sabato 7 luglio 2018

I (poverissimi) Lunger e Moro dell'Appennino: via Garibaldi a Monte Scala

Poca voglia di sbattimenti autostradali, voglia di relax, calma, pace, e magari un posto nuovo. Nonostante le 2h buone di auto, la zona del Rifugio Lagoni può fare al caso nostro. Non ho fatto in tempo a studiare nulla, ma ho stampato un po' di materiale. Al nostro arrivo al parcheggio, mi accoglie il Pappani, che dopo i classici "Come va?", al mio "è la prima volta che vengo qui ad arrampicare "Ma allora vieni anche tu su al Monte Scala e fai Garibaldi e Spigolo Sud". Ok.
Ci incamminiamo per il sentiero che costeggia il lago. Bel posto, per fortuna oggi non fa troppo caldo e ce lo fa godere. In mezzo agli alberi spuntano placconate rocciose appoggiate della serie "se scivoli ti accendi come un cerino". Ma noi si va più su, più su, ma quanto su? Credevo fosse quella là la montagna (invece è il Pumacioletto), ma una volta svoltato fuori dal bosco..eccola!
Arriviamo al Passo Fugicchia, e siccome mi ricordavo (male) che Davide m'aveva detto di scendere, scendiamo. Il buon pastore di pecorelle (quello del "ma c'avete del coraggio voi ad arrampicare e fare quelle robe lì) ci indica la via giusta, e dopo la savana ai piedi (ottima scelta le braghe corte oggi, vero Ste?), eccoci all'attacco.
Oh però, che roccia strana.. Dai donzella parti tu! Il cielo da ben soleggiato si è già incupito, e fa pure un po' fresco. Combinalo alle noci che ingurgito avido, sta per succedere il patatrack. Sale lei, guardinga su questa roccia da capire, inusuale per noi. Intorno altre cordate sparpagliate su altre vie. Mi recupera ma i nizio a tossire..
Bene dai, vado io. Spavaldo. Fesso. Dopo poco trovo già un bel passaggio impegnativo, su queste maledette svase e piedi che scivolano. E gola che ruggisce, ma nel modo errato. Un bell'attacco di tosse in crescere. Altro passaggio duro con uscita su pianoro d'erba: meno male in mezzo a essa trovo una radice di un mugo, volante però, non nella terra. Speriamo tenga. Davide sul primo tiro dello spigolo mi chiede come va..
Ultimo passo duro e sono fuori dalla via, con la tosse che adesso è costante. Attrezzo la sosta alla base dello spigolo e chiamo Stefania, mentre cerco di bere e magiare qualcosa che addolcisca una situazione tale che anche da su "Pellegro, stai morendo?". No, ma ci manca poco..
Arriva e le intimo di partire subito, che il cielo è cupo e io sono alla frutta. non parlo che stimolo la tosse che vorrei sparisse. Ma dopo 3-4 rinvii uno strapiombo le blocca la strada, e sento che tra se e se "dai, è da fare così, si fa, su", ma intanto tuoni arrivano dalla Toscana. Pochi minuti e "Ste, vieni giù che andiamo via prima di trovarci su uno spigolo col temporale!"
Scende con qualche difficoltà (disarrampicare ha sempre il suo perchè) e alla svelta cerchiamo di fare su le cose e cercare la strada. Tra i tuoni della mia gola e quelli del cielo, non è giornata! SI fila verso il passo, e una volta più in basso si può scherzare sul "Sono mesi che aspettavo di dirti la stessa cosa che ha detto la Lunger a Moro: stavolta almeno scendiamo per colpa tua!".
Un bel trekking con la corda. Il sole torna fuori, ma intorno tuona ancora: faremo appena in tempo ad arrivare al parcheggio e cambiarci che..scoppia l'acquazzone.

Qui altre foto.
Qui report.
Qui una guida.

Nessun commento:

Posta un commento