L'idea era
di fare una cosa tranquilla già da prima di vedere che le previsioni meteo fossero
peggiorate così tanto: nuvoloso e nebbia. In più cade l'opportunità di andare a
fare qualcosa con due ex allievi del Corso A1 del CAI di Carpi, Alessandro e Gioele. Condizioni che dovrebbero essere
buone, anche se leggo di un report un po' secco.. Si torna in Piccole Dolomiti
dopo ieri.
Arriviamo a
Recoaro tremendamente presto, meno male il bar aperto c'è anche se non si vede.
Poi la tragedia in bagno: abbasso la lampo per fare pipì, e non si rialza più.
La lampo dico. I miei cari pantaloni frankestein che orami avranno almeno 8
anni, perdono pezzi, ma non demordo: oggi col birillo che prende aria, ma
domani le faccio riparare!
Saliamo a
lume di frontale per la strada che porta al Rifugio Battisti, che caldo che fa.. Speriamo la
neve abbai retto la notte. Dopo il rifugio qualche indugio, ma in men che non
si dica siamo alla base del Vajo dell'Acqua, dove la dimensione della valanga
che giace lì, lascia un po' sgomenti Alessandro e Gioele. Intano l'alba colora
nuvole e nebbie di rosso sfumato, un'atmosfera romantica e horror allo stesso
tempo.
Stefania non
c'aspetta e una volta pronta inizia a salire e prende vantaggio. I primi metri
sono su terreno accidentato dai blocchi di neve portata dalla valanga, e i
polpacci già friggono. La visibilità è scarsa, ma il vajo dovrei conoscerlo, e
la quantità di gente che lo ha salito ieri e oggi dovrebbe assicurarci di non
sbagliare seguendo le loro tracce.
Eccoci sul
più agevole terreno piallato dalla valanga scesa: pendio di neve pressata che
pare un mescolamento di piste da bob varie. Stefania, prima a fare colazione si
lamentava che "Oh andate piano oggi, non tiratemi il collo" e alla
quale rispondevo "ma taci va la, che sei un Landini te! Borbotti tanto ma
vai avanti!", se ne sta beata davanti a tutti.
Arriviamo
alla strettoia, e inizia il seccume: lato desto in "roccia", lato
sinistro povero, e sopra il pendio è parecchio intervallato da pietre, ahimè.
Va beh dai, sarà solo la parte centrale! E invece mi sa che la valanga si è
staccata appena da sotto l'uscita, che asciugatura di canale!
Saliamo con
calma, i miei compagni hanno i polpacci che urlano, e tanto di sole che esca
per guastare la neve non ne avremo. Neve discreta, quella poca che è rimasta.
La salita merita per quei 10 minuti in cui usciamo dalle nuvole e ci troviamo
sopra di esse, a galleggiare sull'ignoto. Poco dopo, esse ben più veloci di
noi, risalgono, ci raggiungono, avvolgono.
L'ascesa si
trasforma in una sorta di salotto itinerante in media quota: pause, chiacchiere
sul più e meno, ripartenze e nuove pause. Chi ci precede è avanti, nessuno ci
segue, siamo in salotto da soli. Uno sguardo all'insù mi fa pensare a possibili
varianti di uscita, giusto per metterci del mio e fare qualcosa in più. Magari
là a destra, si riesce..
Ma quando
sarebbe il momento per andare a metterci il naso, le nubi fan capolino e non si
vede più nulla: amen, andiamo per la classica con gli altri tre. Tutta la
salita abbiamo tenuto la sinistra, e solo all'ultimo mi si para davanti la
variante di uscita a sinistra. Ma dai, lascia stare, proseguo. Ma dai, torna un
po' giù e dacci un'occhiata!
Lascio
Stefania salire verso l'uscita, io sguscio timidamente a sinistra.. Molto
timidamente avanzo.. Poi aggressivo mi sbrigo, e quando sono ormai a metà vedo
che Gioele mi segue! Avvisato sia da me che da Stefania su cosa stia andando
incontro, prosegue (vabbeh che non si va a fare nulla di complicato, e se serve
ho la corda).
Percorso
divertente con la pendenza che aumenta ma mai eccessivamente, uscita
appenninica tra roccia e terra e un po' di erbetta, e siamo a pochi passi dalla
croce. Urca che vento freddo e che condizioni climatiche poco incoraggianti.
Arrivano anche Stefania e Alessandro: quest'ultimo si arma di compeed ai
piedi..
Mars, foto,
e via scendere che fa freddo! Ma per dove? Domanda che mi affliggeva fin da
ieri: Ristele o Lora? Chi ci precedeva l'ho visto andare verso Cima Tre Croci,
il Ristele è immerso nelle nubi.. Si prosegue verso la cresta dello Zevola!
Sono un po'
preoccupato per la discesa: da un momento all'altro si rischia di finire a
visibilità nulla, ricordo un bel pendio ripido e a trappole di mughi, sono con
gente non espertissima.. Diamoci una mossa. Laggiù però un bel traccione che se
riusciamo a raggiungere direi ci metta al sicuro.
Traversi
perversi, discesa faccia a monte, ed eccoci al sicuro. Ora basta seguire le
tracce per..trovarsi a un vicolo cieco, l'uscita di un vajo! Tutti sono venuti
fin qui, tutti sono poi tornati un po' indietro, svirgolato tra le dune, e
infine hanno trovato il Passo Tre Croci.
La restante
discesa Parte bene, rilassata e su un sentiero che quasi si vede. Possiamo
riprendere a parlare, sopratutto del futuro, prima di finire in mezzo a una
mugaglia rada, poi sempre più fitta, fino a dover spostare i rami per passare.
Si torna di nuovo il sentiero, comodo.
Rifugio,
strada, e appena si può il sentiero, così almeno facciamo un anello (in
parte).L'arrivo all'auto è come al solito segnato dallo sbranare i panini che
ho nello zaino, e dal muoversi per andare a cercare una birra fresca! Meteo ko,
ma il resto della giornata ok!
Qui altre
foto.
Qui report.
Qui la
guida.
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