In rifugio
(beh,è pou un albergo il Rifugio Passo Valparola) dormo sempre quello che non dormo a casa,tante tante ore.
Quando poi la gola irritata di ieri e l'impossibilitá di uscire prima che la
signora apra mi impediscono una piccola corsetta,allora le ore sono ancora di
più. E così posso essere bello riposato per oggi. Ok,facciamo solo riposato.
Secondo
giorno del weekend di arrampicata su dolomia al Passo Falzarego del Corso AR1 2018 del CAI di Carpi.
Dopo la staffata di ieri speriamo che oggi vada meglio: miei compagni di oggi
sono Anna e Gioele,nessuno è in incognito, entrambi possono esser menzionati.
Ma la
giornata parte malissimo. Prima di colazione esco a vedere albeggiare,e sono
ben presenti delle foschie a valle. Ma dopo colazione queste si sono alzate e
ci hanno avvolto: aggiungi un po' di vento e..brrrrr! A Passo Falzarego la
musica cambia poco, meno nuvole al nostro livello di quota ma le montagne non
si vedono e manco il sole.
Fiduciosi ci
prepariamo e nel mentre il cielo si apre: ne verrá fuori una giornata
superlativa con cielo limpido, zero vento (almeno, percepito alla nostra
esposizione), temperature gradevolissime e quasi caldo! Panorami estesi e
ammalianti..
Partiamo di
buon passo, poi ci calmiamo perchè iniziamo a sudare pure troppo. La nostra
parete è di fronte a noi, qualche confronto di dove possa correre la nostra
linea e saliamo decisi a una terrazza sopra il ghiaione. Cambio assetto
vestiario da invernale a primaverile e parto.
Il primo
tiro è però in ombra dietro un pilastro, e presenta pure qualche passo
impegnativo, compreso quello che risolvo abbracciando una mega clessidra. Tento
di salire qualche metro nella speranza di trovare un'altra sosta al sole
piuttosto che questa all ombra..ma nulla.
Intanto una
cordata sotto di noi ci insegue. Riparto deciso, il primo chiodo si vede bene.
Il secondo invece.. Seguendo la logica (la mia) finisco troppo a destra, e
manco sul facile: quando mi sorge il dubbio "ma mica dovevo andare a
destra dello spigolo" un chiodo scintilla 4-5m alla mia sinistra e 1m più
in basso. Disarrampicata al cardiopalma e poi riprendo la via giusta. Ma
porcocane le mutande marroni!
In sosta mi
raggiunge il capocordata inseguitore, poi i miei ragazzi (davvero ottimi, non c
è bisogno di dirgli nulla, pare quasi un arrampicata con amici fuori da un
corso), e infine il secondo inseguitore. Sono due ragazzi trevigiani
ipersimpatici e rispettosi delle regole non scritte in via. Li lasciamo passare
davanti a noi mentre le risate tra tutti e cinque abbondano.
Con entusiasmo
salgo le placche del terzo tiro (o mi hanno cancellato le mie poche conoscenze,
o la descrizione di questa via è piuttosto forzata) per poi infilarmi nel
diedro liscio chiuso dallo strapiombo. Cavolo tocca salire tanto fino a
sbattere la testa sul tesso e poi sgusciare e sgattaiolare a sinistra con
movenze contorsionistiche.
Un altro bel
tiro, e un bel tepore che è quasi caldo: incredibile rispetto al freddo patito
ieri e ai presupposti di stamane. Un cielo limpido limpido che regala viste
lontane e sogni proibiti.. Una fessura chiusa da un tetto, e di nuovo in sosta
a farmi due risate coi due simpatici trevigiani.
Ci raggiunge
pure un solitario, free solo, che ha pure il coraggio di dire al ragazzo avanti
"Doveva andare a sinistra, mi ha rubato il tiro!". Quando tocca a me,
visto che il chiodo c'è, ci vado a sinistra, e anche questo si dimostra essere
un tiro non banale. Cerco la sosta alla
base della placconata, dopo aver risalito del ghiaino, ma non la trovo.
Improvviso una clessidra e un friend, e dopo aver recuperato qualche metro di
Gioele e Anna, toh, ecco l'anello cementato.
La via scema
un po' come difficoltà e continuità. anche la sosta successiva prevede per arrivare
a lei altro ghiaino infido e poco rassicurante, per me e per chi sta sotto a
prenderlo addosso: delicatezza nelle movenze!
Riparto con
l'intenzione di concatenare un po', o meglio sostare più avanti dell'ufficiale:
d'altronde i due ragazza davanti a noi han fatto così, potrò anche io. Proprio
tra loro tra l'altro, devono essere i due "camosci" che ci tirano
addosso un po' di sassolini, e preferisco cavarmi da questo canale e finire al
riparo della nicchia dove trovo lo spit..artigianalissimo.. Meno male un chiodo
in più c'è, e un friendone giallo lì ci sta bene!
Intanto il
solitario si è fatto un altro giro: salito, è sceso ed è risalito e ora ci
supera di nuovo. Ebbeh, senza corde, manovre, soste da fare, si va più rapidi!
Un brutto tiro ci porta all'ultima sosta: tiro che io e Gioele terminiamo con
un traversino delicato, e Anna invece sale dritta e poi cammina comodamente..
Rampa
terrosa con qualche passo di arrampicata e siamo fuori. Recupero i ragazzi che
chapeaux: nulla da dire, nodi senza indugio, sicura fatta bene, progressione
fluida, praticamente quasi nulla da insegnarli. Per dirgli qualcosa comincio a
elencare tutte le cime che si vedono, e se ne vedono tante..
Propongo di
salire all'arrivo della funivia e scendere per le gallerie, ma viso l'orologio
mi rimangio tutto: meglio scendere e non rischiare di far aspettare nessuno.
Scendiamo quindi, con Anna che si lascia andare e chiacchiera un sacco e pure
con osservazioni pungenti: ma il feeling tra noi tre è già a buon punto e si
può parlare e scherzare di (quasi) tutto.
Non resta
che bersi una bella birra al sole a Passo Falzarego, dove vorrei tanto cavarmi
giù e fare la lucertola, ma non sarebbe un bello spettacolo. Calma e aspettiamo
gli altri, il rientro è lungo..
Qui altre
foto.
Qui la
guida.
Qui report.
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