sabato 16 marzo 2019

Onion attack, assedio al Monte Cipolla: Banana e Cipolla (AG1 2019)

A dispetto di quanto detto da Roberto due settimane fa "io per 10 anni qui non ci torno", siamo invece di nuovo diretti verso la conca del Bargetana per salire i canali nord e nord-ovest del Monte Cipolla, ma stavolta con gli allievi del Corso AG1 2019 del CAI di Carpi.
Stavolta l'avvicinamento dovrebbe essere nettamente più breve, visto che mi arrivano voci e informazioni sulla percorribilità della strada forestale che conduce al parcheggio cosiddetto "estivo" per il Passo di Lama lite. Fiducioso di ciò non stresso nemmeno la gente con orari di partenza che gli amici parmensi definirebbero "modenesi": l'accesso stradale e il conseguente avvicinamento sono l'ansia principale della giornata.
Evito alle ragazze e ragazzi la colazione a sacco, grazie alla Caffetteria Piccolo Paradiso nella quale svuotiamo la vetrina delle brioches. E ora via verso l'avventura stradale! "C'è solo qualche chiazza di neve" dicevano. "Con le gomme da neve o con le catene dovreste venire su" dicevano. (sto scherzando, è chiaro che chi molto gentilmente mi ha dato queste informazioni l'ha fatto in buona fede, e specificando che loro erano saliti con un fuoristrada 4x4 e con le catene) E invece già quella che doveva essere la prima chiazza di neve si rivela una striscia di centinaia di metri, dentro la quale ci piantiamo appena lo spessore del manto nevoso supera i 5 cm. Fine dell'avventura: si parcheggia qua e si parte a piedi. Inizio della fatica.
Quanto può essere noioso camminare su una forestale senza nessun panorama e senza nemmeno guadagnare quota, anzi perdendone! Ma ormai siamo qui, e possiamo considerarlo tutto allenamento fisico e psicologico! E soprattutto può essere sfruttato per fare due chiacchiere con i miei compagni di cordata di oggi: Francesco e Soana. Chiacchiere che dopo qualche decina di minuti raggiungono il culmine con io che in contropiede gli dico "Ma parliamo un po' di voi: cosa sapete fare in montagna con picozza e ramponi?"
La ciurma all'assedio del Monte Cipolla si è sparpagliata fin dall'inizio, con ogni cordata che fa avvicinamento coi propri tempi e proprio passo. Raggiunto finalmente il parcheggio dove avremmo sperato di arrivare, inizia la salita per sentiero dove (alleluja) si riesce a incontrare un po' di neve ogni tanto: non smetterò mai di dirlo, che inverno non inverno quello 2018-2019.
Dal bosco appare quasi soltanto all'ultimo minuto il Monte Cipolla: ai miei compagni di cordata lo indico come "Eccolo, quello è il Monte Cipolla, l'ambita cima che tenteremo di conquistare oggi, di cui tenteremo di varcare la vetta".
Al Passo di Lama lite, raggiunto all'invidiabile orario delle ore 9, è il momento di cambiare assetto da trekking invernale ad alpinismo invernale. Canzonata quanto basta Anna per i suoi bellissimi ramponi dove il tecnologico cordino ha sostituito la barretta metallica, e constato che pure il mio Francesco ha qualche problemuccio coi ramponi, per il resto siamo prontissimi
Scorrendo sotto i primi canali nord del Monte Cipolla troviamo FedericoP e AnnaM che stanno già salendo, così come FedericoR e FabioSe. Pure Roberto e Marco si fermano in questa zona mentre io proseguo verso il Lago Bargetana: l'altra volta avevo adocchiato un canalone non relazionato vicino a Gocce di Roccia che vorrei andare a esplorare. Anche Mirco con Luciano mi seguono, gli consiglio di andare a salire quello l'itinerario affrontato con Fabio due settimane fa. A proposito ma dov'è Fabio con Andrea ed Emanuela? Sta a vedere che hanno sbagliato strada in avvicinamento e sono rimasti indietro.. E invece no, eccoli che mi hanno fregato il canale che volevo salire io!
Vabbè ciccia, mi ci infilo anche io perché voglio vedere com'è. Tanto da sotto non sembra per nulla ripido, con un po' di roccia ai lati per potersi proteggere, e quindi perfetto per la prima uscita di Francesco e Soana che coi ramponi potrebbero non essere molto confidenti. Scorriamo avanti, per poi risalire dietro un dosso in modo da poter esclamare un bel "bu!" alla cordata FabioSca Emanuela Andrea e spaventarli a dovere.
Solo che siamo sbucati più alti rispetto a dove loro hanno fatto sosta e da una veloce ricognizione mi pare che quello fosse il posto più adeguato e probabilmente migliore per farla: sopra di noi ci sarebbero altre rocce ma sono esposte a cadute di pietre dalla parete, mentre l'anfratto dove stanno gli altri tre è ben più riparato. Colgo l'occasione per mostrare la discesa su pendio con ramponi
Sosta su picozza più fittone e mi preparo a partire. FabioSca ha fatto un tiro e poi sosta: per non incrociarci e visto che sembra che la parte iniziale sia quella più facile dico ai miei che inizialmente procederemo in conserva protetta sì. La parte bassa della Banana, dolce e che curva verso destra.
Tra l'essere partiti tardi e aver parcheggiato ben più lontano di dove si sperava, ormai si è fatta una certa ora, e la neve anche per questo non è certo come due settimane fa. Molto variabile con tratti buoni e tratti sufficienti, ma ben venga come prima uscita didattica così ci si rende conto di quanto sia importante trovare buone condizioni legate a meteo e orari.
La roccia sulla parte sinistra consente di proteggersi abbastanza bene: oddio questo vuol poi dire 2-3 protezioni in 55m, e col materiale che ho vuol dire anche poter salire 150-200 metri di corda prima di terminarlo. Temperatura e vento (molto meglio del previsto/temuto) consentono una salita fluida senza nè sudare né avere freddo La giornata è bella limpida, ma il sole ce lo potremmo godere solo all'uscita. Adesso tutta ombra, e meno male.
Su uno shanghai di roccia riesco ad approntare una sosta su un masso incastrato e fittone. Recupero i miei che salgono senza troppe difficoltà su un pendio sui 40 gradi. Posso pure permettermi di far scorrere le corde recuperate verso il basso, senza accumularle sotto i miei piedi, così quando ripartirò il loro scorrimento sarà più fluido: spettacolo.
Io me ne sono rimasto tutto a sinistra mentre Fabio è salito sulla destra. Chissà le altre cinque cordate come se la stanno passando.. Questo canale ha una forma di banana: dalla sua partenza sale piegando verso destra e poi lo scivolo nevoso prosegue verso sinistra. L'uscita è nascosta dallo shanghai di roccia, mentre vedo distintamente che dritto sopra di noi la parete presenta del misto appenninico con neve erba e sassi, mentre verso destra un altro scivolo nevoso più ripido è più bianco. Questo porta su una selletta che dovrebbe essere anche quella della cresta di uscita di Gocce di Roccia. Sembrerebbe pure bella come opzione per uscire, ma il colore troppo bianco della neve mi fa pensare che potrebbe essere del riporto poco trasformato, quindi meglio evitare.
Dalla nostra prima sosta direi che con un paio di tiri di corda siamo fuori, quindi tanto vale passare a questo tipo di progressione per mostrargli entrambe. Quello sprocco di roccia lassù potrebbe fare al caso mio per metter giù delle protezioni idonee sulle quali fermarsi. Riparto per scivolo nevoso mediamente più ripido del precedente, abbandonando ben presto la linea sinistra per passare su quella di destra.
Ecco però che vedo quello che non dovevo vedere. Dallo sprocco roccioso dove ho fatto sosta, c'è una lastrina di ghiaccio sulla destra: e come se un assetato vedesse un bel boccale di birra fresca, come se un affamato vedesse una bella pizza fumante, come se un arrapato vedesse.. ma lasciamo stare, ci siamo già capiti. Inizio a guardare la parete sopra di me: l'uscita logica della banana è sinistra, ma dritti (sulla cipolla) sembra esserci neve nettamente migliore che altrove, quella neve col viagra che tanto piace a ramponi e piccozza.
Sosta su due friend e pure su un chiodo, e chi se lo immaginava che oggi avrei piantato un chiodo da roccia? E soprattutto potevo immaginarmi che sul tiro successivo ne avrei piantati altri tre? Recupero Soana e Francesco che salgono senza problemi mentre continuo a dare qualche occhiata alla parete sopra di me, dicendomi però che forse è meglio non esagerare, o comunque chiedere parere ai miei compagni di cordata come è giusto che sia. Da qua non sembra neanche tanto ripida, cosa che invece risulterà quando ci sarò dentro.
Intanto vedo che a Fabio tocca scendere per recuperare un friend incastrato, cose che capitano. Sicuramente meglio qua che su una via di roccia! Arriva Soana che trova immediatamente quella classica sacca d'aria coperta scherzosamente di neve che si forma alla base degli affioramenti rocciosi, e ci sprofonda dentro. Arriva anche Francesco che mi fa notare quanto fosse bello lo scivolo nevoso sulla destra ma al quale spiego che rischiava di essere con neve non trasformata, oppure completamente trasformata chissà, ma non mi andava di rischiare.
Interrogo i miei sul loro stato di forma fisica e psicologica, e sentitomi rispondere che va tutto bene mi tranquillizzo'. Ancora indeciso se prendere la variante di uscita in parete appenninica o se proseguire sullo scivolo.. ci potrebbe anche stare di andare a prendere qualcosa di un po' più difficile così da fargli provare.
Riparto verso sinistra, verso quella che sarebbe l'uscita logica e abbattuta, mi sposto leggermente verso destra giusto per saggiare un po' la neve: trovata bella dura come piace a noi appenninisti, non resisto al richiamo. Guardo in su, sembra fattibile, prendo la linea diretta in parete. La cipolla: dal gusto inizialmente dolce, ma che poi pizzica, pizzica, pizzica sempre più.
A saperlo che era così, non ci sarei andato. Quella che pareva una pendenza accessibile risulta invece aumentare (pizzicare) man mano che si sale. Neve molto buona, spessa quanto basta per piantare con sicurezza e fermezza ramponi e piccozze, ma non per metter giù fittoni. E pure la roccia è avara di spunti (e spuntoni! Battuttaccia): mi tocca piantare un chiodo.. Ma ormai son qua, e non torno giù. Solo che arrivo a quella roccia fessurata che pare pure uno spuntone, ci faccio sosta, recupero i due e li faccio uscire che tanto mancano 2m.
Bello eh, ripido, neve buona, misto appenninico, piccozze in trazione. Ma quella roccia resta inaccessibile troppo a destra (e comunque è marciotta), punto quella sopra di me, ma mi dicono che la corda è quasi finita. Ohi ohi.. Raggiungo la roccia, inizio a piantar chiodi ma restano mezzi fuori, friends che lavorano con una parete d'appoggio mobile.. Toh, Mirco e Luciano! "Mirco, ma se esco da qua trovo il prato vero?! "Esatto! impossibile fare sosta" "Eh.. Mirco, vieni un po' qua sopra che mi lancia una corda e mi fate sicura a spalla!" finire in conserva qui, anche no.
La cipolla pizzica! Ma non ci fa piangere troppo. Messo in sicura da due energumeni, posso uscire con tranquillità mentre sotto smontano la sosta e partono. Smollo una corda a Mirco e l'altra la tengo io per recuperare Soana e FrancescoB a spalla, mentre Luciano mi tiene assicurato a spalla pure lui. Spalle al cubo! E anche i miei due si divertono sul tratto della cipolla, croccante.
Eccoci tutti fuori, foto di cordata ma anche di cordata allargata: l'unione fa la forza! I prati della sommità del Monte Cipolla diventano quindi luogo di svacco per gli indomiti corsisti: redistribuzione del materiale, cibo, bevande.
Intanto aspetto Fabio al quale ho detto "Veh, dove sono salito non è mica tanto tranquilla la cosa..", e così se ne esce più a sinistra, ma..con gli ultimi metri belli dritti pure lui! Gli vado incontro per dargli una mano a recuperare a spalla Emanuela e Andrea, restituisco il favore al mondo.
Arrivano anche Tommaso con AnnaT e FrancescoL. E così siamo quattro cordate quassù e..le altre? Un'occhiata all'orologio: ammazza se è tardi, saranno giù da un pezzo ad aspettarci! Essendo già mangiato e bevuto, faccio bere e mangiare gli altri e gli faccio su le corde per recuperare tempo prezioso.
Giù alla svelta, e Mirco si mette in formato "faccio scivolare il culo". Cielo terso e limpido, peccato sulle Alpi ci sia perturbazione, altrimenti avremmo visto anche il Monte Rosa oggi. Con una bella neve patocca e cotta dal sole, raggiungiamo gli altri, dove si è consumata la tragedia.
Serve la dottoressa AnnaT per rincuorare il malcapitato FabioSe. La volpacchiotta che si aggira a elemosinare il cibo dagli umani di passaggio, non ha resistito a un assaggio di carne vera e viva: una volta sportole la mano col cibo, lei si è azzannata il dito! (scena magnificamente immortalata dallo scatto di FedericoR)
Breve sondaggio "Ragazze e ragazzi, visto l'orario e il rientro che ci aspetta, che volete fare? Un po' di didattica o teliamo via?", veloce risposta "teliamo!". Ognuno si ferma a osservare compiaciuto la salita effettuata mentre rientriamo al Passo di Lama Lite. Onion attack!
Noiosissimo rientro sui nostri passi, sui 3,5km di forestale dove dietro ogni angolo speriamo trovare la macchina, fino a giungere alla conclusione che devono avercela rubata, impossibile non averla ancora raggiunta! E invece no, è ancora la, la troveremo..

Qui altre foto.
Qui la guida della zona.
Qui report e mini relazione (per quello che può contare: in questi luoghi e con queste condizioni, le linee sono effimere, ogni salita può considerarsi la "prima", ma senza poi aver ripetizioni in quanto scema in mezzo a più o meno neve).

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