La tre
giorni di trail la concludo così. Scendendo verso valle, verso
"casa", in modo da avere meno strada da fare per il rientro. Un'altra
gara (la Stavaskyrace) di cui mi ha parlato bene Luca, e che a casa mi sono scaricato: peccato però
che ho scaricato il percorso "vecchio", non certo quello degli ultimi due anni. E infatti
noterò in vari punti come le indicazioni dei cartelli non tornino per nulla con
quello che mi dica la mia mappa. Ma vabbeh, mica devo vincere delle coppe.
Parto dal
centro di Tesero, dopo aver studiato ieri sera la partenza vado a colpo sicuro
a imboccare il sentiero di salita al Cornon. Beh, che dire, il più duro
vertical che abbia mai fatto credo. In 5,5km si percorrono 1200m di D+, con
tratti dove si usano anche le mani per superare (facili) gradini di roccia. Mi
sembra di metterci un'eternità, e invece in 1h40min sono alla croce del Cornon,
che già da ieri ammiravo da basso.
Panorama a
360°, i camosci che ho spodestato dalla cima, e ancora nessuna nuvola. Sembra
che io abbia la nuvolafobia, ma dato il meteo instabile e la pelle rischiatasul tracciato del Kima...ora
ci sto molto attento! Parto conscio che devo stare attento ai prossimi bivi: il
primo lo prendo giusto, continuo a correre in discesa, anche il secondo ok, ma
il terzo (coi cartelli che invece che esser alla mia altezza sono 3m più su) lo
sbaglio di netto.
"Strano
che sto salendo" penso, ma solo dopo 1km e delle salita mi accorgo che ho
sbagliato. Che palle, ma non mi demoralizzo, ho del tempo davanti, posso
tornare indietro e prendere la strada corretta. Notando che il cartello che
indica "Casera vecia" c'era, dall'altra parte del paletto. E via per
il bosco a correre liberamente, sperando il ginocchio si sia ben ripreso dopo la caduta, e che
entrambi non siano troppo traumatizzati da tutti i km percorsi in questi
giorni.
Bosco
fresco, nessuno in giro, la risalita che mi fa sbucare al sole. E in mezzo alle
vacche. Vai di cresta ora puntando al Monte Agnello, ma prima un intermezzo a
una Baita: famissima che cerco di placare, ma qui ci vorrebbe un piatto di
pasta, non ste cavolo di barrette. Per prati proseguo, mi dispiaccio nel
constatare che la mia meta, la mia cima, è piuttosto triste: un'antenna.
Mi
dispiaccio pure nel notare come ci sia arrivato al tempo limite del cancello
previsto: ok che ho percorso 2km in più, ma cavolo che gara dura! Metto via i
bastoncini, la restante salita è poca mentre la discesa tanta. Metto i guanti
senza dita, per proteggere il palmo in caso di caduta.. E si scende!
Dal Rifugio Agnello breve risalita.
Ma scappo, il caos della civiltà ritrovata mi infastidisce, a me, bestia del
bosco. Si sale, ma per poco, e cerco di correre i tratti in piano: in vista
della prossima gara, mi sono imposto che devo adottare un'andatura al
risparmio, correre solo in discesa, ma a volte non resisto e..mollo le briglie.
L'ultima
salita, quella al Doss dei Branchi invece non me l'aspettavo. Ma sarà il caldo
e l'afa della vegetazione che me la fa pesare ulteriormente. Fatta questa però,
il pranzo e il rientro a casa si avvicinano sempre più! Discesa fino al passo
dove sono già transitato stamane subito dopo il Cornon, e da qui giù.
Giù insomma.
Discesa a volte tecnica, tante radici, sassi, tratti esposti e qualche
risalita. Pensare di essere all'auto alle 12 diventa impossibile: pace. Mi godo
la solitudine, la pace del bosco e la tranquillità del suo essere immobile,
mentre io mi dimeno per attraversarlo.
Giunto al
bivio che mi richiama a sinistra per andare verso Tesero, al sorpresa: mi
aspetta pure della salita. In breve il sentiero si trasforma in un single track
che taglia il bosco, stando quasi sempre al fresco dell'ombra. Taglia di netto
su pendii scoscesi, attraversa torrentelli che hanno distrutto il passaggio. E
qui, nonostante i più di 2000m di D+ sulle gambe e i quasi 20km già accumulati,
non riesco a frenare la voglia incontenibile di correre.
Correre,
spensierato, lasciare andare tutto, gambe e testa. Non pensare (ma
concentrarsi). Nella mente zero pensieri: i problemi, il lavoro, la vita, la
prossima gara, nulla. Solo correre correre correre quasi senza meta: in realtà
la meta c'è, ma molto più lontana di quello che credevo. Mi godo questo momento
dove il tempo si dilata.
Ritrovo il
bivio di stamane, quello che proseguiva sul vertical del Cornon: ormai ci siamo
quindi, il paese è lì. Quasi lì. Alla prima fontana immergo la testa a cercare
refrigerio, a risvegliarmi dal trans della corsa perchè adesso..c'è da tornare
alla vita di tutti i giorni. Non brutta eh, ma coi suoi problemi e le sue
complicazioni. Qui in montagna invece è tutto semplice: mangiare, dormire,
correre. And repeat.
Qui altre
foto.
Qui il
percorso.
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