sabato 17 gennaio 2015

Una ciaspolata con un po’ di ghiaccio: Il Flusso, Val Seria

Continuiamo la spasmodica ricerca di acqua solida da poter spicozzare e ramponare a modo, ma le nostre speranze e i nostri sforzi non vengono ascoltati. Le previsioni sono pessime, dovrebbe nevicare o piovere quasi dappertutto, e meno male, così i miei amici abbandonano l’idea di fare roccia (non inusuale in questo caldo gennaio) e di indirizzarsi su ghiaccio, che tanto anche se nevica mica ti frega (se non hai rischio valanghe..).
Alle 3 ci si trova, compagnia insolita oggi: io, Nicola, Mirko, Paolo, Giorgio, Fiorella. La colazione è salva grazie al bar super imbandito che ci viene in mente sbranammo anche l’anno passato prima della Val Paghera. Ma quanto piove.. Anche in alto.. No good.. Ok avvicinamento e scalata sotto la neve, ma non sotto la pioggia.. Per fortuna salendo ancora un po’ la pioggia diventa neve, fitta, e il povero mezzo necessita delle catene.
Finalmente al parcheggio, non ancora pronti, frontali accese..ma per poco, ormai un po’ di luce c’è, e per risalire la pista non ci sono troppe difficoltà di orientamento: anche se a metà qualche dubbio ci assale, ma siamo sulla strada giusta! Infatti ancora qualche metro e spunta il pianoro col lago. E in un momento di fugace vista, appaiono le cascate la in fondo, poi scompaiono nelle nubi basse.
Oh fantastico, con la neve, gli alberi vestiti dalla dama bianca, sembra quasi inverno. Peccato il lago non sia per nulla ghiacciato, la neve bagnata fradicia, e non certo abbondante! 10cm di fresca, a dir tanto. Montiamo su le ciaspole , cosi ci alleggeriamo la schiena, e poi più su serviranno. Un cagnone esce a giocare con noi in mezzo alla neve, tra bestie ci si capisce. Ma anche il cane resta sgomento di fronte a un bizzarro trenino.
Ci si incammina, sotto la neve un lago d’acqua, a ogni passo la ciaspola scompare nell’acqua liquida e lo scarpone la segue per un pezzo di tragitto. Che schifo.. Incredibilmente Nicola diventa il battitore traccia ufficiale, ma siamo in piano e con 10cm di neve, gli piace vincere facile.
Ci si diverte a “forzare” lo scarico della neve dai rami sopra le teste delle persone, e io che volevo farlo al ritorno per non sentire le cazziate delle vittime papabili. Ma il vero terrore non sono questi scherzi da infanti, il vero terrore è che fa caldo. Salgo in maglietta, anche se nevica niente giacca, morirei di caldo sotto, e tanto un cambio asciutto nello zaino ce l’ho (ci ho visto lontano io!). Inverno che non arriva.
La camminata è piacevole, ma la coltre inizia a ispessirsi, e non resisto a non passare davanti a pestare il manto immacolato, a voler scoprire in prima persona il prossimo angolo che si nasconde dietro il pino. Si potrebbe dire che l’uscita vale già questa ciaspolata nel bianco e nel selvaggio, mancava dall’anno scorso qualcosa del genere, ma la realtà è che avrei parecchia voglia di fare ghiaccio anche!
Il bosco si dirada, la neve ormai ha raggiunto un buon mezzo metro di spessore, la ciaspola pesta la neve che si ribalta su essa costringendo a sollevare tutto il peso, ‘na fatica..ma bella! Ci si districa in mezzo alle cunette e avvallamenti, si ode un albero che si spezza, ma il posto è stato scelto in quanto tranquillo sotto il punto di vista delle lavatrici a liquido “consistente”.
Da lontano Il Flusso non sembra un 2+, io che lo deridevo e puntavo alla Madre. La Madre invece ci sta tutto che sia un 4, si vedono delle belle sezioni verticali. È questo caldo che non mi piace. Ci raggiungono altri due, senza ciaspole, ma con il pistone che abbiamo tracciato noi devono essere abbastanza comodi anche senza: loro deviamo per la Candeletta, ben presto Mirko (che quando sta davanti più volte sembra scompaia negli 80cm di fresca) e Paolo tagliano a destra per la Madre, noi quattro dritti a Il Flusso.
Le cascate sono belle pregne di neve, sopra Il Flusso c’è uno scivolo bello carico che non mi ispira fiducia. Alla base creo un bello spiazzo comodo pestando tutto quello che posso pestare, poi appena ho una picca in mano provo il ghiaccio, che non sembra ottimale, ma proviamo.
La fase di preparazione bella lunga, complice una fame pressante che devo sfogare, parte prima Nicola con Fiorella a fargli sicura. Gli tocca ripulire parecchio dalla neve, e lo vedo muoversi con circospezione, non deve proprio essere facile, e d’altronde l’essersi dimenticato i ramponi migliori nell’altra sacca non giova. Inizio a sospettare che le condizioni non siano proprio buone..
Dopo un po’ provo a guardare se riesco a partire anche io, ma Nicola mi fa subito cambiare idea visto la neve che scarica giù. Lo vedo che prova a salire dritto, ma poi ripiega a sinistra per poi ritagliare a destra, adesso vado che se no facciamo notte. E inizio a capire il suo disagio nel salire..
Non si vede dove si mettono i piedi, il ghiaccio è bello bagnato e non ispira fiducia. E onestamente, il 2+ della relazione non lo vedo proprio, e anche dal basso della mia scarsezza, mi pare un bel 3 pieno. Salgo guardingo, ormai sono shockkato dalle numerose salite in cattive condizioni compiute finora, l’inverno non vuole arrivare.
Dove Nicola ha traversato io traverso meno e salgo dritto, qui direi ci stia anche il 4 forse, saranno 2 metri, ma sono drittini. Intanto Paolo e Mirko sono giù da noi: hanno fatto solo 5m di salita. Partito Mirko una spicozzata ha creato uno zampillo stile cartone animato che lo bagnato tutto, e scendi a mettere qualcosa di asciutto. Poi Paolo, ma scariche di neve gli han fatto cambiare idea. Se ne vanno verso il rifugio.
Arrivo in sosta, fradicio, i guanti passati (ok, scelta sciocca non mettere quelli impermeabili ma solo idrorepellenti, ma sembra che li abbia pucciati in un lago!) riprendo il controllo della temperatura e faccio qualche foto. A guardare in giu sembra che sia passata una lumaca a lasciare la scia sul flusso ghiacciato, che ripulita dalla neve gli abbiamo dato!
 Fiorella sale, Giorgio quasi pronto a partire, Nicola ha già decretato che si scende, non abbiamo il tempo per fare anche un altro tiro. In realtà c’è anche il fatto che qui siamo protetti dalle scariche di neve, ma se si sale ancora tocca andare esposti a quei parecchi metri cubi di neve sulle nostre teste. Poi insomma, le condizioni non sono proprio gustose, e aver visto Paolo e Mirko fuggire verso il rifugio lascia pensare.
Nicola incita Fiorella a picchiare duro con quelle picche, Giorgio inizia la sua salita, e ben presto Fiorella torna alla base calata da Nicola, che poi attrezza la doppia e mentre si cala fa un bel reportage a Giorgio sul tratto verticale. Ben presto la mia cordata si ricongiunge in sosta, e anche io adotto la scelta di calare Giorgio per far prima.
Partenza lenta, ma fine veloce. Intanto Nicola, incorreggibile, da qualche lezione alla base alla neofita Fiorella. Una volta giù e con la corda già su nell’anello di calata, la bionda riprova la salita, più dritta per evitare eventuali pendoli, mentre io metto via un po’ di roba e in seguito provo i ramponi di Giorgio. Mi sposto verso il ghiaccio per provare a salire qualche metro, e pom! Un bel blocco di ghiaccio scende dall’alto per impattare la mia spalla destra: con la coda tra le gambe torno allo spiazzo.
Poi per fortuna c’è tempo per farmi salire anche a me in moulinette per provare i Blade Runner di Giorgio, tutta un’altra cosa rispetto ai miei ramponi, mi sa che anno prossimo li cambio. Intanto mi gusto questa salitina supplementare che non mi spiace affatto!
Bon basta, è ora di fare su le canne e scendere verso valle, solo che dopo che mi hanno calato..la corda non viene giù. E tira Nicola, e tira Giorgio, vedo già negli occhi di Nicola la preoccupazione “che due palle, sta a vedere che mi tocca tornare su, così salta il teatro!”: e invece Fiorella e Giorgio si mettono a tirare come dei matti, riescono a sbloccarla e..effetto rinculo, si tuffano nella neve fresca.
Lasciamo questo bel luogo (solo oggi) solitario con la voglia di tornare quando le condizioni saranno un po’ migliori, ma con la contentezza di aver passato finalmente una giornata invernale in mezzo a della neve. E il terzo tempo al parcheggio non ci fa mancare nulla come al solito: birra panini prosecco panettone! Giornata salva, avanti un’altra.

Qui altre foto.
Qui report.

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