sabato 24 febbraio 2018

Ravanate febbrili: Tristenbach

Siamo alla terza, ma forse la seconda. Terrordactyl ero convalescente, La Piccola ero proprio uno straccio, oggi..non parto certo bene e continuo peggio. Salire una cascata da malati (in senso fisico, non mentale) è proprio..da malati: ma che ci vuoi fare, ormai eravamo li..
Ma potevamo anche non esserci. Al parcheggio della nostra amata pianura, dopo aver caricato tutta l'auto, Tommaso in tutta la sua euforia ha un sussulto "Ho dimenticato gli scarponi a casa", casa che vuol dire 45min di macchina nella direzione opposta alla meta. Se Giorgio sentisse, gli verrebbe un infarto, visto che oggi fanno cordata insieme. Ma prima che il mio amico possa morire di crepacuore, trovo la soluzione "Tommy che numero porti?" "45" "Bene, andiamo a prendere l'altro mio paio di scarponi".
Dormo tutto il viaggio sperando di ribeccarmi, invano. Colazione con una sola misera pasta, non è da me. Ma giunti a Riva di Tures, di nuovo dopo lo scorso weekend, mi ringalluzisco: anche Federico è carico, oggi che è la sua prima cascata, la sua "giornata di terrore". Ci incamminiamo, e giunti alla separazione delle due coppie (io e Federico andiamo a fare Tristenbach,Giorgio e Tommaso vanno per Ursprung), nuovo sussulto di Tommaso "Azz, non ho preso la corda in macchina". Lo sguardo di Giorgio tradisce la disperazione..
Beh noi andiamo, e ben presto arriviamo in vista del nostro flusso, per poi tornare indietro qualche passo e risalire la sinistra orografica del ruscello, non la destra. Solo due scialpinisti davanti a noi, che devono aver sbagliato strada: davvero positivo essere i primi ad attaccare la cascata, e fino alla fine non aver nessuno sopra la testa!
Parto per il primo tiro, facile ma iperestetico. Già la sosta è in una location magica, riparata dal tiro, sotto quasi un grottino. Il tiro poi è quasi incassato tra le pareti scavate dal torrente. Il ghiaccio non è bellissimo, ma su queste pendenza non da problemi. La mia tosse invece..accidenti a lei
Giunto fuori dalle "difficoltà", mi pare troppo lontano il muro del secondo tiro per pensare di proseguire; considerando poi che Federico è alla sua prima esperienza..mi sembra stupido fargli fare già un tiro in conserva! Sosto sugli spit mentre studio dove passare sul tiro chiave: Fede mi raggiunge e lo lascio scorrere verso la base di L2.
Sosta su ghiaccio e via andare. Primi metri già al cardiopalma: sarà perchè il ghiaccio non è così buono, sarà per la crepa dove scorre l'acqua poco distante dai miei piedi, sarà per la mia salute, sarà perchè è la prima cascata della stagione, sarà perchè sono una schiappa..non mi pare così banale questa partenza!
Poi si addolcisce un po' la pendenza, e posso godermi la salita..fino al prossimo bruciore di gola. E fino a quella zona dalle conformazioni strane.. Sulla sinistra un tunnel nel ghiaccio dovuto allo scioglimento di una candela potrebbe portare alla sosta a spit a sinistra, ma ricordo due a destra. Continuo quindi a salire, trovandomi a fare strani passi per essere un 3+, abbracciare colonne, e toh, la sosta bella nettamente a dx! Non posso traversare su roccia, salgo e sosto su ghiaccio..con kevlar..brrr (la mia sosta dinamica è rimasta sotto!).
Recupero Federico, che intanto parte con un bello scivolone, dopo di chè lo sento ben più chiacchierone del solito: con se stesso tra l'altro. Come si dice, "sta cagando la romella"! Ma non ci mette molto a raggiungermi in sosta e accorgersi quanto può esser scomoda una sosta su ghiaccio.
Riparto per un altro tiro facile ma estetico. Ghiaccio un po' esile, ma la spaccata a diedro è assicurata. Raggiungo ben presto la sosta con spit e catena da cui l'altravolta il capo Nikobeta impose le calate in corda doppia. Io oggi invece vorrei continuare  a vedere cosa c'è oltre, visto che qualcosa dovrebbe esserci. Qualcosa che a vedere la neve, nessuno ha tracciato però.
Tracce escono su misto facile a sinistra, io vado ad attraversare guardingo quella lastra di ghiaccio sotto la quale si vede l'acqua, per poi fiondarmi sul rampone nevoso..mezzo metro di farina. Parte la ravanata. Nuotando nella neve esco dal canyon e mi ritrovo a fluttuare su un tappeto bianco fino al caratteristico albero di traverso. Meglio far sosta.
Riparto, e altra nuotata nella neve, a tracciare tutto: prima in piano, poi in traverso per non cadere nel letto del torrente, che non si sa mai.. Ma porco cane se è dura star su. Quel muretto di ghiaccio però chiama, andiamo a vedere com'è. Raggiungerlo è arduo: la spiccozzata che scalfisce il ghiaccio (marcio) è un toccasana per dei piedi sul vuoto.
Impiegherò un tempo infinito per superare questi pochi metri di ghiaccio (brutto) intrisi di neve (brutta) e che terminano con un metro di farina a 80°. Io una ravanata così difficile e (perchè non dirlo) rischiosa, non la ricordo. Le picche che seppur scavano trincee di quasi un metro, non trovano nulla sotto a cui aggrapparsi. I piedi che devono salire di un metro per poi scendere di 90cm. Ma chi me l'ha fatto fare?! E giù tosse.
Fuori dalla parte ripida, per raggiungere un albero cui far una bella sosta devo ancora salire decine di metri. Tracciare decine di metri. Finalmente posso recuperare Federico, che ha vita ben più facile con le orme già presenti e la corda dall'alto.
Per raggiungere il sentiero tocca tracciare ancora un centinaio abbondante di passi: alle 10e30 eravamo alla terza sosta, dopo due ore siamo sul sentiero..per scalare 10m di ghiaccio..brutto. Ma adesso al sole, sudati, possiamo goderci panino e mars, e giornata. Ziocca sudati, io se non sono già malato, mi ammalo.
Ora di scendere, andiamo ad Angerer a trovare la Monia. Ma già scendendo ci rendiamo conto che fa un caldo assassino (e di vede che non sto bene, normalmente sarei già in topless con queste condizioni!): arrivati alla falesia ci accoglie il crollo di un lavandino. Da solo, senza che nessuno lo abbia sollecitato col suo peso.
Due chiacchiere con la Regina del Ghiaccio, e torniamo alla macchina ad aspettare i due sfortunati che scendano da Ursprung. Dai muovetevi.. Il sole tramonta presto e tocca rifugiarsi dentro a Saege. Un miraggio dalla finestra, arrivano! Cambiamoci, birra ad Angerer e a casa! E domani..a letto con la febbre!

Qui altre foto.
Qui e quireport.

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