giovedì 6 agosto 2015

VD2015, day 1: Punta Kafmann - Via del Libro

Parto super carico il mercoledì finito lavoro, raggiungendo Riccardo e Lorenzo al Camping Soal. Mi smorzano subito sull'imprevedibilità del meteo, e complice anche il fatto di arrampicare in tre, optiamo per una via tranquilla e non lunga. Optiamo anche per salire in funivia, non mi oppongo, anche se un po' di MdA c'è..
Il sole spinge dietro le Coronelle, il cielo sereno, la funivia (sconto CAI) che sale freschina con delle mucche sotto di noi che incredibilmente corrono, il Latemar che man mano fa sfoggio di se: si parte bene! Scendiamo e ci avviamo a costeggiare il Rifugio Fronza, qualche tratto di cavo e di roccia davvero consumata, e siamo sopra la costola rocciosa dal quale appare la nostra parete.
Già, la parete appare, ma l'attacco non è chiarissimo, e lo sbagliamo. Saliamo troppo verso il Passo delle Coronelle, saliamo del I e II, fino a capire che siamo troppo in alto e dovevamo stare più a sx. Disarrampichiamo e torniamo indietro verso l'attacco che ci pare più corretto. Risaliamo (in pratica percorriamo il primo tiro ufficiale), poi Riccardo è perentorio "parto io che se no voi vi perdete", che autoritario oggi!
Autoritario, e così si sceglie anche i due tiri (in realtà per la relazione sarebbero i primi tre, ma noi il primo lo abbiamo parzialmente salito a piedi) più bruttini e anonimi. Ma di certo ci salva dal labirinto.
E durante il secondo tiro notiamo le prime nuvole arrivare sopra il Latemar a contaminare il cielo. La seconda sosta è pittoresca, appena spostata rispetto alla verticale del diedro del tiro chiave, che tocca a Lorenzo.
Lorenzo parte, lui il grado ce l'ha (beh, anche Riccardo ce l'ha, solo io non ce l'ho, sigh) e sale abbastanza svelto su questo ostico diedro che presenta un paio di passi mica banali. Poi gli appigli tornano e tutto si fa più semplice. Sosta appena sopra il diedro, inutile complicarsi la vita a continuare.
Riccardo parte in pose mica tanto plastiche, inizio a preoccuparmi, ma alla fine riesco a superare con qualche sbuffo il passaggio e a soffermarmi alla vista del cuneo di legno (che pare anche recente) nel diedro, ne quale se no servirebbero dei friends grossini.. Uno sguardo al tiro appena salito.
Riparte Lorenzo, per un bel tiro estetico su una rampetta verso il cielo che poi piega su placche lavorate.
Ultimo tiro per Lorenzo, bello continuo in piena parete a cercare lo zigzag più agevole. Raggiungiamo il libro di via, ci scambiamo le corde (cordata a tre presenta operazioni un po' più lunghe), e tocca a me, alè.
Salgo allegro e spensierato, ho fatto rompere il ghiaccio agli altri due e ora mi sento più "pronto" alla salita. Ma forse non abbastanza, alla ricerca della via trovo quella che mi pare una sosta e la uso. Recupero gli altri con un cielo sempre più minaccioso che inizia a incutermi una certa fretta.
Altro tiro, verticale come prima ma ben lavorato, mi consente di esser svelto sotto le due gocce di pioggia che mi scalfiscono, e alla vista della cengiona realizzo che probabilmente prima ho fatto sosta troppa presto (ma temo che sulla relazione sia errata la lunghezza del tiro..). Mentre recupero gli altri guardo su, per capire se sia troppo duro o meno.
Riccardo e Lorenzo mi raggiungono uscendo su un avancorpo panoramico, ma sovrastato da un bel nuvolone cupo. Si potrebbe "scappare" per il cengione di sinistra, ma no, arrampichiamo, che così mi faccio un terzo tiro, e pure bello, e vado pure a cercare di complicarmi la vita cercando non sempre il più facile: c'ho voglia e fame. Raggiungo la cresta per terreno delicato, e nell'indecisione su cosa sia meno marcio, sosto appena in cresta su uno spunto un po' crepato..
Crestone panoramico, che mi rivela come il Catinaccio che appare così massiccio sul suo versante est, sia esile sul sud. Esile e col cappello al momento, mannaggia alle previsioni, qui rischiamo l'acqua! Un'occhiata alla spelacchiata Marmolada..
Foto di via, beviamo e mangiamo qualcosa, e ristudiamo la discesa. Iacopelli sconsiglia verso nord, anche Bernardi e Bernard fanno andare a est, proviamo, sembra tanto scosceso.. Iniziamo subito complicandoci la vita, puntare alla cresta nord i primi metri sarebbe stato meglio, poi iniziamo a traversare e scendere seguendo deboli ometti, fino a scendere abbastanza per vedere che..scende parecchio.
Noto un ometto ben più in alto, ma uno c'è anche qui, convinco gli altri due a risalire. A mezza costa la presenza di ometti è più marcata, seguiamo loro, tra cengette esposte e passi di II/II+ dove meglio tastare due volte a quale roccia affidi la tua vita. Riccardo e Lorenzo sembrano muoversi sulle uova, li capisco! Sol che traversa traversa, e scendi poco, inizio ad avere il dubbio che possa essere l'uscita di un'altra via e che abbiamo sbagliato.
Faccio però bene a fidarmi del mio istinto: la traversata finisce, siamo quasi sopra il Passo delle Coronelle, ma troppo verticale per scendere a piedi. Esploro verso est e trovo l'ancoraggio di una doppia, evvai, così si fa presto. Con 50m siamo sul sentiero che porta al Passo delle Coronelle.
Per comodo sentiero e poi per roccia consumata e cavetto, siamo al Rifugio Fronza dove la sete si porta a una birra media e la fame a un dolce, che per me si rivelerà troppo peso: Ricky finisci tu. Ormai giù all'auto, il cielo sopra le Coronelle si fa davvero plumbeo..
La sera ci raggiunge anche Giorgio (tra treno e bus fino al Passo Costalunga, dove lo aspettiamo con un bel tramonto sulla Roda di Vael): l'idea era domani fare un vione, ma il meteo capriccioso non lo consente, e ha ragione!

Indicazioni serie a chi volesse ripetere la via:
- la funivia fa lo sconto soci CAI
- abbiamo attaccato più in alto, e per questo la nostra prima sosta sarebbe la seconda ufficiale
- Il penultimo tiro è più lungo del dichiarato, ecco perchè ho fatto sosta intermedia.
- La discesa da noi effettuata (seguendo degli ometti) è diversa da quella delle guide: dalla sosta sulla cresta scendere 10m verso nord, poi girare a dx seguendo degli ometti, inizialmente scendendo poi risalendo e in seguito rimanendo in quota traversare tutto il versante con vari sali scendi (esposto, tratti di II), fino a giungere quasi sopra il Passo delle Coronelle (non visibile ma intuibile). Scendere verso il versante fassano fino a trovare una doppia su chiodo e spuntone un po spostata a sinistra. Da questa o doppia da 50m o due da 25 (anche la seconda doppia attrezzata) fino al sentiero ben marcato che poi risalendo in pochi minuti porta al Passo delle Coronelle.

Qui altre foto.
Qui report.
Qui indice Vacanza Dolomitica 2015.

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