sabato 19 gennaio 2019

Finalmente un po' di inverno: Lujanta e Pisciadù

Inverno vuol dire ghiaccio, neve, montagna. L'inverno vuol dire cascate di ghiaccio, freddi atroci patiti in sosta e ribollita delle mani dopo aver salito un tiro. Vuol dire svegliarsi presto e tante ore di macchina per raggiungere il parco giochi. E oggi, finalmente, è inverno.
Con Cristian e Giorgio imbocchiamo la A22 in direzione nord, uscita Bolzano per recarsi in Val Gardena. Solo al bar decidiamo la vera destinazione, che diventano le cascate di Colfosco "alta". Salire una bassa e poi tentare di concatenarsi anche la Exner.
Ci sorprende la quantità di neve fresca che troviamo, pochi centimetri mica dei metri, però abbastanza per rischiare di rovinare il ghiaccio. Ma soprattutto, per rendere molto meno piacevole e spensierato il viaggio in auto per salire a Passo Gardena e poi scendere. Tocca montare le catene e anche con quelle derapare un po'.
Come era logico aspettarsi, tra pisciadù e Lujanta hanno scelto Lujanta che è la più difficile delle due. È anche l'unica delle due che ho già salito anni fa, ma sono parecchio accomodante e non ho problemi a fare una salita due volte.
Il paesaggio è ovattato di bianco, il cielo nelle altre valli pare quasi sereno mentre invece sopra di noi foschia e ogni tanto un po' di nevischio. Sarà così per tutta la giornata. Una cordata ci precede, e questo sarà il primo dei ritardi che daranno una certa piega alla giornata.
Me la ricordo l'altra volta su Lujanta, breve ma intensa: me la ricordo una cascata difficile dove avevo sudato parecchio. Considerando questo fatto e considerando che mi sento arrugginito (negli ultimi due anni ho salito una cascata sola..), mi sa che lascerò tirare i due puledri standomene nelle retrovie da secondo.
Ricordo anche che per arrivare alla base del flusso occorre risalire un pendio ripido e con sotto il ghiaccio, e così è anche oggi. Mentre siamo lì ad aspettare il nostro turno di salita, ci raggiunge un'altra cordata di un corso. Nonostante al capocordata si dica che per salire nello spiazzo più in alto c'è del ghiaccio, lui ci sale comunque senza ramponi chiamando se anche gli altri due. E come era logico aspettarsi uno dei due scivola per dei metri, fortunatamente arrestandosi da solo. Lo richiama a se, il ragazzo ritenta, il capocordata gli porge un bastoncino per aiutarsi a salire, e così scivolano malamente entrambi ancora per dei metri. Boh, scene grottesche.
Giorgio può finalmente partire. Sia lui che Christian hanno lasciato lo zaino alla base come enorme stupore visto che se concatena amo anche la Elena Ciò vuol dire che non verranno ne mangeranno per ore e ore. Io col cavolo che gli do la mia razione K. Il mio amico stare bene e svelto, inizia a dubitare dei ricordi che avevo di una cascata così difficile. No che lui non sia bravo, anzi, però
Infatti sul primo tiro me la cavo bene senza grosse ghisate ne ramponi che scappano. C'è anche da dire che la cascata è ben lavorata dalle ripetizioni precedenti. La sosta viene eseguita su ghiaccio in quanto quella che doveva essere su roccia con due spit ne ha in realtà uno unito con un cordino a un chiodo e con dentro il cordino la piastrina dell'altro spit penzolante. Emoticon del teschio con le ossa incrociate dietro.
Cambio corde e parte Cristian. La cordata che abbiamo davanti concatena in due tiri al limite delle corde, ma soprattutto scaricando dei bei pezzi di ghiaccio là in alto. Visto quanto si era dimostrato delicato nella salita del primo tiro il ragazzo, di certo questo vuol dire che c'è del ghiaccio molto brutto.
In sosta si raggiunge il capocordata scivolone di prima. Io non sono di certo un accademico, ma la scelta della sua sosta e come comportarsi coi suoi secondi mi pare un pelino dubbia. Quando poi sento che uno dei suoi secondi lo canzona chiedendogli perché avesse messo giù soltanto una vite su tutto il primo tiro, allora alzo le mani. Il nostro titolato sale guardingo ma efficace. E quando tocca a noi sono di nuovo piacevolmente sorpreso di non cagare una romanella grossa, ma di salire piuttosto bene. Forse non sono così arrugginito.
Però non me la sento lo stesso di tirare da primo e lascio proseguire Cristian. Anche per far prima e non stare a girare corde, magari mela godo più avanti. Anche se sono già lì a fare i conti con gli orari per capire quali sono le speranze di poter concatenare anche la cascata in alto, anche in virtù del fatto che il ragazzo alla base di Lujanta ci ha detto che i primi 15 metri sono più duri del normale.
In effetti è uscito dal terzo tiro è piuttosto bruttina come ghiaccio, E infatti io e Giorgio cerchiamo di stare vicini ma appaiati in orizzontale piuttosto che in verticale e cercano di essere più delicato possibile per rispettare che ci sta sotto punto raggiungiamo Cristina la sosta su roccia, per poi sgattaiolare ancora in alto su neve ripida per vedervi proseguire verso la exner.
Mentre i ragazzotti fanno su le corse io inizio a salire nella neve fresca verso la Exner. C'è molta più neve di quella che si pensava, non che da tracciare sia durissimo ma i tempi si allungano già. Giunge anche il momento di districarsi tra i fitti mughi e con sgomitate coi pini se ne esce per vedere quanto ancora manca prima di poter ritoccare il ghiaccio.
Attendo i due e si apre il solito siparietto comico. Faccio due conti sugli orari e ne viene fuori che se tutto andasse bene forse torniamo nel punto in cui siamo adesso a bui. E già così non è che la cosa sia molto allegra. Se invece qualcosa andasse storto il buio lo prendiamo molto prima.  Cosa facciamo cosa non facciamo, andiamo non andiamo, nessuno vuole prendere la decisione. Ma evidentemente se non ci sono tutte queste spinte per continuare a salire si vede che un fondo di ragione le mie considerazioni lo hanno. Nessuno vuol decidere e allora dico io "andiamo giù a far Pisciadù".
Poco più su della sosta su rocce c'è una sosta su albero alla quale ci attacchiamo in attesa che la cordata che sta occupando la sosta su roccia per calarsi in doppia l'abbandoni. E così iniziamo già a perdere un po' di tempo. Almeno riusciamo con una sola calata ad arrivare alla prima sosta, dove potremmo sfruttare l'abalakov presente per calarsi. Sì certo, sfruttarlo ma mettendoci la cara vite di sicurezza, cosa che invece la cordata dello scivolone e sosta dubbia non fa con nostro enorme stupore. "La sicurezza prima di tutto", o quasi.
Altre cordate stanno salendo Lujanta, che noi cerchiamo di abbandonare velocemente per arrivare ai piedi di Pisciadu che sta giusto a fianco. Qui ci troviamo uno zaino all'attacco ma nessuna cordata che sta salendo, almeno alla nostra vista. Sentendomi rincuorato da come è andata prima, parto io.
Il tiro abbastanza banale, presenta solo un murettino di qualche metro che però risulta estremamente delicato per lo scarso spessore del ghiaccio e l'acqua che si vede scorrere sotto a frotte. Poi con facili camminamenti arrivo alla base del muro del secondo tiro, questo ben più imponente
La matematica non è un'opinione e lascio quindi il secondo tiro a Giorgio. Il muro sembrava parecchio imponente, ma alla fine forse è più appoggiato di quel che sembra. Anche se è molto meno lavorato di lujanta e quindi tocca spicozzare e ramponare bene senza sperare in agganci e appoggi.

Arriva una cordata i tedeschi inizia la salita mentre ancora io e Cristian siamo alla base del tiro. Almeno sale una linea tutta a destra, non fosse che però l'uscita è in comune. Diviene in comune anche l'ultima vite piazzata Giorgio.
E manca l'ultimo tiro. Secondo la matematica Christian ha fatto due tiri, Giorgio ho fatto due tiri, io ho fatto un tiro: toccherebbe a me. Solo che già quando abbiamo attaccato Pisciadù qualcuno aveva già detto "Facciamo un tiro a testa", e quel qualcuno adesso lo ribadisce. Vabbè, pace, lasciamo andare il cavallo pazzo.
Nonostante la non verticalità, e nonostante gli abbia prestato le mie picche, Cristian non prosegue sveltissimo segno che il ghiaccio non deve essere di ottima qualità. Parte poi anche il tedesco, sempre sulla destra, ma si vede palesemente che è cotto e che sale un po' con la forza della disperazione. Non che io sia un pro, però almeno dei resting su una vite e non gli ho mai fatti.
Io il mio amico iniziamo ad arrampicare correndo contro il tempo per non doversi metter la frontale, cosa che però saremo costretti a fare appena aggiunti in sosta. Sosta strettina, ci siamo noi la cordata di tedeschi e un'altra cordata che è appena scesa dalla exner. Foto di giornata senza flasch per batteria stremata dal freddo.
La calata da una cascata a buio mi mancava. Peccato per la foschia altrimenti la luna potrebbe indicarci un po' la via. Siamo l'ultima accordata a calarsi, e per fortuna almeno tutto fila liscio, con due doppie siamo di nuovo alla base affamati da poter dividere il Mars, e assetati.
Rientriamo comodamente per il bosco e le piste, sperando che un gatto delle nevi non ci investa malamente. Peccato solo che nella conta del materiale risulta persa una delle mie viti, tra l'altro una delle spade (22cm). La giornata è stata comunque piacevolissima, senza patire troppo freddo, e senza nemmeno partire troppa ruggine. Ora c'è solo da rimanere svegli per rientrare a casa

Qui altre foto.
Qui e qui report di Lujanta.
Qui report di Pisciadu.
Qui la guida.

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