomitiche più vicino a noi) e un pochetto anche per la compagnia: fermi tutti, che nessuno se la prenda, compagnia piacevolissima! Meglio dire "compagnia inusuale".
Inoltre, tutto è nato in un momento in cui avevo la testa completamente altrove, alla LUT in particolare, e non ero molto in grado di intendere e di volere sui progetti futuri. Per fortuna che Stefania organizzò tutto a mia pseudo insaputa e mi ritrovai e ritrovo a programmi già fatti. Che quando sono fatti bene non è mica un dispiacere, anzi!
Proprio la lontananza da casa obbliga a una partenza al venerdì dopo pranzo, e meno male, così alla sera riusciamo a cenare con Claudia, Emanuela e Luciano che sono già al loro secondo giorno di vacanza dolomitica arrampicatoria. Una cena in allegria, la torta fatta dalle manine di Cristina (assente per convalescenza) con candelina accesa, una camomilla digestiva da buoni anzianotti e poi via a letto pronti e carichi per domani!
Colazione abbondante come se dovessimo andare ad affrontare la sud della Marmolada, e invece in programma abbiamo la più tranquilla Piramide al Col dei Bos, in particolare il suo Spigolo Alpini. Un itinerario che dovrebbe conciliare le capacità e le voglie di tutti. A raggiungerci al parcheggio anche Anna e Fabio, che alloggiano in un'altra struttura. E in mezzo ad altre risate tutti in partenza per l'avvicinamento da Strobel.
Non si vede ancora tantissima gente in giro, e lungo la nostra via saremo da soli: ma le torri di Falzarego le vedremo brulicare di cordate a qualsiasi ora e su qualsiasi itinerario. In breve, come voleva qualcuno, arriviamo nei pressi dell'attacco, ma solo dopo aver sorriso di piccole marmotte che ai ruderi dell'ospedale militare si fanno ammirare in tutta la loro goffagine e chipposità.
Ora invece si parte a fare sul serio. Serio ma non troppo. Parto io, assicurato dalla mia compagna di cordata Stefania, seguiranno Fabio assicurato da Anna con la corda di Luciano (le loro sono bagnate fradice dal temporale di ieri) e a seguire la triade di Falzarego capitanata da Emanuela per i primi tre tiri, e a seguire Claudia per i successivi 3 e Luciano per gli ultimi.
Certo per farsi più risate e stare in compagnia, l'ideale sarebbe stato essere sempre a vista o almeno a udito, ma purtroppo un meteo birichino e la normale differenza di velocità tra cordate da due e da tre non ci ha permesso tutto ciò. L'occasione vuole anche far riprendere a Stefania l'arrampicata in ambiente, che per un motivo o per l'altro non pratica da un bel po'. E la ragazza ne uscirà ben vittoriosa visto che conduciamo tutta la salita in alternata perfetta.
La via è piuttosto plaisir come difficoltà e pure come soste, tutte con anello cementato. Però è molto da attrezzare per il resto delle protezioni, e a volte un po' da cercare, ignorando gli spit delle vie a fianco che la incrociano. A renderla un po' meno Plaisir è la qualità della roccia non sempre ottima ma comunque almeno buona, e qualche goccia d'acqua durante l'ascensione con la vista di grossi nuvoloni non molto distanti che mette un po' di pepe al c***.
Un altro po' di pepe li mette a Stefania quegli unici 4 m di spigolo del quinto tiro, facili ma molto esposti. E nell'immediato che segue, lo mette a me il passaggio più duro della via, per nulla banale e bello dritto. Noi ormai proseguiamo la nostra salita avendo perso di vista gli altri, ma la mia compagna non mi fa certo sentire da solo!
Il penultimo tiro è quello forse più continuo e divertente. All'ultimo ci attende un altro passaggio dei tre più difficili della via, che Stefania decide coraggiosamente di affrontare e sul quale si esalta al punto tale da farsi scattare una foto con le dita a V di vittoria.
Arriviamo in cima alla piramide giusto a pochi metri dalla ferrata, quella sulla quale temevo che Stefania scappasse nell'ultimo nell'ultimo tiro, e per la quale le tiravo la corda tenendola guinzaglio corto. Dopo inspiegabili minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia che stavano tenendo ultimamente, arrivano anche Anna e Fabio. Intanto le nuvole che mi hanno fatto telare nelle ultime ore vanno e vengono oscurando le torri di Falzarego e anche tutto il panorama intorno.
Anna e Stefania iniziano a scendere mentre io e Fabio aspettiamo gli altri tre. Non è comodissima la cima di questa piramide, ma con il mio savoir faire riesco comunque a cacciarci un pisolino. Nel durante mi sto perdendo le epiche scene di Stefania in discesa in ferrata, scene che ad Anna rimarranno impresse nei secoli dei secoli. Mi sveglio dal pisolino, con la gola pure un po' secca come se avessi russato, mi affaccio verso la via ed ecco che si vede il casco di Luciano.
Aiutiamo il trio nelle manovre per sciogliere la cordata in modo da poter scendere il prima possibile, che qua il meteo non si sta mettendo bene. Un immancabile nuova foto di vetta, una telefonata di Anna che ci riferisce che stanno finendo la ferrata (con Stefania impiccata nell'ultimo tratto e che in sottofondo dice ""non scendete per la ferrata!"), ed ecco che ci apprestiamo a scendere per la ferrata pure noi.
Ferrata non proprio comodissima da percorrere in discesa ma d'altronde andare a prendere il sentiero sarebbe stato ancora più lungo e quindi con più probabilità di prendersi il temporale. Oltre al fatto che anche gente che si vedeva scendere per di là non sembrava trotterellare tranquillamente come su un prato. Qualche tratto in leggero strapiombo, un set da ferrata improvvisato con il cordone di sosta, e quando inizia a sentirsi qualche tuono la mia pacata, dolce e gentile vocina che agli altri dice "Dai ragazzi, adesso cerchiamo però di aumentare un po' il passo!"
Gli ultimi 20-25 metri piuttosto atletici consigliano di fare una doppia, c'è pure l'anello! Ripercorrendo a ritroso il sentiero di andata raggiungiamo Anna e Stefania da Strobel, dove le troviamo sedute, con davanti sia un bicchiere e che un piatto completamente vuoti. Ora però tocca a noi rifocillarci! Una partita a racchettoni con la palla che si perde, una lunga caccia al tesoro per ritrovarla, e mentre Claudia, Emanuela, Luciano e Stefania se ne vanno verso il nostro nido di stasera, io mi cambio e seguo il sentiero per approfittarne e fare una corsetta a raggiungere i miei compagni di avventura. Rientro giusto in tempo per fare la doccia e la cena è servita: domani un altro giorno!
È vero che un carro di buoi tira, ma anche vedere l'alba in cima al Sass de Stria.. Sveglia alle 5:15, e alle 6 (solo quando il gestore mi vieni ad aprire la porta, che altrimenti è sempre chiusa a chiave di notte, alla faccia dell'uscita di emergenza) me ne esco per una corsetta mattutina: cercando di districarmi tra sentieri e trincee, dopo qualche tratto nei cunicoli di guerra, arrivo in cima poco prima delle 6:30. Niente alba per nuvole all'orizzonte ma panorama stupendo. Qualche foto e poi via di corsa per doccia e abbondante colazione!
Il secondo impegno della giornata è invece una via di arrampicata, oggi più corta in modo da potersi gestire meglio il rientro a casa. Voglio però portare Stefania sulla superlativa roccia del Lagazuoi, e tutti insieme optiamo per la via Giordano al Trapezio. Potevo temerlo, ma non credevo che questa zona fosse così trafficata.. E invece già dal parcheggio notiamo gente già a metà via, altra in avvicinamento, altra alla base che aspetta il proprio turno. Noi stessi arriviamo e dobbiamo aspettare una cordata che abbiamo davanti, e dopo di noi ne arrivano altri tre ad aspettare il loro turno.
Le cordate sono le stesse di ieri, ma oggi facciamo partire prima Anna e Fabio così ci mostrano loro il percorso e noi dobbiamo fare meno fatica. Interessante lo strapiombo di terzo grado sul primo tiro, ma la verticalità della via viene resa piacevole dalla qualità superlativa della roccia, quasi al livello delle Pale di San Martino.
Anche oggi procediamo in alternata, e la maledetta mi fregherà pure il tiro chiave della via. Anna intanto sul secondo tiro se ne va a farfalle trasformando 33 metri di tiro in uno da 65 (meno male che usano la corda intera di Luciano). Stefania invece trotta alla ricerca della vera seconda sosta, ma senza trovare quella della relazione. Io poi mi ricongiungo con la sosta di Anna.
Intanto sotto di noi Emanuela prosegue nella sua scalata, ma anche lei sulla seconda sosta si trova in crisi e arriva al limite delle corde improvvisandone una appena sotto di noi. Ora ci sarebbe il tiro chiave, che di solito tocca a me quando arrampico con Stefania. Ed ero sicuro che anche oggi sarebbe andata così. Invece lei mi guarda sorniona e mi fa "Vabbè parto io". Sale sulle orme di Fabio seguito da Anna. Lenta ma inesorabile fino a darmi i segnali di mollare tutto.
La parete si affolla sempre di più con le cordate dietro di noi che si accavallano l'un l'altra. Speriamo non si diano troppo fastidio tra loro. Raggiunta Stefania, Anna è già partita: Fabio ancora in sosta, ma dato tutto il trambusto sotto di noi preferisco partire senza aspettare che la via sia libera dalla corda rosa di Luciano. Tiro unico di 50 metri per arrivare alla fine della via, non difficile ma tutto bello verticale, e con una sosta un po' improvvisata su un gigante masso erratico appoggiato sulla cengia.
Ecco che arriva Fabio. Ecco che arriva Stefania. Ecco che arrivano i nuvoloni. Salgono altre due cordate prima di poter scorgere Luciano e in seguito che Emanuela e Claudia. Nel mentre la discesa è sempre più intasata da cordate che escono anche dalle altre vie del Trapezio, ma per fortuna quando siamo finalmente pronti per scendere tutti insieme, la via si presenta abbastanza libera.
Prima di scendere però, da quando arriviamo sulla cengia e fino all' arrivo dell'ultima nostra cordata, una bella perculata continua da parte di Anna e Stefania non me la leva nessuno, per giunta udita anche dalle altre persone che affollano o passano per la cengia di uscita. Finalmente possiamo scendere con la prima corda doppia da 35m.
Mannaggia speriamo di non pigliare l'acqua! Man mano che scendiamo i tuoni si fanno sempre più presenti, e il cielo sempre più minaccioso. All'albergo Sass de Stria piove già abbondantemente così come in tantissimi altri luoghi non troppo lontani da noi! Almeno arrivare sul sentiero.. L'ombrello si apre, ma per poca roba.

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