lunedì 5 gennaio 2015

Scialpeggiando ventosamente al Grostè

Zero voglia di mangiarmi di nuovo le mani per non aver azzardato una bella giornata al sole e sulla neve, raggiungo Mirko ad Affi per poi finire in zona Campiglio a cercare di pellare un pochettino. Neve altrove zero, non sarà scialpinismo, ma per passare una giornata in compagnia, allenarsi un po e stare al sole, va bene. 

Decidiamo di prendere il primo troncone di ovovia del Groste: vogliamo tornare a casa presto, e quindi per risparmiare un po’ di tempo e averne di più per tentare Cima Roma, “bariamo”. Sapevo ci fosse vento, ma una volta messo piede sulla pista, urca se fumano le vette! 

Ci dirigiamo verso sud, lontano dalle piste che comunque sono ancora deserte, per seguire quello che Mirko chiama “sentiero delle dune”: si gironzola sul lato sud delle piste del Groste, con ottima veduta sul Brenta (Canalone Neri), sulla Presanella (Scivolo Nord), sul Care Alto, sul Cevedale. Dislivello poco, è continuo Sali scendi, beh ovviamente è più un sali. 

Sognando altre salite, ben più selvagge e alpinistiche, continuiamo questo giro sci-escursionistico, ancora piuttosto riparati dal vento (che continuiamo a vedere sferzare sulle cime più alte) e quindi anche speranzosi di poter magari raggiungere Cima Roma. E intanto sbuchiamo finalmente a prendere un po’ di sole visto che finora eravamo in ombra! 

Il fondo è una trappola, un sottile strato di neve farinosa portata dal vento copre una lastra dura che nelle inversioni e sui traversi ci fa traballare. La neve fresca è un sogno. 

Avvicinandoci alle pendici di Cima Groste il vento inizia a farsi sentire, aggiriamo il monte sul suo lato nord per buttarci nella “vallata” che molto dolcemente dovrebbe portarci su Cima Roma. Verso Cima Roma. Anche qui c’è molto saliscendi, altri traversini infidi su roba asfaltata, e il vento che soffia sempre più. Giornata di sole, ma il cui effetto pacificatore è distrutto dall’impetuosità dell’aria movente. 

Proseguiamo su una traccia piuttosto marcata, anche se qui han girato un po’ ovunque, vediamo una croce e la raggiungiamo, ma già nelle due scorse pause abbiamo dibattuto sul “ma facciamo in tempo se vogliamo tornare per le xx?”. Dalla croce osserviamo il proseguo, ci sarà almeno 1h in più, rischiamo di far tardi, e col vento che tira comunque non ce la godremmo, oltre che dover stare attenti a non volare via. 

Si torna indietro, e ora realizziamo anche che..abbiamo il vento contro! Mi copro perché l’effetto wind chill è davvero consistente, e inizio a darmi una mossa tra brevi discese e spinte da fare: non ci siamo tolti le pelli ancora, visto il terreno che ci aspetta. 

Una volta tornati in vista delle piste possiamo rilassarci, il vento soffia ancora ma è sopportabile. Qualche altro metro e poi togliamo finalmente quegli strati che fungono da attrito tra assi e neve, forse un po’ troppo presto, toccherà spingere qualche metro, e poi eccoci sulla pista. 

Pazienza, era in conto di scendere per di qui, d’altronde non c’è scelta, se non quella di andare in Austria o stare sul divano. In pista Mirko si prende la sua rivincita, lui scende svelto, io lento, il contrario che in salita. Ah quanti crostini ancora da mangiare! 
Al Rifugio Boch optiamo per continuare a scendere, la pausa birra la facciamo poi giù. Prendiamo una pista ufficialmente chiusa per arrivare a Campo Carlo Magno, e si vede il perché, in basso c’è davvero poca neve, e qualche “tuc” si sente. Poi tocca pure 1,5km sci in spalla. Ma cosa non si fa per un po’ di aria aperta e vista di cime!


Qui altre foto.
Qui report.

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