sabato 13 aprile 2019

Ma 'ndo Vajo?! Ravanar m'è dolce in questa nebbia (AG1 2019)

Driiiin! Suona la sveglia! Che cacchio di ore sono? Le 3:20. Mado' son solo tre ore che sono a letto, che sonno, ma 'ndo vado? Ah già, c'è l'uscita del Corso AG1 2019 del CAI di Carpi. Mi aspetta una bella giornata su neve ripida, a ramponare e vedere panorami mozzafiato: no, ferma sono sveglio e sto comunque sognando.
Le previsioni meteo non sono pessime, ma brutte. Anche le condizioni della neve non sono pessime, ma brutte. Per questo l'uscita da due giorni si è trasformata in un giorno singolo con destinazione Carega. Almeno lì le previsioni danno solo nuvoloso e addirittura qualche schiarita, e di neve non ne ha fatta tanta, e qualcosa mi dicono si dovrebbe riuscire a fare.
Invece a Recoaro piove. A colazione ce la prendiamo con calma che tanto il sole non ci corre certo dietro a scaldarci le rocce. Arriviamo a Campogrosso in mezzo alle nuvole e con una leggera pioggerella (o umidità al 100%). Vabbè ora che siamo qui, incamminiamoci e vediamo cosa riusciamo a fare, mal che vada ci ammazzeremo di didattica.
Il sentiero Dovrebbe essere lo stesso di due settimane fa, ma il suo aspetto è parecchio diverso dalle nuove condizioni, oltre al fatto che non riusciamo a vedere nulla. Un camoscio in mezzo a due campanili ci da il benvenuto in un parco giochi che oggi ha un aspetto più da Silent Hill. Ramponi ai piedi e proseguiamo sul sentiero 157, costretti ad attraversare varie valanghe e con una neve pessima: bagnata, pesante, per nulla trasformata.
Mi giro verso AnnaM che come me ha già salito il Vajo del Cengio, quello che vorremmo salire oggi, e le domando "ma non siamo già troppo avanti?" e lei "ma non lo so, forse" e io "Beh più o meno sì, perché il Pra degli Angeli l'abbiamo già passato": si vede tantissimo, ma 'ndo siamo?! Arrivati in prossimità della Guglia Berti è appena appena visibile il suo zoccolo: proviamo a salire traversando leggermente verso sinistra. Diventa sempre più lampante che oggi non saliremo nulla: la neve è davvero pessima e per nulla trasformata nemmeno dentro i corridoi di valanga. Sì affonda una spanna minimo.
Salendo ci si rende pure conto che la nuova nevicata è scesa sul secco su parecchi tratti, visto che poi la valanga ha portato via tutto facendo affiorare la ghiaia. Arriviamo nei pressi del Vajo delle Frane e ci ritroviamo a dover scavalcare un dosso dove l'accumulo nevoso fa affondare fino al ginocchio e anche oltre. FrancescoB che è passato avanti se ne accorge bene.
Ricompattato il gruppo ai piedi della fascia rocciosa a sinistra della quale ci si imbocca nel Vajo del Cengio, la situazione è che continua a non vedersi a più di 30 metri (e forse pure meno), la neve fa cagare, non c'è traccia e sono pure già quasi le 9:00. "Ragazzi voi cosa fareste?" "Ma io andrei" "A me veramente non piacciono molto queste condizioni, mi sembra pure un po' pericoloso": se ne discute un po' finchè non si decreta che "No ragazzi, andiamo giù perché è troppo tardi, le condizioni sono brutte e non ci godremo una fava perché la giornata fa cagare. Andiamo a fare un po' di didattica". Ma 'ndo vajo? Giù!
Accidenti, va bene brutto per brutto ma non pensavo così brutto: le previsioni davano un po' di schiarite al mattino e pensavo che viste le temperature dei giorni precedenti la neve fosse trasformata. Quando si dice "tutti finocchi col culo degli altri": Luciano e AndreaG provano a tracciare qualche passo nel vajo e resisi conto che si affonda fin oltre al ginocchio e la fatica annessa, esclamano "Sì sì meglio andare giù".
Tornando indietro sui nostri passi scendiamo fino quasi al sentiero, per poi risalire per pestare bene il pendio e prepararlo all'esercitazione di ricerca travolti in valanga. Prima di questa, alla base della Guglia Berti, tento invano di mostrare quanto tenga un fungo di neve, che invece proprio non ne vuol sapere di reggere: la neve è bruttissima e in mezzo ci sono strati talmente deboli che corda e giacca la tagliano come se fosse il tonno Rio Mare con un grissino.
L'esercitazione di ricerca in valanga va invece meglio, non fosse che un travolto viene trovato dopo 19 minuti punto. Infine una bella truna dentro la quale tentare di percepire quanto si stia comodi e ci si possa addormentare anche ore. Beh dai almeno si è fatta giornata adesso non resta che spingere con bicipite e falangi su boccale e forchetta: annamo ar rifuggio!

Qui altre foto.
Qui la guida del guru dei Vaji del Carega.

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