Che sarebbe
stata una giornata dalle due facce, lo si sapeva dalla lista dei convocati: io,
Giorgio, Stefania, Roberto, rigorosamente indicati in ordine di cordata, della
serie "cordata da soma" e "cordata somara". Prima conferma
della giornata dalle due facce il "ho lasciato il casco in macchina"
frase pronunciata dal solito sbadato Roberto quando "quella" macchina
era ormai a 150km. Seconda conferma della giornata dalle due facce il meteo che
invece che esser di pieno sole lo troviamo inizialmente velato e ventoso. Terza
conferma della giornata dalle due facce..la cordata da soma 3 vie, la cordata
somara..mistero.
Tanta voglia
di arrampicare, di arrampicare tanto. Meteo freddo, ma il Lago di garda regala
sempre belle temperature al sole. Peccato che il sole non c'è, anzi un bel
vento gelido! Arriviamo al parcheggio e io e Giorgio di prepariamo di tutto
punto, mentre Stefania e Roberto ci guardano nell'attesa di spostarsi per
negozi a comprare il casco per lo sbadatello..
L'idea è di
salire un paio di vie per arrivare all'attacco del Re del Lago, ringraziando il
mio amico che nonostante le abbia salite tutte (ma non se ne ricorda mezza) mi
porta a spasso a fare "riabilitazione". Passiamo all'attacco di una
serie di vie già prese d'assalto nonostante il clima, e sfogliandole arriviamo
a "Settimo Cielo": perchè no, daimo!
Un
messaggino ai due shopper e parte Giorgio. Mo vacca che freddo! Arriva in sosta
con le mani congelate, io gli faccio sicura coi guanti che è meglio! Mi
spaventa un po' la giornata di oggi, chissà se reggo con la mano messa così e
col fisico stanco da tutte le ore di Yoga di ieri.
Salgo,
tranquillo, cercando di stare tranquillo: l'importante è la testa, il fisico
seguirà! Lo raggiungo, e sotto un cielo sempre velato e un vento impetuoso, son
pronto per il secondo tiro, il chiave. Che cazz. Pace, confidiamo nei generosi
gradi ledresi e nella spittaura S0,5. Probabilmente aggirando un pochetto il
passaggio vero, ecco che supero il tutto e arrivo accaldato in sosta (tranne le
dita!). Dai sole!
La partenza
del terzo tiro è un po' da inventarsela, infatti la facciamo in due modi
diversi. La situazione si scalda, ma non è tepore come si sognerebbe. Il
panorama è notevole, col Baldo imbiancato ma non troppo. L'arrampicata
divertente e tranquillizzante vista la vicinanza delle protezioni. Un altro
tiro, e siamo fuori.
Via a
cercare la Regina del Lago! E subito sbagliamo: un'invitante traccia che sale
non ci porta da nessuna parte, o meglio a una serie di spit su una parete che
però non conosciamo e..meglio non rischiare. Torna indietro, sempre scarpette
ai piedi, prendi verso la discesa, ed ecco la salite vera per la falesia.
Tocca a me
partire? No, ma siccome L2 è più dura, parto io. E che cavolo, mica facile
nemmeno L1! Giorgio che patisce freddo sotto, io col cuore a mille a cercare di
salire. Un po' mi impegno a tentare i passaggi, ma uno proprio non mi viene (la
pinzata con la mano destra adesso..non viene) e allora, ciccia, azzero e via.
Se è così il primo tiro.. Infatti dalla sosta vedo che L2 tira..ma spit vicini
tra loro.
Il mio amico
sale con nonchalanse o come si scrive, e parte per il secondo tiro,
descrivendomelo fin dall'inizio "uno specchio": paura vera. ma è in
forma il ragazzo, mica come me che son brocco! Mi dice che non c'è da pensarci
troppo e salire, io che i suoi primi passi li ho visti pensando "mi cade
addosso". Quando tocca a me, altro azzero: tutto quel luccicare non mi
piace.. E nemmeno la cengia sotto le mie caviglie.
Non faccio
in tempo a dirgli "Gio, dopo la caduta alla Baldo-Groaz, mi serve un po' di tempo er far pace e
fidarmi dell'aderenza" e lui "ah ma adesso ci fai pace, guarda cosa
t'aspetta". Un bel traverso con prese rovesce per le mani. va bene tutto,
ma il primo piede così aperto e così levigato.. Non voglio farci notte, altro
aiutino e via. Il resto poi non è banale ma lo supero in libera. La relazione
dice "bel panorama", ma chi lo guarda?! Io cerco appigli e appoggi!
Un ultimo
facile tiro e siamo fuori. Ora alla ricerca del Re del Lago, ma meglio cambiare
le scarpe stavolta, che c'è da camminare alla ricerca della corona sulla
roccia! Ed eccola, in un posto piuttosto scomodo: ma diamo atto agli apritori
di aver cercato un bel po' come fare una nuova via! La musica cambia, fine
dello sportivo.
Tocca a me,
parto io. Sempre ventoso, ma sempre più calduccio, finchè dura. Bella roccia e
difficoltà non più regalata (vabbeh, forse nemmeno prima, ma Ledro è famoso per
regalare). Tiro dritto e piacevole, andale!
Il secondo
tiro finisce prestissimo, cavolo a saperlo potevo concatenare. ma d'altronde se
uno non guarda la relazione ma si fida di quello che l'ha già fatta e non si
ricorda una fava, o del fatto che "si vedrà ben qualcosa", non può
lamentarsi. Altro pezzettino di trasferimento ma con scarpette essendo breve.
Il tiro che
Giorgio si ricorda come bello. E in effetti bellino anche questo: roba facile
che finisce su una bella fessura strapiombante che ci metto un po' per capire
come passare. E intanto da sopra delle voci..di gente che si cala: ma aspettate
un attimo che salga cavolo..
Passeggiatina
ed eccocci alla base del proseguo: mo vacca che strapiombo! Però si vede già
una bella manetta dai.. E infatti il mio amico sale bene, mi tranquillizza la
cosa: meno tranquillo quel frigorifero appoggiato alla parete sul quale vanno
comunque messi i piedi.. Quando tocca a me però (che a detta del ganzo in
strapiombo me la cavo meglio di lui) capisco che non è così banale il
passaggio.
"bastardo,
ti becchi te il tiro chiave" "Beh ma Giorgino, te l'hai già fatta,
non ti ricordavi?!". Tiro talmente chiave, che ringraziamo il cordino nel
chiodo: anche il mio compare ammette di aver fatto numeri da circo per passare
da secondo! Io supero il duro, poi però..dove va la via? Boh, io salgo, ma
quanto salgo?! Qui è facile, ma non c'è nulla. Ah un cordone, la cengia (?!)
Cervasoni. E il sole da un po' dietro una nuvola e noi a gelare..
Un'occhiata
alla relazione, ok sarà per di la. Part eil mio amico, e trova quello che non
vedevo. Un po' a destra, un po' su, a sinistra, ed eccolo alla fine della via.
Lo raggiungo, un freddo cane, e forse è pure tardi: ci dispiace per chi ci
aspetta, ma conoscendoli confido che siano già da un bel pezzo al bar, e non al
parcheggio ad aspettare nostre notizie. Infatti.
Una firmetta
sul libro di via, cambio abiti, scarpe, guanti(!), Mars, messaggio e via. Cima
Capi troppo lontana (saranno 15minuti, sarebbe stato bello chiudere l'anellocome fatto a giugno, ma
troppo rischio di far buio e che ci aspettino Ste e Rob). In discesa sulla
ferrata dopo aver mandato messaggio agli amici "tra un ora e mezzo saremo
giù, arriviamo a Biacesa).
Un'oretta
che diventa mezzora: si corre in discesa! Ripetutamente segnalo al mio amico
che magari sarebbe meglio avvisare gli altri due, altrimenti gigioneggiano fino
a tardi allo Stube a Riva el Garda: ma lui no. Alla vista del cartello
"Biacesa 20min" guardo Gio e gli dico "ci metteremo 10min"
"E perchè?!" "vedrai". Infatti. Passato il paese ci
mettiamo sullo stradone alla ricerca di un bello spiazzo dove picnicare quando
arriverà l'ammiraglia: il posto di atterraggio dell' elicottero è perfetto!
Ben presto
arrivano anche Stefania e Roberto, visibilmente già in bibita: saranno comunque
di compagnia anche allo stappare del Lambrusco e dell abbuffata di panini e
tigelle. E tra mille risate sulle due giornate diametralmente opposte, una
domanda continua a ribollire nella Ste (che non perde comunque occasione di
esternarla): "Gio, ma che ti ha fato Pelle per averti reso così allegro?
Sei più simpatico del solito!"
Qui altre
foto.
Qui report.
Qui relazione
della Regina del Lago.
Qui relazione
del Re del Lago.
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