domenica 3 marzo 2019

D’istruttori di Alpinismo: assalto al Monte Cipolla e al Monte Prado

E chi l’avrebbe mai detto che saremmo riusciti a organizzare una giornata del genere? E con la partecipazione di ben 11 d’Istruttori?! Con partenza alle 4 di mattina e la previsione di quasi 1000m di dislivello?! E invece, eccoci qua.
Inverno (meglio chiamarla primavera) avaro, ma questa zona potrebbe essere ancora da piccozza e ramponi, e una foto su Facebook di sabato me lo conferma. Colazione pianificata e concordata alle 5e30 alla Caffetteria Piccolo Paradiso di Villa Minozzo: arriviamo alle 5e15, e tremiamo nel vedere che non ci sono luci accese. Ma alle 5e25 esce il titolare e il sospiro di sollievo soffia come lo scirocco.
En marche quando ormai non serve più la frontale. Il noioso sentiero di salita diventa occasione per scambiarsi quattro chiacchiere. Sosta alla solita fontana dove reidratarsi, e scrutando le montagne che appaiono fuori dal bosco continuiamo la salita senza neve verso il Passo di Lama Lite.
Al passo ci accoglie una volpacchiotta, che da stazza e pelo non sembra per nulla malaticcia, ma che dall'appetito sembra invece non mangiare da anni. Viene quasi a mangiarci in mano, mi sa che questa è stata notevolmente addomesticata dalle usanze del rifugio di dagli scarti di cibo. Al sole, ma al vento, ci cambiamo e passiamo dall'assetto da trekking a quello da alpinismo: destinazione canali e canalini del Monte Cipolla.
Scorriamo sotto il panettone nordovest del Monte Cipolla, FedericoP e FabioSa salgono subito verso uno dei primi canali, seguiti da Roberto e Tommaso, e anche da Davide con FedericoR e Stefania. Io e FabioSca continuiamo verso il lago, per poi prendere una linea a caso che sguscia verso sinistra per poi piegare verso destra e finire verso l'alto. Una linea che non dovrebbe essere nemmeno relazionata, ma che prendiamo fiduciosi di non incontrare difficoltà esagerate. Ivan Mirko proseguono oltre di noi, ma non si sa bene dove.
Legarsi è un po' una forzatura su queste pendenze, ma l'occasione è proprio quella si verificare che questi siano posti adatti a un corso. Approntata una sosta faccio partire Fabio per il primo tiro. Quelle pendenze maledette che non sai se usare la piccozza in appoggio, e quindi spaccarti i polpacci, o in trazione, e quindi spaccarti la schiena. Un bell'isolotto roccioso invita a fare una bella sosta per recuperarmi e da essa ripartire.
Non volendo consumare i fittoni che possono essere oro colato per approntare la prossima sosta, alla partenza vedo già che l'unica possibilità che ho di proteggermi potrebbe essere quella fessurina di roccia lassù ben oltre metà corda. In realtà quella fessura è brutta, e quindi le protezioni sono pure piuttosto vaghe. Non ci sono possibilità di fare una sosta decente e tocca partire in conserva protetta.
Si trova pure qualche passo delicato di misto appenninico e questo mi spinge a cercare al più presto un posto dove fa sosta a recuperare il mio compagno di cordata di oggi. Anche per dargli la possibilità di fare l'ultimo tiro che ci porti fuori dalla via sì. Eccolo fare al caso mio un bello spuntone di roccia con la possibilità di integrazione con un bel friends in basso. Meglio stare attento a cosa si tocca perché una pietra di dimensioni di un pallone da calcio è solo appoggiata, e io ho già cercato di usarla come presa per arrampicare.
Lascio passare avanti Fabio. La linea che abbiamo salito si è trasformata da un canale incassato a sbucare su un crestone poco accentuato: si potrebbe proseguire su questo che è però tappezzato di isolotti rocciosi e probabilmente con poca neve, oppure traversare verso sinistra per immettersi in un canalone dove si vedono tracce di salitori precedenti a noi. Fabio ha optato per questa scelta, anche perché questa dovrebbe darci più possibilità di mettere giù qualche protezione. Ben presto lo vedo arrivare verso l'uscita, al sole, per poi scomparire quando ormai la corda è finita.
Si vedono FedericoP e FabioSa uscire alla nostra sinistra e poi dileguarsi verso la cima del monte dal nome più brutto della storia (conteso con il Pasquale): il Cipolla. Raggiungiamo la cima anche noi per poi scendere la rapidamente visto che quassù non c'è nessuno e pare evidente che tutti gli altri sono già usciti. La vista sulla cresta nord del Prado e sugli altri suoi canali a destra e sinistra è l'acquolina in bocca per un affamato di alpinismo come me. Però oggi bisogna desistere.
Cominciando la discesa dal canalone Ovest vediamo distintamente laggiù sette di noi ma ne mancano due. Mentre Fabio scende, io risalgo a cercarli, a vedere se stanno uscendo da qualche altra via, ma non trovando ne vedendo nulla in giù, torno dal gruppo in cui mancano Ivan e Mirko. Siccome il luogo di ritrovo è il Lago Bargetana, continuiamo a scendere vedendo se per caso i due che mancano all'appello non siano già giù.
Cerca, scruta, vai a scorrere sotto Gocce di Roccia e simili per vedere che non siano ancora in parete. Torna al lago, guarda in su, aspetta, ma questi due non arrivano. Inizia la preoccupazione (solo mia): ma dove cavolo sono finiti?! Facciamo in tempo a banchettare ampiamente e concordare la decisione che se non sono qui saranno al Passo di Lama lite. E se anche non fossero lì, quando scenderanno e non ci troveranno qui, verranno là.
Ci prepariamo a partire ed ecco che si vedono due figure scendere dalla Cresta Nord del Monte Prado, e da lontano chi li conosce sembra distinguere proprio le figure di Mirko e Ivan. Sono loro, che hanno salito una linea sul Prado e poi sono scesi per la sua cresta nord.
Ora che ci siamo tutti può cominciare il momento didattico della giornata: soste su fittoni, sosta su piccozza, ancoraggi in genere su questo tipo di terreno e poi una volta tornati al Passo di Lama lite alla ricerca di neve più patocca, pure la calata in corda doppia su fungo di neve. Nel mentre la volpacchiotta è ancora lì che cerca cibo.
Discesa più noiosa che la salita, calda e affrontata con calma su questo terreno di sassi smossi che mettono a dura prova la stabilità di caviglie e ginocchia. Chi si ferma al Rifugio Segheria a banchettare e chi scende verso la macchina a cambiarsi per poi tornare alla Caffetteria Piccolo Paradiso per pizza e birra.

Qui altre foto.
Qui la guida.

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